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Aggiornamento – ore 23 – Non solo la documentazione cartacea che accerta tutti i controlli di manutenzione e ristrutturazione relativi all’impianto della funivia Stresa-Mottarone, nell’inchiesta della procura di Verbania che indaga per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose sono finiti anche tutti i video delle telecamere del sistema di sorveglianza della struttura finita sotto sequestro, anche relativi ai giorni precedenti alla caduta della cabinovia in cui due giorni fa hanno perso la vita 14 persone.

Nelle immagini a bassa definizione si vede anche l’ultima corsa verso l’alto interrotta a pochi metri dalla vetta quando si è spezzato il cavo trainante e la cabinovia ha ‘scarrellato’ verso il basso a velocità crescente dato che il sistema frenante di sicurezza non è entrato in funzione impedendo alla cabina di restare ancorata ai due cavi portanti.

Il malfunzionamento dei freni ha fatto urtare la cabina contro un pilone quindi la cabinovia è precipitata al suolo da circa 20 metri prima di finire la sua corsa diverse decine di metri più a valle contro alcuni tronchi di abete. Ben 9 corpi sono stati sbalzati fuori dall’urto con il sottosuolo, mentre altre cinque persone sono rimaste intrappolate tra le lamiere. Oltre ai video di domenica, la procura ha deciso di sequestrare anche i filmati dei giorni prima per capire se si sia verificata qualche anomalia che possa spiegare l’incidente.

Sistema Freni sicurezza non ha funzionato

“Il cavo era tranciato a terra e il sistema di freni di sicurezza pacificamente non ha funzionato perché la cabina si sarebbe bloccata. Perché questo si sarebbe verificato è oggetto dell’accertamento che sarà svolto”. Lo afferma Olimpia Bossi procuratore capo di Verbania che si occupa della tragedia sul Mottarone, spiegando che si indaga per “omicidio colposo plurimo” per le 14 vittime e “lesioni colpose per il bimbo ferito” nell’incidente. Ma si è pronti anche a procedere per “disastro colposo, una fattispecie specifica prevista come attentato colposo alla sicurezza dei trasporti”.

“Non penso che ci saranno iscrizioni oggi, dobbiamo ancora avere il quadro completo ed esaustivo di tutti i soggetti giuridici che a vario titolo sono interessati alla gestione o alla revisione dell’impianto, stiamo acquistando tutta la documentazione relativa e sulla base di questa valuteremo”, poi afferma Bossi.


24 maggio ore 13 – La funivia aveva terminato la sua corsa, mancavano pochi metri all’arrivo. Lo schianto ha fatto 14 morti. Sarà la Procura di Verbania ora a tentare di far luce su quanto accaduto ieri, la caduta della cabina della linea Stresa-Mottarone. “L’intera area è stata posta sotto sequestro e nomineremo dei tecnici per accertare le cause dell’incidente” ha detto il procuratore Olimpia Bossi. “Per ora procediamo per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose, poi dobbiamo verificare anche la fattispecie dei reati colposi di attentato alla sicurezza dei trasporti, anche in base alla natura pubblica o meno dell’impianto”. Bisognerà anche stabilire se il cavo si sia rotto o sganciato: “Non è un accertamento che può essere fatto nell’immediatezza sarà necessario fare verifiche di carattere tecnico”.

Le vittime

Sono stati 14 i morti, tra cui un bambino di 9 anni, mentre un altro bimbo di 5 è rimasto ferito. Le condizioni del più grande sono apparse subito gravissime: nell’urto ha riportato un brutto trauma cranico, un trauma toracico e fratture agli arti ed è “deceduto dopo alcune ore per un arresto cardiaco da cui non siamo più riusciti a riprenderlo”, ha spiegato il direttore generale della Città della Salute di Torino, Giovanni La Valle, insieme a Fabrizio Gennari, direttore della chirurgica pediatrica.

l bimbo di cinque anni, arrivato in elicottero all’Ospedale infantile, da un primo esame è arrivato cosciente e avrebbe riportato diversi traumi tra cui al cranio, al torace all’addome e la frattura degli arti inferiori. “Adesso continueremo a lavorare sul secondo bimbo per fare tutto quello che possiamo per salvarlo”, ha aggiunto La Valle. “Stiamo lavorando al massimo per mantenerlo stabile e poter avere un risultato buono”, ha osservato Gennari.

La dinamica della tragedia

La cabinovia è precipitata per “15-20 metri, poi ha rotolato per qualche decina di metri e si è fermata contro due tronchi di alberi”, spiega Giorgio Santacroce, tenente colonnello del Nucleo operativo dei carabinieri di Verbania. L’incidente è avvenuto poco prima delle 12 e l’impatto è stato devastante tanto che alcuni corpi sarebbero stati sbalzati e trovati ad alcuni metri di distanza dal cavo tranciato.

