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Il Consiglio dei ministri, che dovrà esaminare il Pnnr, sarà convocato a breve per domattina alle 10. Il Pnrr, il Piano di ripresa e resilienza, sarà ultimato nei prossimi giorni, verrà presentato in Parlamento la prossima settimana e sarà inviato alla Commissione europea entro il 30 aprile.

Intanto spuntano altri particolari sulla bozza dove finiscono anche i beni confiscati alle mafie. Con l’obiettivo, si legge nel documento di 318 pagine domani all’esame del Cdm, di “restituire alla collettività un numero significativo di beni confiscati per fini di sviluppo economico e sociale (inclusa la creazione di posti di lavoro), nonché come presidi di legalità a sostegno di un’economia più trasparente e del contrasto al fenomeno della criminalità organizzata”. “La misura prevede la riqualificazione e valorizzazione di 300 beni confiscati alla criminalità organizzata per il potenziamento del social housing, la rigenerazione urbana e il rafforzamento dei servizi pubblici di prossimità, il potenziamento dei servizi socio-culturali a favore delle giovani e l’aumento delle opportunità di lavoro”.

Il Pil nel Sud contribuirebbe per un punto percentuale al livello del Pil nazionale nell’anno finale del Piano. Il risultato è conseguito in special modo attraverso l’incremento degli investimenti (il contributo alla deviazione a livello nazionale è di 3,9 punti percentuali), anche grazie alla quota del 37,0 per cento degli investimenti pubblici previsti dal Programma e destinati al Sud. E’ quanto si legge nella bozza di Pnrr. Il fatto che circa il 34 per cento dell’impatto del Pnrr sul Pil nazionale (un punto percentuale su 2,9 pp. complessivi) sia attribuibile al Mezzogiorno, la cui quota del Pil nel 2019 era pari al 22,7 per cento, indica che il Piano ridurrà il divario di prodotto tra il Sud e il resto del Paese.

La semplificazione delle norme in materia di appalti pubblici e concessioni è obiettivo essenziale per l’efficiente realizzazione delle infrastrutture e per il rilancio dell’attività edilizia: entrambi aspetti essenziali per la ripresa a seguito della diffusione del contagio da Covid-19. E’ quanto si legge nela bozza del Pnrr. In via di urgenza è introdotta una normativa speciale sui contratti pubblici che rafforzi le semplificazioni già varate con il decreto-legge n. 76/2020, come quelle che prevedono un termine massimo per l’aggiudicazione dei contratti. Le misure urgenti vengono varate con decreto-legge da approvare dopo la trasmissione del Piano.

È da introdurre, inoltre, una semplificazione dei controlli della Corte dei conti sui contratti, anche in considerazione del fatto che si tratta di contratti relativi a progetti finanziati con risorse dell’Unione europea e sottoposti – quanto alla loro attuazione – a rigorosi controlli del Ministero dell’economia e delle finanze e della Commissione europea. Va poi prorogata l’efficacia temporale della norma del decreto-legge n. 76/2020 che prevede la limitazione della responsabilità per danno erariale ai casi in cui la produzione del danno è dolosamente voluta dal soggetto che ha agito, ad esclusione dei danni cagionati da omissione o inerzia.

Draghi: “Occasione imperdibile di crescita”

“Le riforme strutturali sono essenziali per migliorare la qualità della spesa da parte delle amministrazioni pubbliche e incoraggiare i capitali privati verso investimenti e innovazione”. Lo scrive il premier Mario Draghi, nella sua introduzione alle bozze non ancora definitive del Pnrr, pubblicata oggi dal Foglio. “Il governo ha predisposto uno schema di governance del Piano che prevede una struttura di coordinamento centrale presso il ministero dell’Economia. Questa struttura supervisiona l’attuazione del piano ed è responsabile dell’invio delle richieste di pagamento alla Commissione europea, invio che è subordinato al raggiungimento degli obiettivi previsti”, scrive ancora Draghi, soffermandosi sul tema della gestione dei fondi europei.

(AdnKronos)

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