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Novak Djokovic batte Federer  7-6, 1-6, 7-6, 4-6, 13-12. È stata una finale leggendaria, e non perché è stata la più lunga sui campi d’erba londinesi (4 ore e 57 minuti), ma perché è stato lo spettacolo del tennis moderno. La sconfitta ha negato a Roger di diventare il vincitore più anziano di uno slam e la vittoria ha regalato a Nole il suo quinto Wimbledon eguagliando Borg.
Abbiamo assistito alla partita del secolo e tutti e due i giocatori avrebbero meritato la vittoria. A livello di gioco, nessuno dei due si è completamente imposto sull’altro riuscendo ad esprimere il proprio tennis. Finale al cardiopalma quindi, tesa, emozionante, in cui le personalità dei due giocatori sono venute fuori alla perfezione. Abbiamo visto il solito Federer, classe sia umanamente che tecnicamente, l’umiltà, la grandezza: in una parola il talento, ovvero il tennis che si incarna e prende vita in una persona.
Dall’altra parte, invece, il tennis è stato rappresentato da colui che ha dovuto farsi spazio nell’era dominata dai due grandi (Federer e Nadal). Il duro lavoro, la tenacia, la compostezza che appartiene a chi riesce ad imporsi con la forza della testa, con la voglia di dire la sua, colui che dimostra che il talento non è tutto senza il lavoro duro. Non ci sarebbe dovuto essere un vincitore, il premio si sarebbe dovuto dividere in due, perché è davvero una bestemmia considerare uno dei giocatori “sconfitto”, ma questo, si sa, è il tennis, lo sport del diavolo, lo sport bello e spietato.
Alla fine di questa “infinita” battaglia, ecco a caldo le dichiarazioni dei due campioni:
Non so se è la più eccitante finale che ho giocato – ha commentato Nole – ma è di certo una delle migliori, contro uno dei più grandi tennisti di tutti i tempi. Abbiamo avuto tutti e due le nostre possibilità, ho annullato due palle-match a Federer, poi ho vinto tre tie-break su tre: molto strano quello del quinto set sul 12 pari. Roger ha 37 anni ed è un esempio: spero di poter diventare anche io agonisticamente così longevo. Ora ho eguagliato Borg con cinque titoli qui a Londra: sono felice, questo è il torneo che ho sempre sognato“.
Ecco invece quanto dichiarato dal tennista svizzero: “Cercherò di dimenticare i due match-point sciupati ma non sarà facile. E’ stata una gran partita, ho avuto le mie possibilità, peccato. Credo di aver giocato bene, devo esser soddisfatto della mia prova: complimenti a Novak Djokovic.  Cinque ore in campo alla mia età? Spero di aver dato ad altri la convinzione che a 37 anni si può fare ancora tanto. Sono stanco ma mi sento piuttosto bene. La mia famiglia? Non sarà contenta di questo premio come secondo classificato – conclude Roger – ma sono papà e marito e va tutto bene“.
Questo è sport: questi sono i due signori del tennis.
Giulia Checchi

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