
Tensione Israele-Hamas: ostaggi, posizione Netanyahu e reazioni internazionali
Richieste di resa da parte di Hamas
La tensione tra Israele e Hamas continua a crescere, con Hamas che ha avanzato richieste di “resa” in cambio del rilascio degli ostaggi rapiti lo scorso 7 ottobre. La situazione si complica ulteriormente con le reazioni internazionali e la posizione ferma del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
Rifiuto Categorico di Netanyahu
Il primo ministro Netanyahu respinge categoricamente le richieste di resa avanzate da Hamas, dichiarando che non permetterà la creazione di uno Stato palestinese militarizzato. Netanyahu sostiene che la sicurezza israeliana deve rimanere sotto il pieno controllo di Israele e che non scenderà a compromessi su questo fronte.
Proteste delle Famiglie degli Ostaggi
Familiari degli ostaggi rapiti si radunano davanti alla residenza privata di Netanyahu a Gerusalemme, protestando e chiedendo un accordo immediato per la liberazione dei loro cari. Le famiglie esprimono la loro preoccupazione e chiedono un’azione rapida per riportare gli ostaggi a casa.
Reazioni di Hamas e Ultimatum
Hamas risponde alle dichiarazioni di Netanyahu, affermando che “il tempo sta per scadere”. Il gruppo ribadisce la propria posizione sulla situazione di Gaza e l’obiettivo di uno Stato palestinese. Le Brigate al-Qassam minacciano conseguenze e affermano che il governo israeliano sta mentendo sulla situazione degli ostaggi.
Documento di Ammissione di Hamas
In un documento di 16 pagine, Hamas ammette che l’attacco del 7 ottobre è stato “un passo necessario”, ma riconosce anche alcuni “errori” che sono seguiti al rapido collasso del sistema di sicurezza israeliano. Il gruppo riconosce il caos causato lungo le aree di confine con Gaza.
Valutazione dell’UE e Possibili Conseguenze
L’Unione Europea sta valutando la possibilità di imporre “conseguenze” su Israele se Netanyahu continua a opporsi alla creazione di uno Stato palestinese. La proposta, discussa in una riunione dei ministri degli Esteri dell’UE, evidenzia il crescente disagio internazionale nei confronti della posizione di Israele.
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(con fonte AdnKronos)
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