Italia rafforza presenza Nato con oltre 3.000 unità: dettagli e implicazioni
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Il generale Francesco Paolo Figliuolo, Comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze, illustra il ruolo italiano nel contesto NATO, con focus sul “fianco est” dell’Alleanza
L’Italia è fortemente impegnata nel rafforzamento della sua presenza militare sul fianco orientale della NATO, con un contingente massimo autorizzato di oltre 3.000 unità, circa 1.100 mezzi terrestri, una unità navale e più di 20 assetti aerei. Il generale Francesco Paolo Figliuolo, Comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze, ha delineato il quadro di questo impegno durante un’audizione al Senato sulle missioni internazionali e gli interventi di cooperazione allo sviluppo.
Figliuolo ha sottolineato l’importanza dell’impegno italiano nelle aree strategiche della NATO, con un focus particolare sull’area baltica. In questo contesto, l’Italia ha contribuito al potenziamento della presenza avanzata nell’area baltica e nel Mar Nero, fornendo supporto alle operazioni multinazionali guidate da Canada e Ungheria.
Nel dominio terrestre, l’Italia ha consolidato il suo ruolo come nazione guida in Bulgaria, contribuendo alla creazione di un Battle Group multinazionale di livello reggimento. Questo impegno include anche la partecipazione italiana alle attività di vigilanza rafforzata e alle operazioni di Air Policing e Air Shielding.
Nel dominio marittimo, l’Italia partecipa attivamente alle operazioni di sorveglianza navale nell’area di responsabilità della NATO, mentre nel dominio aereo, i suoi assetti contribuiscono al rafforzamento del dispositivo di sorveglianza dello spazio aereo dell’Alleanza.
Complessivamente, l’Italia schiera un contingente massimo autorizzato di oltre 3.000 unità, con un contributo significativo alle attività dell’Alleanza sul fianco orientale.
Inoltre, Figliuolo ha evidenziato il ruolo dell’Italia nelle missioni internazionali, con un totale di 41 missioni e operazioni previste per il 2024. Queste missioni includono operazioni umanitarie nel Mediterraneo Orientale e la protezione della libera navigazione nello Stretto di Bab El Mandeb.
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(con fonte AdnKronos)
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