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Published

1 anno ago

11 Settembre 2024

Bre-news

Ricerca italiana rivela il ruolo cruciale della proteina Dna-PKcs nelle sinapsi, aprendo la strada a nuovi biomarcatori per la diagnosi precoce e terapie mirate contro la perdita di memoria

La lotta contro l’Alzheimer compie un passo avanti grazie a una ricerca italiana condotta dall’Istituto superiore di sanità, dall’Irccs San Raffaele di Roma e dal Consiglio nazionale delle ricerche. Gli scienziati hanno svelato un nuovo meccanismo molecolare legato alla perdita della memoria e delle capacità cognitive, centrato sull’enzima Dna-PKcs, responsabile della riparazione del Dna nei neuroni.

Lo studio, pubblicato su Embo Reports, dimostra che la Dna-PKcs agisce direttamente nelle sinapsi, proteggendo la proteina PSD-95 dalla degradazione. Questa proteina è essenziale per l’organizzazione e il funzionamento delle sinapsi, il punto di contatto tra i neuroni dove avviene la trasmissione delle informazioni. Secondo i ricercatori, la riduzione dei livelli di Dna-PKcs, inibita dalla proteina beta-amiloide che si accumula nei pazienti con Alzheimer, compromette la stabilità di PSD-95, causando la disfunzione sinaptica e la conseguente perdita di memoria tipica della malattia.

“Questa scoperta potrebbe fornire un nuovo biomarcatore per la diagnosi precoce dell’Alzheimer”, afferma Daniela Merlo, direttrice della Struttura interdipartimentale sulle Demenze dell’Iss e coordinatrice dello studio. Inoltre, la modulazione dell’attività della Dna-PKcs apre nuove prospettive terapeutiche mirate a proteggere le sinapsi e a rallentare i deficit cognitivi.

L’Alzheimer e le altre forme di demenza rappresentano una delle principali cause di disabilità nella popolazione anziana, e questa nuova scoperta potrebbe portare a diagnosi più tempestive e a trattamenti più efficaci.

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