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Continua l’impegno dell’Unione europea per contrastare l’inquinamento ambientale provocato dalle aziende e dai consumatori. Con l’ultima proposta di regolamento, la Commissione Ue mette nel mirino l’inquinamento da microplastica che deriva dal rilascio involontario di pellet di plastica.

“Si stima che ogni anno vengano perse tra le 52 e le 184mila tonnellate di pellet (dati 2019)” informa lo studio a corredo della proposta, che continua spiegando cosa rende particolare questo tipo di rifiuti: “Una volta nell’ambiente, i pellet sono quasi impossibili da catturare, sono estremamente mobili e noti per essere mangiati da una serie di organismi e animali, causando danni alla biodiversità e agli ecosistemi e potenzialmente alla salute umana. I pellet possono disintegrarsi in particelle più piccole, il che potrebbe causare danni ancora maggiori a causa del loro numero più elevato e delle dimensioni più piccole”.

[Fonte: Commissione Unione Euopea]

L’intervento della Commissione muove dalla constatazione che questo tipo di inquinamento è, per la maggior parte, evitabile dato che le perdite di pellet si verificano in ogni fase della catena di approvvigionamento (produttori, convertitori, riciclatori, fornitori di trasporto e stoccaggio, stazioni di pulizia dei serbatoi) principalmente a causa di cattive pratiche di gestione del pellet.

La Commissione spiega che le microplastiche sono persistenti, molto mobili e difficili da rimuovere. Si insidiano anche nei luoghi più remoti e nel corpo umano e i rischi legati a livelli elevati di esposizione umana sono motivo di grave preoccupazione. Nei test di laboratorio le microplastiche si sono rivelate causa di danni alle cellule umane, comprese sia reazioni allergiche che morte cellulare.

Cosa prevede il piano contro le microplastiche

La proposta della Commissione invita gli operatori a seguire un preciso ordine di priorità: prevenzione, contenimento ed eventualmente pulizia in caso di fuoriuscite o perdite.

Le linee guida della proposta includono:

Pratiche di movimentazione efficaci: gli operatori, in base alle dimensioni delle loro installazioni o attività di trasporto, sono tenuti ad adottare le pratiche di movimentazione migliori per prevenire dispersioni indesiderate;

Certificazione obbligatoria e autodichiarazioni: al fine di agevolare le autorità nazionali nella verifica della conformità, gli operatori di maggiori dimensioni sono tenuti a ottenere un certificato rilasciato da enti terzi indipendenti. Le aziende più piccole, invece, devono presentare un’autodichiarazione di conformità;

Sistema armonizzato per monitorare le perdite: gli organismi di standardizzazione svilupperanno una metodologia armonizzata per stimare le perdite, fornendo agli operatori strumenti più efficaci per monitorare e ridurre le dispersioni. Questo approccio mira a sensibilizzare sull’impatto che le diverse pratiche hanno sull’ambiente e sulla salute umana;

Requisiti adattati alle PMI: considerando che molte piccole e medie imprese sono coinvolte nella catena di fornitura dei granuli di plastica, vengono introdotti requisiti più leggeri soprattutto per i micro e piccoli operatori, promuovendo la responsabilità in modo proporzionato alle dimensioni aziendali.

La proposta della Commissione per un regolamento sulla prevenzione delle perdite di pellet sarà ora discussa dal Parlamento europeo e dal Consiglio. Tutti gli operatori economici, europei ed extraeuropei, dovranno conformarsi ai requisiti previsti dal presente Regolamento entro 18 mesi dalla sua entrata in vigore.

La Commissione si impegna a continuare il proprio lavoro per ridurre l’inquinamento da microplastiche, anche nel contesto dell’attuazione della legislazione esistente e futura sui prodotti e sui rifiuti.

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