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Argentina campione del Mondo ai rigori: albiceleste vince il mondiale Qatar 2022



Argentina campione del mondo. L’albiceleste batte la Francia ai calci di rigore nella finale dei Mondiali di Qatar 2022 . Dopo il 2-2 dei tempi regolamentari e il 3-3 al termine dei supplementari, decisivi i penalty. La Francia sbaglia con Coman e Tchouameni, l’Argentina vince dopo un match memorabile.

L’albiceleste scappa sul 2-0, gol di Leo Messi su rigore al 23′ e raddoppio di Di Maria al 36′. Mbappé raddrizza da solo la partita: doppietta nel giro di pochi secondi tra l’80’ e l’81’: 2-2. Si va ai supplementari. Al 105′, Messi riporta avanti i sudamericani: 3-2. Al 117′ Mbappé risponde: ancora rigore, ancora gol, tripletta e 3-3. Si va ai rigori e trionfa l’Argentina.

La sequenza dei rigori: Mbappé (F) gol; Messi (A) gol; Coman (F) parato; Dybala (A) gol; Tchouameni (F) sbagliato; Paredes (A) gol; Kolo Muani (F); Montiel (A).

LA PARTITA – L’Argentina cerca di prendere in mano il match sin dalle prime battute. L’albiceleste, con Messi al centro della scena e Di Maria particolarmente ispirato, si insedia nella metà campo della Francia: al 5′ conclusione di Mac Allister da fuori, Lloris blocca.

Si gioca solo nella trequarti dei campioni del mondo, che nei primi 10 minuti non esce dal bunker. Per vedere all’opera Mbappé bisogna aspettare il 14′, la combinazione con Rabiot viene disinnescata dalla retroguardia sudamericana.

Di Maria al 17′ spara alle stelle da ottima posizione, ma subito dopo sale in cattedra e spacca in due la partita. El Fideo si beve Dembelé che lo stende: rigore. Messi non sbaglia dal dischetto, 1-0 al 23′. Il gol non cambia il copione del match. L’Argentina continua a spingere e avanza a folate. Messi dopo la rete gioca con totale leggerezza, è sempre nel vivo della manovra. La Francia fa da sparring partner, fatica a contenere e non arriva mai dalle parti della porta di Martinez.

C’è una sola squadra in campo e il raddoppio è solo questione di tempo. L’Argentina al 36′ esce dal pressing in maniera strepitosa, Messi accende la ripartenza, Mac Alllister rifinisce e Di Maria fa centro: 2-0 al 36′. Prima dell’intervallo, Deschamps prova a raddrizzare la rotta: il ct toglie Dembelé e Giroud, inserendo Kolo Muani e Thuram. L’Argentina, padrona del campo, controlla senza brividi. Il primo tempo va in archivio senza una sola occasione reale creata dai bleus.

In avvio di ripresa, la Francia dà almeno l’impressione di provarci. Mbappé si muove lungo il fronte d’attacco, Griezmann dà qualche segnale di vita calcistica: l’Argentina si compatta nella propria metà campo con un 4-4-2 blindato. Quando decide di attaccare, l’albiceleste lascia sempre il segno. Al 60′ nuova fiammata di Di Maria, Messi non trova il tempo per concludere in maniera efficace dopo il velo dell’eccellente e onnipresente De Paul. Al 63′ il ct Scaloni toglie Di Maria – migliore in campo – e inserisce Acuna per blindare l’ultima porzione di match. Dall’altra parte, Deschamps cerca una scintilla inserendo Camavinga e Coman.

