Connect with us

Published

on

Italia – Il 13 Luglio c.a. è stata presentata un’interpellanza parlamentare a risposta scritta dall’on. Andrea Delmastro Delle Vedove, in merito alla realtà allarmante che si è creata in Marocco. L’Ambasciata d’Italia a Rabat e il Consolato Generale d’Italia a Casablanca fanno sapere di aver assistito più di 6500 rimpatri dal 10 di marzo ma la situazione restituisce un’immagine delle nostre autorità consolari decisamente assenti e sorde ai bisogni dei cittadini italiani.

A maggio e giugno si sono avute diverse manifestazioni di protesta davanti alle sedi diplomatiche italiane in Marocco, con le quali si denunciava il silenzio dei nostri funzionari in merito alle richieste di rimpatrio pervenute, così come sul gruppo Facebook “Italiani in Marocco” sono molto frequenti commenti che raccontano di utenti che lamentano di non aver ricevuto risposte né telefonicamente né via mail o pec e sul gruppo Facebook “Associazione Culturale Italiana nel regno del Marocco – ACIRM”, vengono raccontati con dovizia di particolari diversi episodi di mancata assistenza agli italiani in fase di imbarco a Tangeri, al punto che la maggior parte di queste persone non hanno potuto proseguire il proprio viaggio via nave per l’assenza del numero di un codice che il Consolato Generale d’Italia avrebbe dovuto comunicare loro per l’imbarco, un codice che rappresentava l’unico modo legale per avere accesso alla nave ma il consolato e l’ambasciata italiana avrebbero “dimenticato′′ di comunicarlo alle persone interessate.

Italiani allo sbando insomma senza possibilità di avere un contatto telefonico e come nei migliori film le persone sono rimaste al molo del porto Tangeri Med a causa dell’assenza del Console e dei funzionari del suo dipartimento, mentre funzionari di altre nazionalità erano presenti per risolvere ogni eventuale problematica dei loro connazionali.

Questa non è certo la prima volta che ci occupiamo degli Italiani all’estero ingiustamente abbandonati ai loro destini ma in Marocco si hanno effetti davvero speciali, tenendo conto del fatto che questo Paese non solo ha puntato sul turismo ma si è aperto molto all’economia, alle opportunità di affari, d’investimento e di partenariato italo-marocchino soprattutto nella regione di Tangeri che è di fatto una porta di accesso ai mercati in crescita dell’Africa subsahariana, collegata da una moderna rete ferroviaria, e nel suo interno sono presenti più di 900 società, metà delle quali europee e quindi anche italiane, e che quindi la presenza delle Autorità consolari diventa ancora più ineludibile, determinante, è il caso di dire.

Attualmente in Marocco esistono solo due Consolati Generali per la Comunità italiana e marocchina con nazionalità italiana o interessi in Italia: uno ha sede a Rabat presso l’Ambasciata Italiana, territorialmente competente soltanto per la circoscrizione della città capitale, e l’altro a Casablanca con competenze su tutto il rimanente territorio del Marocco. Nelle città di Agadir, Marrakech, Fes esistono dei Consolati Onorari mentre in Essauira, Fkih Ben Salah, Nador, Nouakchott e Tangeri esistono dei corrispondenti consolari, che hanno un ruolo puramente consultivo e non possono svolgere alcuna attività amministrativa.

Per contro in Italia esistono ben 9 Consolati Generali del regno di Marocco, disposti logisticamente e strategicamente nel territorio del nostro Paese e recentemente è stato istituito anche il Consolato Generale a Napoli, che mantiene stretti collegamenti istituzionali e organizzativi tra i due Stati. Il Consolato di Casablanca è massivamente oberato di lavoro, dovendo provvedere alle necessità e bisogni burocratici, giuridici e sociali della comunità italiana e marocchina legata al nostro Paese. Ciononostante, ci viene riferito, soffre di una drammatica carenza di organico (attualmente dispone di un solo responsabile amministrativo a fronte delle 4 unità che dovrebbero costituirne la normale dotazione) e il personale presente, fatta qualche eccezione, non brilla certo per disponibilità ed efficienza. C’è gente che da anni attende un appuntamento… da anni! É assurda la circostanza che vi sia una materiale impossibilità a comunicare telefonicamente o a mezzo email con il Consolato e si è obbligati a presentarsi personalmente accampandosi per giorni se tutto va bene.

Una situazione in via di esponenziale aggravamento dato l’incremento della Comunità italo-marocchina, nonché per l’incremento dei flussi turistici ma ancor di più commerciali e imprenditoriali, sarebbe pertanto assolutamente indispensabile attivare una nuova struttura consolare e in primis un nuovo Console Onorario a Tangeri, le cui funzioni rispondano appieno ai codici previsti dal Ministero degli Esteri.

