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La crisi del governo Draghi ‘miete’ la prima vittima in casa Forza Italia con lo strappo della ministra Maria Stella Gelmini. A fine di una giornata convulsa, con il centrodestra di governo pronto a non partecipare al voto per la fiducia sulla risoluzione Casini condivisa dal centrosinistra, arriva l’addio di uno degli esponenti storici e di peso del partito di Silvio Berlusconi, attuale capo delegazione di Fi a palazzo Chigi. ”Forza Italia ha definitivamente voltato le spalle agli italiani, alle famiglie, alle imprese, ai ceti produttivi e alla sua storia, e ha ceduto lo scettro a Matteo Salvini”, annuncia in una nota Gelmini, che da tempo manifesta sofferenza verso la gestione del partito, ma stavolta è rimasta scottata dalla scelta del Cav di firmare, insieme alla Lega, una risoluzione (in qualità di centrodestra di governo) che chiedeva un Draghi bis ma alla guida di un esecutivo profondamente rinnovato e senza i Cinque stelle di Giuseppe Conte.

La scelta del ministro degli Affari regionali, era nell’aria dopo la rottura consumatasi soprattutto nei confronti di Berlusconi, in diverse occasioni. A cominciare dalla decisione dell’ex premier di sostituire, il 14 maggio scorso, il coordinatore regionale forzista in Lombardia, Massimiliano Salini, con la sua fedelissima, la senatrice Licia Ronzulli. Da allora, raccontano, i rapporti con Arcore sono rimasti molto freddi. Qualche settimana dopo, non a caso, Gelmini è tornata a criticare fortemente il suo leader, stavolta sul conflitto in Ucraina, proprio alla vigilia della convention di Fi a Napoli, che segnò il ritorno in campo del Cav: “Le parole di Berlusconi sulla guerra purtroppo non smentiscono le nostre ambiguità”.

Nuove forti tensioni tra i vertici e il ministro si sono registrate poi il 9 luglio scorso, quando Gelmini si recò alla Convention dei centristi di Giovanni Toti nonostante il giorno prima Berlusconi avesse preso le distanze dall’iniziativa (”Il centro siamo noi”). Ora, bisognerà capire se anche i ministri Renato Brunetta e Mara Carfagna e altri azzurri seguiranno Gelmini in una nuova avventura politica. Stasera, il senatore Andrea Cangini (anche lui insofferente verso la linea del partito da mesi) ha strappato, annunciando di votare sì la fiducia a Draghi, in dissenso da Fi. “Non vedo un fatto politico nuovo, che giustifichi un cambio di voto da parte mia, ho votato la fiducia per 55 volte, la voterò anche la 56 esima”, ha detto in Aula Cangini.

(AdnKronos)

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