
Decreto fiscale approvato: novità su partite IVA, canone Rai e payback sanitario
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La Camera dà il via libera definitivo con 151 voti a favore. Proroghe, modifiche e aumenti al centro del testo
Oggi, 5 dicembre, la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva il decreto fiscale con 151 voti favorevoli, 111 contrari e 4 astenuti. Il provvedimento introduce importanti novità per contribuenti, aziende e settori strategici come la sanità e il sistema radiotelevisivo pubblico.
Tasse rateizzate per le partite IVA
Prorogato dal 2 dicembre al 16 gennaio il termine per il versamento del secondo acconto delle imposte sui redditi per i titolari di partita IVA con ricavi o compensi non superiori a 170mila euro nell’anno precedente. I contribuenti avranno la possibilità di pagare in un’unica soluzione o in cinque rate mensili da gennaio a maggio 2025. Tuttavia, la proroga non si estende ai contributi previdenziali, assistenziali e ai premi assicurativi dovuti all’Inail.
Il canone Rai torna a 90 euro
Respinto l’emendamento della Lega per mantenere il canone Rai a 70 euro. Dal 2024, la tassa tornerà a 90 euro, in linea con quanto previsto dalla nuova Legge di Bilancio.
Riequilibrio del payback sanitario
Il decreto introduce modifiche al sistema del payback farmaceutico, ricalibrando gli oneri tra le regioni per ridurre gli squilibri economici nel settore sanitario.
Più fondi ai partiti politici
Viene aumentato di 3 milioni di euro il tetto per i contributi ai partiti. La misura, originariamente proposta da Pd e Avs, è stata approvata nella sua forma iniziale, dopo che una riformulazione del governo era stata bocciata dal Quirinale.
Concordato biennale riaperto fino al 12 dicembre
Prorogati i termini per l’adesione al concordato preventivo biennale, scaduti lo scorso 31 ottobre, fino al 12 dicembre. Questa misura consente ai soggetti ISA di pagare le tasse in base a una proposta dell’Agenzia delle Entrate, ma esclude chi opera in regime forfettario. Le risorse derivanti da questa proroga potrebbero essere utilizzate per ridurre dal 35% al 33% l’aliquota del secondo scaglione Irpef, a vantaggio del ceto medio.
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(con fonte AdnKronos)
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