L’impianto

Chiusa nel 2014 una revisione generale, la funivia del Mottarone ha riaperto nel 2016 dopo due anni di lavori di manutenzione e ammodernamento, affidati alla società Leitner. Il 13 agosto 2016 è stata inaugurata la riapertura della funivia e tra ottobre-dicembre 2016 sono state anche rinnovate le relative stazioni di riferimento della funivia. Una scelta quella di chiudere non senza incertezze vista la longevità dell’infrastruttura. I lavori per la funivia che collega Stresa e la cima del Mottarone partono nel 1963 per sostituire il vecchio percorso ferroviario datato al 1911, con tanto di stazione in stile Liberty, con un nuovo impianto più funzionale e veloce. I lavori, affidati alla ditta Piemonte Funivie, vanno avanti alcuni anni fino all’inaugurazione dell’impianto il primo agosto del 1970.

Nel 2002 la funivia è stata sottoposta a una revisione straordinaria eseguita dalla ditta Poma Italia (ora Agudio). Nel 2009, a completamento dell’opera, è stata costruita dalla società Leitner una seggiovia biposto che dalla stazione di arrivo della funivia al Mottarone conduce alla croce in vetta al monte (1491 m s.l.m.), alle piste da sci e ad Alpyland, una nuova area divertimenti sorta nel 2010, e costituita da un alpine coaster (bob su rotaia).

La funivia è strutturata in due tronconi, ciascuno con due cabine dalla portata di 35 persone. Il primo troncone della funivia parte a 205 m in località Lido di Carciano, a Stresa e raggiunge la Località Alpino, dove si trova il Giardino botanico Alpinia. Il secondo tronco parte agli 803 m dell’Alpino e raggiunge un pianoro immediatamente sotto la vetta del Mottarone, posto a 1385 m, da questa posizione è possibile raggiungere i 1491 m a piedi o con una seggiovia realizzata nel 2009.

“I controlli, le verifiche, la manutenzione sono tutte a posto. Poi quel che è accaduto è tutto da verificare”, ha detto l’avvocato Pasquale Pantano, difensore della società che gestisce la funivia del Mottarone, parla dopo l’incidente. L’impianto, da quanto risulta, è di proprietà del Comune di Stresa.

Unico sopravvissuto un bambino di 5 anni: come sono le sue condizioni

Gravi, ma stabili le condizioni del bimbo di 5 anni rimasto ferito nello schianto della funivia sul Mottarone. Il piccolo “è sedato e intubato – ha spiegato Giorgio Ivani, direttore della rianimazione del Regina Margherita – ieri sera ha fatto un intervento per mettere in sicurezza le fratture che aveva agli arti inferiori e superiori, ora resta sedato e addormentato nel corso della giornata faremo risonanza magnetica per valutare le condizioni del cervello. Per ora è presto per dire se ci siano danni permanenti”.

“In questo momento è monitorato, resta in prognosi riservata e lo resterà per le prossime 48 ore” dice il direttore generale della Città della Salute di Torino, Giovanni La Valle. “Un dramma nel dramma”. “La giornata di ieri è stata difficile dal punto di vista empatico ed emozionale, nonostante in ospedale si vedano tutti i giorni situazioni particolarmente drammatiche. Siamo rimasti tutti coinvolti come se fossero figli nostri”. “La famiglia è qui, in ospedale, ma ha chiesto in questo momento il massimo riserbo, è in lutto per quello che è successo e in ansia per il bambino, non vuole per questo rilasciare alcuna dichiarazione” aggiungendo che chiedono di pregare con loro.

Al momento accanto al piccolo ci sono i nonni paterni e la zia, sorella del papà, arrivati ieri sera da Pavia e i nonni materni da Israele. Il piccolo è l’unico sopravvissuto della tragedia costata la vita a 14 persone. Nello schianto, tra le vittime, ci sono il papà e la mamma del bambino, un fratellino e i bisnonni materni.

Il racconto della zia
“Ho saputo cosa era successo dai messaggi di WhatsApp” racconta la zia del bimbo di origine israeliana. “Ho cominciato a ricevere tanti ‘mi dispiace‘, e non capivo perché. Ho chiamato mio fratello che non mi ha risposto così come mia cognata, allora ho chiamato i contatti di WhatsApp dicendo che non avevo idea del perché mi mandassero quei messaggini… due ore dopo abbiamo ricevuto la conferma dai carabinieri e capito che mio nipote era vivo perché il suo nome non era nell’elenco”. “Ho perso mio fratello, mia cognata, un altro nipotino – dice – e con loro sono morti anche i nonni di mia cognata, che dopo aver ricevuto il vaccino in Israele avevano deciso di venire in Italia per stare un po’ con i bis nipoti dicendo ‘cosa mai può succedere in Italia’”.

