Analisi Dna sul caso Garlasco: nessuna conferma da tracce genetiche sotto unghie Chiara
La nuove analisi Dna sul caso Garlasco non offrono certezze sulle tracce trovate sotto le unghie di Chiara Poggi: risultati non consolidati e ipotesi contrastanti
La recente analisi Dna sul caso Garlasco, depositata nell’ambito dell’incidente probatorio, non scioglie i dubbi sul delitto di Chiara Poggi e riapre lo scontro tra difesa e accusa. La genetista Denise Albani conferma che la traccia rinvenuta sulle unghie della vittima mostra un profilo compatibile con la linea paterna di Andrea Sempio, ma sottolinea che il risultato non ha validità scientifica sufficiente per offrire certezze.
Nelle oltre 90 pagine di relazione, la perita ricostruisce il materiale di partenza, descrive le tecniche utilizzate e segnala i limiti delle analisi precedenti. Un punto chiave della analisi Dna sul caso Garlasco è l’impossibilità di attribuire con certezza le tracce a un dito specifico: tutti i margini ungueali furono conservati in un unico contenitore, rendendo impossibile sapere da quale punto esatto della mano provenga il materiale maschile rilevato.
Critiche alle vecchie metodologie e limiti del cromosoma Y
Nella analisi Dna sul caso Garlasco, Albani contesta alcune procedure adottate dal precedente perito, Francesco De Stefano, che nel 2007 consumò l’intero materiale disponibile ottenendo profili misti non attribuibili ad Alberto Stasi. Secondo la nuova analisi, quelle sessioni di tipizzazione Y non possono essere considerate repliche affidabili, perché prive di risultati consolidati.
La perita ricorda anche un elemento fondamentale: il cromosoma Y non permette l’identificazione certa di un singolo individuo, ma solo di una linea familiare maschile. Gli aplogruppi rinvenuti sono “misti e parziali” e rimangono aperte tutte le ipotesi: trasferimento diretto, contaminazione, epoca del deposito e posizione esatta sulla mano. Qualsiasi interpretazione risulta quindi suggestiva e non definitiva.
Sempio e la traccia genetica: ipotesi più probabile, ma non certa
La novità della analisi del Dna riguarda l’uso di un software statistico, impiegato dalla difesa Stasi e dai consulenti della Procura. Albani ne sottolinea i limiti, tra cui l’assenza di un database locale adeguato. Tuttavia, applicando la statistica, emerge che l’ipotesi di un contributo genetico compatibile con la linea paterna di Sempio risulta da 476 a oltre 2000 volte più probabile rispetto a due ignoti, per una traccia della mano destra. Per la mano sinistra, il valore scende a un fattore tra 17 e 51.
Si tratta, in entrambi i casi, di un supporto da moderato a forte, ma non sufficiente a un’identificazione individuale. Resta valida l’ipotesi che il Dna di Sempio possa essere stato trasferito indirettamente tramite un oggetto di casa Poggi.
Nessun nuovo profilo utile: Stasi l’unico contributo forte
La analisi del Dna chiarisce che nessuna traccia genetica attribuibile ad Andrea Sempio è stata trovata nel nuovo incidente probatorio. I sessanta prelievi sugli acetati sono risultati negativi per sangue umano.
Le tracce sul tappetino del bagno appartengono al padre della vittima, Giuseppe Poggi; sui contenitori alimentari è stato rilevato solo il Dna della vittima. Solo sulla cannuccia dell’Estathé è emerso un profilo maschile per cui, scrive l’esperta, è “estremamente forte” la probabilità di un contributo genetico di Alberto Stasi.
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(con fonte AdnKronos)
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