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Vaccino AstraZeneca e trombosi, l’Italia attende news dall’Ema, l’agenzia europea del farmaco, che potrebbe fissare nuovi parametri e stabilire limiti -per categorie e età- dopo l’analisi degli eventi avversi segnalati dopo la somministrazione. “Il Comitato di farmacovigilanza (Prac) dell’Ema non è ancora giunto a una conclusione e la revisione è in corso. Terremo una conferenza stampa non appena la revisione sarà terminata”, la posizione dell’agenzia, che ha dato appuntamento ad oggi o a domani.

SPERANZA: “FIDUCIA IN EMA E AIFA”

”Penso che dobbiamo fidarci delle nostre istituzioni, sono fatte di scienziati e tecnici che hanno dedicato la loro vita a queste materie. Poi abbiamo a che fare con un virus nuovo e con vaccini che sono stati messi in commercio da pochi giorni, è evidente che la scienza deve continuare a monitorare”, ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, a DiMartedì. “Io mi fido di Aifa e Ema, penso che sapranno darci le risposte giuste ma non dimentichiamo mai che il vaccino è la vera strada per chiudere questa stagione difficile di restrizioni”, ha aggiunto rimettendosi totalmente alle decisioni che verranno assunte dall’agenzia europea e da quella italiana.

SILERI: “CASI TROMBOSI HANNO MINIMO COMUN DENOMINATORE”

I casi di trombosi successivi alla somministrazione di vaccino AstraZeneca “sono pochi, ma sembrano avere un minimo comun denominatore: donne sotto i 60 anni”, ha detto Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, a Cartabianca. “E’ giusto che questi pochi casi vengano controllati e che l’Ema dia indicazioni sicure. Ogni ente regolatorio può adottare decisioni più restrittive, ma credo sia il momento di adottare una linea comune in tutta Europa. Altrimenti si crea confusione e la popolazione non capisce”, ha detto Sileri.

“I giovani -ha ricordato- sono stati vaccinati perché inizialmente AstraZeneca è stato autorizzato per le persone di età inferiore ai 55 anni. Questo ha creato due binari paralleli: un vaccino per i giovani, due vaccini (Pfizer e Moderna, ndr) per i più anziani. AstraZeneca è stato autorizzato il primo febbraio per gli under 55. Il 22 febbraio” il limite “è stato portato a 65 anni, ai primi di marzo si è deciso” di salire “oltre i 65 anni”.

DOSI PER L’ITALIA, UN ALTRO RITARDO

Intanto AstraZeneca ha fatto sapere che delle 340mila dosi di vaccino anti Covid previste per il 14 aprile ne arriveranno la metà ovvero 175mila mentre le altre saranno consegnate il 16 e il 23 aprile, quando sono previste le successive consegne, come si è appreso dalla struttura del commissario all’emergenza coronavirus Francesco Paolo Figliuolo.

ASTRAZENECA SOLO A OVER 60?

Potrebbe fare scuola la linea indicata della Germania, con la raccomandazione di somministrare il vaccino solo agli over 60. Per i soggetti di età inferiore a 60 anni che hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca, in Germania potrebbe essere presa in considerazione l’ipotesi di utilizzare un vaccino a mRna (quindi Pfizer o Moderna) per la seconda somministrazione.

GRAN BRETAGNA, COSA SUCCEDE

Da Londra rimbalzano indiscrezioni secondo cui l’agenzia dei farmaci britannica, Mhra, starebbe considerando possibili restrizioni alla somministrazione del vaccino nei giovani adulti per la preoccupazione di possibili trombosi rare. Lo riferisce Channel 4, ripreso dai principali media britannici. L’emittente televisiva cita “due fonti”, secondo cui “sebbene i dati non siano ancora chiari, ci sono argomentazioni crescenti che giustificherebbero l’opzione di somministrare un altro vaccino alle fasce di popolazione più giovani, almeno sotto i 30 anni”. Nessuna conferma ufficiale è arrivata, al momento, dall’Mhra.

Sospesi, nel frattempo, i test relativi al vaccino per bambini e adolscenti. Il prof. Andrew Pollard dell’università di Oxford ha detto alla Bbc che non sono emerse preoccupazioni sui test in sé, ma che la sperimentazione pediatrica verrà comunque sospesa in attesa di ulteriori informazioni dall’Mhra.

(AdnKronos)

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