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“In Ucraina sono in corso una guerra contro i civili ed un genocidio. Quello russo è un attacco al nostro paese, all’intero mondo civilizzato ed all’Europa. I bombardamenti di ieri, a pochi chilometri dal confine con la Polonia, ne sono la testimonianza”.

Iryna Mykychak, vice ministro della Salute in Ucraina, conversando con l’Adnkronos si appella alla comunità internazionale ed all’Italia: “Oltre alle vittime del fuoco nemico, gli attacchi privano intere comunità di assistenza sanitaria mettendo a rischio la vita delle persone, feriti, malati gravi, pazienti cronici ed oncologici… Si faccia il possibile per fermare questa guerra. Ringraziamo per tutto l’aiuto che arriva dall’Italia e dagli altri paesi. E per l’accoglienza offerta agli ucraini sfollati dal Paese”.

“Abbiamo bisogno di aiuto. Qui non è in gioco la qualità dell’assistenza sanitaria ma la possibilità di accedervi a partire da alcune aree del paese rase al suolo o continuamente sotto il fuoco nemico. Ospedali, ambulanze, infrastrutture civili sono state bombardate, danneggiate o distrutte perché i russi vogliono distruggere i servizi pubblici del Paese. Il nostro network ospedaliero reagisce, lavorando giorno e notte senza sosta. Anche i centri clinici nelle retrovie, in aree più sicure, intervengono mandando al fronte le loro equipe sanitarie. Ma sono in perenne stato di allarme a causa delle sirene e della necessità di spostarsi con i pazienti nei bunker. La mobilitazione è generale”.

Iryna Mykychak entra nello specifico di una “situazione drammatica soprattutto nei territori occupati: Stiamo tentando di fare evacuare attraverso i corridoi umanitari più persone possibile. A partire dai malati cronici, che lì non possono essere adeguatamente curati; tentiamo di trasportare via tutti in treno, macchina…Ma vorrei precisare che anche nelle zone occupate gli ospedali funzionano, i medici tentano di fare il possibile. Si sono mobilitati ospedalieri, professori universitari e studenti di medicina, volontari…una cordata internazionale è scesa in campo”. “Ci sono tuttavia tante città, come Mariupol, dove non abbiamo accesso ed è impossibile usare i corridoi. Lì la catastrofe umanitaria è immensa. Per le vittime dei bombardamenti, per i pazienti cronici ad esempio in emodialisi o oncologici, che rischiano di morire se non sostenuti da cure. E’ indispensabile – prega – chiudere il cielo dell’Ucraina o aumenterà il numero delle persone che devono lasciare il Paese, fermo restando che siamo ovviamente grati ai paesi ospitanti”.

Di cosa avete più bisogno? “Kit di emergenza per i feriti e medicine per malati cronici. Abbiamo bisogno di preparati chemioterapici, anti coagulanti, immuno-soppressori, farmaci per malati di tiroide, per pazienti cardiovascolari, per persone sottoposte a trapianti. Servono quelle medicine che non vengono prodotte in Ucraina tanto più che la situazione in questi 20 giorni di guerra è cambiata rapidamente. Ci sono città completamente rase al suolo. Mi chiedo ancora come sia possibile che i russi facciano una cosa simile – commenta abbassando il tono della voce – Ma gli ucraini sono uniti, lavorano insieme, hanno fiducia nel presidente, nell’esercito”.

Quanto è significativo l’incontro di oggi a Roma del consigliere per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan e del responsabile della politica estera del Partito comunista cinese Yang Jiechi? “Non sono esperta di geopolitica – dice all’Adnkronos il viceministro alla Salute – ma crediamo che ogni paese possa giocare il suo ruolo. Noi abbiamo una sola aspettativa: la pace. L’Ucraina la sta proteggendo per sé stessa, ma anche per il resto del mondo. Speriamo che anche gli altri paesi possano farlo”, conclude.

E la situazione covid? “La pandemia ci ha aiutato, perché negli ultimi due anni abbiamo organizzato meglio il sistema, investendo ad esempio in concentratori di ossigeno ed altro. I nostri medici erano pronti a uno sforzo simile. Sul fronte vaccini, la campagna vaccinale sta procedendo i tutti gli ospedali. Certamente i casi di malati di covid in Ucraina continuano ad esserci, come riscontriamo nelle zone dove ancora si possono effettuare test. Ma nelle aree più esposte all’invasione russa, è impossibile al momento pensare al covid”, risponde la vice ministra della Salute.

(di Roberta Lanzara – AdnKronos)

 

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