
Indi Gregory non c’è più: è morta questa notte
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“Indi Gregory è morta”
Il cuore si stringe di fronte alla tragica notizia della morte di Indi Gregory, una dolce bambina di soli 8 mesi. La notizia è stata divulgata da X Pro Vita & Famiglia, che ha reso pubblico il decesso avvenuto all’1.45, ora inglese (2.45 italiane). Questo evento straziante solleva interrogativi sulla cultura eutanasica del sistema sanitario e legale che ha negato ogni speranza di cure alternative, persino rifiutando la proposta clinica dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma. Il dolore dei genitori è stato soffocato nelle aule di tribunale.
La voce spezzata di Dean Gregory
Dean Gregory, il padre addolorato, ha espresso la sua rabbia e tristezza: “Io e mia moglie Clare siamo arrabbiati, affranti e pieni di vergogna”. Una vergogna che abbraccia tutti noi, una modernità che, afferma Pro Vita & Famiglia, sopprime i deboli e indifesi in nome di una pietà distorta. “Perdonaci Indi”, è l’implorazione di un padre distrutto.
Un sabato di decisioni cruente
Il sabato ha visto l’inizio delle procedure per staccare i macchinari di sostegno vitale per la piccola Indi, colpita da una rara malattia mitocondriale. I giudici britannici hanno negato il trasferimento in Italia, dove l’Ospedale Bambino Gesù di Roma aveva offerto la sua accoglienza. Simone Pillon, il legale italiano della famiglia, ha espresso preoccupazione per il protocollo che prevede limiti temporali alla fornitura di ossigeno e la sospensione delle cure.
Un trasferimento accompagnato dal dolore
Dean Gregory ha raccontato con cuore spezzato il trasferimento di Indi dall’ospedale all’hospice in ambulanza, scortata persino dalla polizia. Nonostante la situazione, la piccola ha potuto dormire durante il tragitto, portando una fragile serenità in mezzo al caos.
La battaglia legale: Un’epilogo amaro
La battaglia legale si è conclusa venerdì con l’ultima pronuncia della Corte d’appello britannica che ha respinto il ricorso dei genitori e la possibilità di trasferimento all’Ospedale Bambino Gesù di Roma. Le parole amare di Simone Pillon riflettono la delusione di fronte a muri apparentemente insormontabili, nonostante gli sforzi e le offerte di collaborazione da parte dell’Italia.
In questo triste capitolo, riflettiamo sulla fragilità della vita e sulla necessità di una riflessione profonda sulla compassione e la pietà nella nostra società “moderna”.
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(con fonte AdnKronos)
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