Tangeri dovrebbe essere la sede naturale di un Consolato, poiché ad esso fanno riferimento tutti i centri del Marocco orientale, servirebbe quindi a ridurre sensibilmente il superlavoro e a rendere più efficiente e veloce il lavoro consolare a Casablanca. La presenza di un palazzo italiano di grande valore storico e monumentale sarebbe la sede naturale di un auspicabile consolato a Tangeri, che con spese contenute, potrebbe essere attivato quanto prima. Aggiungiamo che nel Palazzo potrebbero avere sede anche uffici logistici e amministrativi per le attività economico-industriali in forte crescita, scuole permanenti anche di tipo universitario ed esibizioni di prodotti italiani per l’export in Marocco e in Africa.

A quale Palazzo italiano si fa riferimento?

A Tangeri lo stato italiano è proprietario dal 1926 del Palazzo delle Istituzioni Italiane, un grande complesso immobiliare di oltre 3 ettari di estensione, comprendente lo storico palazzo dell’ex Sultano Moulay Hafid, gioiello di architettura ed artigianato moresco con spazi decorati con zelljes, stucchi di rara bellezza, ampi saloni di rappresentanza dai soffitti in legno lavorato, muri ricoperti di preziose ceramiche e imponenti camini in marmo di Carrara, gallerie ad arco e un ampio giardino con fontana. Al momento dell’acquisto da parte dell’Italia l’ANSMI (Associazione Italiana per il Soccorso dei Missionari all’Estero) ha avviato, in sostituzione di un piccolo dispensario preesistente, la costruzione del tuttora presente Ospedale Italiano di Tangeri, gestito da religiosi francescani, con una capienza iniziale di 35 posti letto. Contemporaneamente nell’anno 1927-28 fu aperta una scuola per le 5 classi elementari e la media e l’anno successivo fu aggiunto l’Istituto Tecnico e poi il Liceo Scientifico. Il massimo sviluppo si ebbe negli anni 30 con l’istituzione del Reale Collegio Italiano, che comprendeva un convitto maschile e femminile a cui affluivano studenti da tutto il Marocco e Spagna del sud, con picchi di studenti di 400-500 unità.
L’interesse dell’Italia per tale palazzo è dimostrato dalla registrazione da parte del Console Generale d’Italia nel 1963 presso l’ufficio del Catasto di Tangeri, per sancire il passaggio definitivo del Palazzo dall’ANSMI allo Stato italiano, nel timore che le autorità marocchine potessero riprendersi con la forza tale sede. Nel 1964 lo Stato italiano è costretto a bloccare le pretese della Commissione Reale Marocchina che tenta di nuovo di riappropriarsi del Palazzo, che appare come il cuore pulsante della cultura di Tangeri, luogo di formazione per molti giovani tangerini e sede di grandi eventi artistici e culturali. L’8 giugno 1983 il Ministero degli Affari Esteri italiano comunica improvvisamente la volontà di chiudere le scuole con motivazioni pretestuose e nonostante le proteste degli studenti iscritti che inviano una petizione accorata e di profondo rammarico all’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini.
Nel 1987 viene avviata un’opera di restauro di alcune parti del Palazzo lasciando le altre parti in uno stato di degrado che addirittura ne rende pericoloso l’accesso. Attualmente il Palazzo, la chiesa di San Francesco con annessa canonica, le varie ed estese aree verdi sono in stato di semiabbandono e Il Palazzo stesso è di fatto chiuso al pubblico, visitabile solo nei due saloni del pianoterra da singole persone per appuntamento con la scusa di non danneggiare le strutture preziose ivi contenute. Aggiungiamo che il personale che dovrebbe accompagnare i turisti parla soltanto la lingua locale e non è in grado di dare informazioni storiche sul Palazzo. Tuttavia Il rappresentante consolare Gianfranco Ginelli pare che mantenga il suo ufficio presso tale Palazzo e al pianoterra l’Associazione Italiani a Tangeri è diventata, con l’occhio distratto di tutti, un ristorante a gestione privata chiamato Casa d’Italia, che opera quasi esclusivamente come ristorante aperto al pubblico (vedi recensione Tripadvisor) e il titolare del ristorante sembrerebbe essere nientemeno che il figlio dell’ex Console onorario e attualmente rappresentante consolare Gianfranco Ginelli… una inopportuna associazione padre-figlio che ha suscitato più di una perplessità.

Daniela Russo

Le ultime di LR

Le ultime news di LiberoReporter

di tendenza