Israele pronto all’assalto su Gaza City, Hamas sposta gli ostaggi
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Netanyahu rivendica responsabilità per il raid in Qatar, Rubio assicura “sostegno incrollabile” degli Usa
Israele ha ammassato centinaia di carri armati, mezzi corazzati e bulldozer lungo il confine nord della Striscia di Gaza, in vista di una vasta operazione di terra per la conquista di Gaza City. Lo riportano i media israeliani, citando fonti militari. In prima linea saranno impiegate le unità di fanteria, affiancate da brigate già operative intorno alla città. Nel frattempo proseguono e si intensificano i raid aerei e di artiglieria.
Secondo fonti palestinesi a Gaza, Hamas avrebbe trasferito in superficie diversi ostaggi per ostacolare l’intervento dell’esercito israeliano, spostandoli dai tunnel a case e tende. La madre dell’israeliano Guy Gilboa-Dalal ha confermato di essere stata informata che il figlio si trova ora “in superficie” dopo la diffusione di un video che lo mostrava vivo.
Durante una conferenza stampa congiunta a Gerusalemme con il segretario di Stato americano Marco Rubio, il premier Benjamin Netanyahu ha rivendicato “piena responsabilità” per il recente raid aereo su Doha, definendo “ipocrita” chi critica l’operazione: “Non accetto l’affermazione che l’attacco in Qatar sia stato un fallimento: volevamo mandare un messaggio, nessuno è immune in nessuna parte del mondo”. Netanyahu non ha escluso ulteriori azioni contro i leader di Hamas ovunque si trovino.
Interpellato sull’omicidio dell’attivista conservatore americano Charlie Kirk, il premier ha detto di sentirsi anche lui “minacciato dalla violenza politica”, accusando i propri oppositori interni di rappresentare “una minaccia alla democrazia”.
Dal canto suo, Rubio ha ribadito “il sostegno incrollabile degli Stati Uniti a Israele”, sottolineando che “Hamas va smantellato come gruppo armato” e che “ogni singolo ostaggio deve essere liberato”. Dopo la visita al Muro del Pianto, il capo della diplomazia statunitense si recherà domani in Qatar, dove è in programma un vertice arabo per definire una risposta comune al raid israeliano.
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(con fonte AdnKronos)
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