
Cessate il fuoco tra Israele e Hamas: proposta accordo con il supporto degli Stati Uniti
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Nuova proposta di cessate il fuoco temporaneo presentata dai mediatori con o.k. di massima di Israele
Si lavora a un cessate il fuoco tra Israele e Hamas, con una nuova proposta di accordo in cambio del rilascio degli ostaggi, presentata dai mediatori e sostenuta da Israele. John Kirby, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, ha dichiarato: “Questa è una nuova proposta su cui si lavora…vi posso dire che gli israeliani la stanno sostenendo molto e come prima siamo pronti a negoziare in buona fede”. Secondo Kirby, nella bozza si prevede un cessate il fuoco temporaneo che “potrebbe portare anche a qualcosa di più sostenuto”.
Intanto, il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha risposto a una domanda sull’uso di armi americane nel raid israeliano sulla tendopoli a ovest di Rafah, nella Striscia di Gaza, dove c’è stato un massacro di civili. Blinken ha affermato di non poter dire “quali armi o come siano state usate” nell’attacco, ma ha ribadito che gli Stati Uniti hanno chiesto a Israele di indagare immediatamente per determinare cosa è accaduto. “A Gaza, anche attacchi limitati, mirati e concentrati possono avere conseguenze orribili, terribili e inaspettate”, ha aggiunto.
La situazione a Gaza continua comunque a creare imbarazzo negli Stati Uniti. Stacy Gilbert, funzionaria del Dipartimento di Stato americano, ha rassegnato le dimissioni in disaccordo con un recente rapporto dell’Amministrazione Biden secondo cui Israele non ha ostacolato l’assistenza umanitaria alla popolazione della Striscia di Gaza. Il ‘Washington Post’ ha citato due funzionari americani anonimi, secondo cui Gilbert ha contestato il rapporto che, pur ammettendo che “gli aiuti sono insufficienti”, servirebbe a giustificare l’invio di armi a Israele.
Prima di lei, Josh Paul, ufficiale della Defense Intelligence Agency, si era dimesso a metà mese affermando di provare “un’incredibile vergogna e senso di colpa” per aver contribuito al sostegno a Israele in una guerra che sta provocando la morte di decine di migliaia di civili palestinesi. Altri funzionari dell’Amministrazione Biden che si sono dimessi dall’inizio del conflitto in ottobre includono Annelle Sheline e Hala Rharrit, che lavoravano rispettivamente sui diritti umani e come portavoce in lingua araba del Dipartimento di Stato.
La posizione degli Stati Uniti ha suscitato critiche interne e non piace del tutto a Israele. Benjamin Netanyahu si è detto “sorpreso e deluso” dal fatto che l’Amministrazione Biden non appoggia la proposta di varare sanzioni contro la Corte Penale Internazionale, dopo che il procuratore capo ha chiesto un mandato d’arresto contro di lui, il ministro della Difesa Yoav Gallant e i leader di Hamas. Netanyahu ha espresso il suo disappunto in un’intervista a Sirius Xm, dichiarando che gli Stati Uniti avevano promesso di sostenere una legge con le sanzioni, ma ora sembrano esitare.
La portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ha spiegato che “sanzioni sulla Corte non sono uno strumento efficace o appropriato per affrontare le preoccupazioni degli Stati Uniti”.
Nel frattempo, il parlamento israeliano ha dato la prima approvazione a un disegno di legge per dichiarare l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) un “gruppo terroristico”. Tuttavia, secondo i media israeliani, è probabile che la coalizione di governo accantonerà il progetto prima della sua approvazione definitiva. La deputata Yulia Malinovsky, che ha presentato il testo, sostiene che l’UNRWA collabora con Hamas e ha partecipato agli attacchi del 7 ottobre.
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(con fonte AdnKronos)
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