E la scintilla arriva. Kolo Muani scappa a Otamendi, che si arrangia con le maniere forti in area di rigore. Penalty, Mbappé insacca: 2-1 all’80’. La partita cambia totalmente volto. L’Argentina improvvisamente si scopre fragile e paga dazio. Il numero 10 della Francia sale in cattedra e in pochi secondi raddrizza la partita. Messi perde palla, Coman accelera, Mbappé non sbaglia: 2-2 all’81’. Il finale è pirotecnico. La Francia dà l’impressione di poter colpire in qualsiasi momento contro avversari in tilt, Martinez è attento e evita altri guai. Messi, sparito dal campo, si ripresenta allo scadere con un sinistro potente ma centrale: Lloris vola e devia, si va ai supplementari.

Nell’overtime, Messi si accende al 104′ e regala a Lautaro una palla d’oro. L’attaccante dell’Inter perde l’attimo, Upamecano riesce a murare il destro a colpo sicuro. Al 105′ la punta nerazzurra spreca un’altra chance colossale: solo davanti a Lloris, si fa rimontare dal solito Upamecano.

L’Argentina riprende quota e al 105′ torna in vantaggio. Splendida combinazione, Lautaro spara da 5 metri e si fa respingere il destro da Lloris. Messi piomba sul pallone, tap-in vincente: 3-2. Tutto finito? Macché. La Francia si riversa in avanti e al 116′ si procura un altro rigore per un fallo di mano di Montiel. Mbappé è di ghiaccio, altro penalty perfetto: 3-3. Kolo Muani ha sul piede il match point transalpino, Martinez salva con un miracolo. Dall’altra parte, Lautaro sbaglia ancora. Si va ai rigori. La Francia ne sbaglia 2: Coman si fa parare il tiro da Martinez, Tchouameni spedisce sul fondo. Montiel trasforma il rigore decisivo, l’Argentina è campione del mondo.

MESSI NELL’OLIMPO COME DIEGO ARMANDO MARADONA

L’Argentina è campione del Mondo. E Lionel Messi raggiunge Diego Armando Maradona nella storia del calcio. Gli mancava il titolo mondiale, inseguito invano nelle ultime quattro edizioni che ha giocato, dal 2006. Il Qatar e la finale, vinta contro la Francia gli regalano quel posto che se non avesse vinto oggi non avrebbe mai più raggiunto.

Messi sopra tutti, senza dubbio, tra i giocatori in attività. Stravinto l’eterno confronto a distanza con Cristiano Ronaldo, che ha chiuso da spettatore nel suo Portogallo, superato Neymar, che si è fermato troppo presto con il suo Brasile, ridimensionato in una sola partita Kylian Mbappè, che a 24 anni ha il futuro dalla sua parte ma che oggi, nonostante la tripletta, si deve inchinare al dieci di Rosario.

Non servono le divagazioni mistiche di Lele Adani, che sarebbe impazzito ancora se avesse accompagnato dal vivo la telecronaca dell’impresa fra le imprese compiuta da Messi, ma il dio del calcio, quello di tutti, quello che fa rotolare il pallone ovunque e che accetta anche la blasfemia, ha espresso il suo giudizio: indossa la maglia numero 10 dell’Argentina il più forte di tutti.

Lo dicono i numeri, i record messi in fila uno dietro l’altro: il giocatore che ha giocato più minuti di tutti nei Mondiali, 26 presenze, sette gol in questa edizione, con Mbappé capocannoniere a otto, tredici gol nelle cinque edizioni giocate, il giocatore più presente e con più gol con la maglia dell’Argentina (98 gol in 172 presenze). Soprattutto, l’uomo che ha riportato la nazionale albiceleste sul tetto del Mondo, trentasei anni dopo quella di Maradona,.

Fino a oggi, qualsiasi accostamento si è infranto sull’evidenza dei fatti: senza la vittoria ai Mondiali, Messi non poteva valere Maradona. Per la prima volta, da oggi, si può dire che Messi è arrivato a Maradona. Andare oltre, entrare nel confronto diretto tra i due, vuol dire mettere sul piatto della bilancia due ere diverse e due fenomeni assoluti. Da oggi, però, la storia e i numeri sono dalla parte di Messi.

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