Saluto romano: “Punibile se rappresenta un pericolo concreto per ordine pubblico”
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La Suprema Corte si confronta sulla punibilità del saluto fascista durante una commemorazione
Nell’ambito dell’udienza davanti alle Sezioni Unite della Cassazione, l’avvocato generale Pietro Gaeta ha dichiarato che il saluto fascista può rientrare nel perimetro punitivo della ‘legge Mancino’ quando costituisce un pericolo concreto per l’ordine pubblico. La discussione riguarda un caso specifico di commemorazione di esponenti di destra deceduti a Milano, durante la quale sono stati compiuti saluti romani.
Il Contesto
Gli imputati, esponenti di estrema destra, sono stati assolti in primo grado nel 2014 e successivamente condannati in Appello. La divergenza di giudizio si basa su differenti violazioni di legge: nel primo grado è stata applicata la ‘legge Scelba’, volta a punire la ricostituzione del partito fascista, mentre in secondo grado è stata invocata la ‘legge Mancino’, che punisce le ideologie discriminatorie.
La Richiesta delle Sezioni Unite
Le Sezioni Unite sono chiamate a intervenire per risolvere il dubbio e stabilire un orientamento univoco sulla questione, su cui si sono susseguiti diversi orientamenti giuridici. La Procura generale della Cassazione ha espresso la richiesta di confermare la condanna emessa dalla Corte di Appello di Milano.
Le Argomentazioni di Gaeta
Gaeta ha sottolineato la necessità di distinguere tra la finalità commemorativa e il potenziale pericolo per l’ordine pubblico. Ha enfatizzato che la democrazia italiana è forte e in grado di discernere tra diverse situazioni, come nel confronto tra una grande manifestazione come ‘Acca Larenzia’ e quattro individui che compiono il saluto davanti a una lapide di un cimitero.
Il Punto Chiave
Il saluto fascista, sebbene possa rappresentare un’offesa alla sensibilità individuale, diventa reato secondo Gaeta quando implica un pericolo concreto per l’ordine pubblico. Ha concluso sottolineando l’importanza di evitare sentenze discordanti per lo stesso gruppo, auspicando una coerenza giuridica nell’applicazione della legge.
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(con fonte AdnKronos)
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