Medico, da diciassette anni circa in Italia, la zia non si sbilancia sulle condizioni del bimbo che oltre alle fratture alle gambe, nello schianto ha riportato anche un politrauma. “Non sappiamo quale sarà la direzione, il trauma subito include il trauma cranico, bisogna vedere a lungo termine come andrà la situazione. Per adesso – conclude – siamo qui aspettando che ci facciano vedere il piccolo almeno da lontano”.


ore 22,30 – Sono dunque 14 le persone decedute a seguito della rottura di un cavo della funivia Stresa-Mottarone, con il conseguente crollo di una delle cabine, che aveva a bordo 15 persone.

Ecco la lista con i nomi di 11 delle 14 vittime della tragedia del Mottarone, secondo quanto confermato all’Adnkronos:
Biran Amit, nato in Israele il 2 febbraio 1991 e residente a Pavia;
Peleg Tal, nato in Israele il 13 agosto 1994 e residente a Pavia;
Biran Tom, nato a Pavia il 16 marzo 2019 e residente a Pavia;
Shahaisavandi Mohammadreza, nato in Iran il 25 agosto 1998, residente a Diamante (Cosenza);
Cosentino Serena, nata a Belvedere Marittimo (Cosenza) il 4 maggio del 1994 e residente a Diamante;
Malnati Silvia, nata a Varese il 7 luglio del 1994, residente a Varese;
Merlo Alessandro, nato a Varese il 13 aprile del 1992, residente a Varese;
Cohen Konisky Barbara, nata in Israele l’ 11 febbraio del 1950;
Gasparro Angelo Vito, nato a Bari il 24 aprile 1976, residente a Castel San Giovanni (Piacenza);
Pistolato Roberta, nata a Bari il 23 maggio del 1981, residente a Castel San Giovanni (Piacenza);
Zorloni Vittorio nato a Seregno, Milano, l’8 settembre del 1966, residente a Vedano Olona (Varese).

19,00 – La cabinovia su cui viaggiavano 15 persone è precipitata per “15-20 metri, poi ha rotolato per qualche decina di metri e si è fermata contro due tronchi di alberi”. A ricostruire la dinamica dell’incidente è Giorgio Santacroce, tenente colonnello del Nucleo operativo dei carabinieri di Verbania intervenuto sull’incidente della funivia sul Mottarone dove hanno perso la vita 13 persone. L’incidente è avvenuto poco prima delle 12 e l’impatto è stato devastante tanto che alcuni corpi sarebbero stati sbalzati e trovati ad alcuni metri di distanza dal cavo tranciato. Intanto le vittime sono 14 e non più 13 di questa incredibile tragedia.

ore 15,45 Si aggrava il bilancio delle vittime in seguito alla caduta della cabina della funivia Stresa-Mottarone in provincia di Verbania: sono 13 le persone decedute e 3 i feriti. Tra questi un bambino. Sarebbe un bimbo di cinque anni il primo arrivato in elicottero all’Ospedale infantile: da un primo esame il piccolo è arrivato cosciente e avrebbe riportato diversi traumi tra cui al cranio, al torace all’addome e la frattura degli arti inferiori.

L’IMPIANTO – Chiusa nel 2014 per una revisione generale, la funivia del Mottarone ha riaperto nel 2016 dopo due anni di lavori di manutenzione e ammodernamento, affidati alla società Leitner. Il 13 agosto 2016 è stata inaugurata la riapertura della funivia e tra ottobre-dicembre 2016 sono state anche rinnovate le relative stazioni di riferimento della funivia.

ore 14,30 – Sale il numero di vittime a seguito della caduta della cabina della funivia precipitata sul Mottarone, nella zona intorno a Stresa nel Verbano: al momento sono almeno 9 i morti nella tragedia. Due bambini sono stati trasportati in codice rosso dall’elisoccorso del 118 a Torino all’ospedale Regina Margherita. Sul luogo dell’incidente sono al lavoro le squadre del soccorso alpino insieme a vigili del fuoco e carabinieri.

La notizia della prima ora – Tragedia sul Mottarone, nella zona intorno a Stresa nel Verbano, dove si è staccata ed è precipitata una cabina della funivia. A quanto si apprende, al momento ci sarebbero 4 vittime confermate e non si esclude che nell’incidente siano coinvolti anche bambini.

Il Soccorso Alpino Piemontese sta intervenendo sul posto, inviate 2 eliambulanze 118 e le squadre a terra.

(AdnKronos)

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