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Le indagini delle Fiamme Gialle di Cesenatico e della Procura della Repubblica di Forlì (Sost. Proc. D.ssa Messina) su un revisore contabile che avrebbe truffato una quarantina di suoi clienti “intascando indebitamente” oltre 2.600.000 euro – in ipotesi destinati al pagamento delle imposte dovute dai clienti -, si sono concluse la scorsa settimana con l’esecuzione di una misura cautelare e il sequestro di parte dei proventi illeciti.
L’inchiesta è scaturita da una verifica fiscale che la Tenenza della Guardia di Finanza di Cesenatico ha eseguito nei confronti del commercialista, titolare di due studi commerciali ubicati in Sant’Angelo di Gatteo. Nel corso dell’ispezione fiscale sono infatti stati scoperti gli stratagemmi e gli artifizi che S.B. avrebbe posto in essere ai danni di suoi clienti storici (liberi professionisti, imprese, artigiani, società e associazioni sportive), i quali sentiti dai militari, e posti a conoscenza di quanto successo, hanno formalizzato numerose denunce per truffa nei confronti dello stesso consulente.
Le indagini, che si sono articolate in numerose assunzioni di informazioni testimoniali, perquisizioni domiciliari ed accertamenti bancari hanno sostanzialmente consentito di comprovare come l’indagato, negli ultimi sette anni, da una parte faceva figurare falsamente ai suoi clienti il versamento delle imposte dovute e dall’altra predisponeva e presentava all’Agenzia delle Entrate delle dichiarazioni dei redditi ed IVA esponenti dati falsi, indicando in esse acquisti di beni strumentali inesistenti e crediti d’imposta fittizi per poi effettuare delle indebite e fittizie compensazioni di tasse. Solo attraverso l’analisi comparata degli apparati contabili di tutti i clienti truffati, della documentazione bancaria acquisita presso i vari istituti di credito, degli F24 e delle risultanze alle banche dati, i finanzieri hanno potuto ricostruire l’intero volume della truffa ai danni dei clienti che oggi risultano essere anche morosi nei confronti dello Stato e addirittura, in diversi casi, risultano evasori totali poiché S.B. non ha nemmeno provveduto a presentargli le dichiarazioni dei redditi e dell’IVA.
Gli investigatori, attraverso le indagini finanziarie disposte dalla Procura, sono anche riusciti a scoprire che i 2.600.000 euro erano tutti confluiti indebitamente nei conti correnti personali dell’indagato che li aveva utilizzati per scopi personali ed addirittura reimpiegati/autoriciclati per finanziare due società immobiliari di sua proprietà al fine di estinguere i debiti delle stesse o sostenerne i costi d’impresa.

Per tali motivi sono stati effettuati ulteriori accertamenti fiscali nei confronti del commercialista attraverso i quali sono stati segnalati all’Agenzia delle Entrate ed alla Procura di Forlì i predetti proventi illeciti da sottoporre comunque a tassazione.
In ragione dell’attività svolta, i finanzieri hanno quindi segnalato il professionista alla Procura di Forlì per la violazione degli artt. 4 ed 5 del D.lgs. n. 74/2000 (c.d. reati tributari) e dell’art. 648 ter 1 del codice penale (c.d. autoriciclaggio). Successivamente, la Procura di Forlì disponeva il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente sulle disponibilità dell’indagato fino alla concorrenza di oltre 850.000 euro (pari alla sommatoria di quanto autoriciclato e dell’imposta direttamente evasa) richiesto e concesso dal G.I.P. di Forlì, Dr. Massimo De Paoli.
In esecuzione di tale decreto, le Fiamme Gialle, nella scorsa settimana, hanno pertanto provveduto a sottoporre a sequestro l’unità immobiliare di S.B., le sue quote societarie e i saldi attivi per un valore complessivo di circa 373.000 euro.
La cennata Autorità Giudiziaria, nei confronti dell’indagato, ha disposto anche la misura cautelare interdittiva della sospensione dall’esercizio della professione di revisore contabile.

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