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Aggiornamento ore 22 – Stop agli spostamenti tra regioni gialle il 21 dicembre nel nuovo Dpcm che verrà varato in vista di Natale. E’ lo scenario che si profila nella riunione, sulle misure per le festività, con il premier Giuseppe Conte, i ministri Roberto Speranza e Federico D’Incà con i capigruppo di maggioranza. Fonti parlamentari riferiscono di un confronto ancora aperto. Nella riunione è stata confermata l’intezione di stoppare la mobilità tra le regioni gialle a partire dal 21 dicembre e si starebbero valutando alcune eccezioni: ricongiungimenti familiari e seconde case. La terza possibilità, quella di raggiungere alberghi, sarebbe molto più controversa, si spiega.

“Fino ad ora Conte è stato aperto alla possibilità dei ricongiungimenti familiari”, si apprende ancora da fonti parlamentari. Per quanto riguarda le misure, sarebbero valide dal 21 dicembre al 6 gennaio.

A quanto apprende l’Adnkronos, la riunione è iniziata partendo dalle vaccinazioni, in vista del siero anti-Covid che arriverà a inizio anno, stando almeno ai piani delle case farmaceutiche impegnate in prima linea nella ricerca. Il governo ha illustrato la strategia sulla quale è già a lavoro, con una corsia preferenziale per le strutture ospedaliere e le Rsa, passando poi all’immunizzazione del resto della popolazione a partire dalle persone più fragili.

Poi la scuola. Ritornare tra i banchi il 14 dicembre, senza attendere il nuovo anno, è l’ipotesi avanzata dal premier. A quanto apprende l’Adnkronos da fonti presenti all’incontro, il presidente del Consiglio avrebbe chiesto un parere ai presenti, che tuttavia avrebbero sollevato parecchi dubbi vista la vicinanza della data avanzata da Conte con le vacanze di Natale. Rimandare gli studenti sui banchi dal 14 dicembre, ha osservato il premier aprendo la discussione sul capitolo scuola, “sarebbe un bel segnale per i ragazzi”. Il presidente del Consiglio ha comunque precisato che sull’ipotesi di riaprire i cancelli delle superiori e dei licei – con riunioni preparatorie dal 9 dicembre per garantire il rientro a scuola in massima sicurezza – andrebbe sondato il Comitato tecnico scientifico. Intanto però il premier si porta avanti e chiede un parere alle forze di maggioranza, sentendo i capigruppo presenti in riunione che non hanno mancato di esprimere i loro dubbi.


La notizia della prima ora – Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, si prepara per firmare il nuovo Dpcm che andrà a sostituire quello che sarà in scadenza giorno 3 dicembre. Prima del varo del Decreto che riguarderà il Natale, oggi il governo incontrerà le regioni per cercare la quadra, visto che i governatori delle zone gialle, spingono perché non vi sia alcuna restrizione per lo spostamento tra queste regioni e che si possano avere i ristoranti aperti e coprifuoco spostato in avanti

Spostamenti, coprifuoco, congiunti. E poi scuola, ristoranti, bar, impianti sciistici. Tutto questo sul tavolo nel confronto tra governo e regioni in vista del varo del nuovo Dpcm per Natale, che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte firmerà nelle prossime ore e che sostituirà il provvedimento in scadenza il 3 dicembre.

Con il ministro della Salute Roberto Speranza e il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia ci saranno anche il commissario straordinario all’emergenza Covid Domenico Arcuri e il capo della Protezione civile Angelo Borrelli. Dall’altro lato, Regioni, Anci e Upi.

L’impalcatura del Dpcm appare delineata, con il coprifuoco anche a Capodanno, i ristoranti chiusi il 25 e il 26 dicembre, l’orario d’apertura dei negozi fino alle 21. Spostamenti vietati tra le regioni -probabilmente dal weekend prima di Natale – anche in fascia gialla, con eventuali eccezioni per chi ha la residenza in un’altra regione o per chi dovrebbe far ritorno al proprio domicilio e, con l’occasione, rivedere la propria famiglia. Nella zona arancione, secondo le regole già adottate, non è consentito lasciare il proprio comune. Più libertà di movimenti potrebbe essere concessa a chi vuole raggiungere la propria seconda casa all’interno della zona gialla prima del blocco.

La posizione delle regioni è stata illustrata per sommi capi da Giovanni Toti, governatore della Liguria. “Le regioni chiedono un ulteriore confronto che dia trasparenza al processo decisionale che attiene alla divisione in fasce del paese. Le regioni ribadiscono che occorre semplificare e qualificare il processo decisionale, sapere come vengono interpretati i parametri”, dice Toti.

“Quasi tutti i governatori hanno sottolineato che occorre accorciare il meccanismo di uscita da una zona. Nell’attuale Dpcm questo processo richiede almeno 21 giorni di calendario, riteniamo possa essere più rapido. Bisogna poi rendere più attuali i numeri su cui si basa l’attribuzione di una zona alle regioni”, aggiunge.

“Il principio del divieto di assembramento deve essere il cardine del prossimo Dpcm, anche per un criterio di mera equità rispetto alle varie attività”, dice, ripensando alle scene viste nel weekend nelle principali città, con file davanti ai negozi. “Torneremo a chiedere ristori per le categorie che soffriranno per un Natale condizionato dalle misure restrittive, chiediamo che ci sia una campagna di informazione importante”, afferma ancora. Capitolo sci: “Le regioni si sono interrogate sulla possibilità di riaprire gli impianti di risalita per gli ospiti degli hotel o per chi possiede una seconda casa per dare una parziale compensazione a località sciistiche o, in caso questo non sia possibile, la chiusura dei confini del paese per evitare che il nostro pubblico vada a sciare in paesi in cui gli impianti saranno verosimilmente aperti: la Svizzera lo sta facendo, l’Austria, la Slovenia. Vedremo come si comporterà la Francia. Non vorremmo subire oltre al danno anche la beffa di tenere chiuso il nostro arco alpino e vedere persone che vanno altrove in vacanza e poi rientrano magari importando il contagio”, spiega Toti.

Quindi, l’ipotesi di creare una ‘zona bianca’ che si aggiunga alle aree già previste. “Vorremmo comprendere se oltre le zone rosse, arancioni e gialle è possibile immaginare anche una zona dove ci sono ulteriori possibilità economiche se i dati del contagio lo consentiranno”, dice ipotizzando “l’apertura serale di ristoranti e bar, non illimitata e non per le feste, ma nei limiti di protocolli rigorosi vigenti”.

Sulla scuola, la posizione dei governatori è chiara: bisogna ripartire a gennaio. “Le regioni hanno ribadito che sembra surreale una discussione per riaprire una settimana prima delle vacanze natalizie. Occorre un tavolo per prepararsi all’apertura di gennaio. Auspichiamo che il confronto sia produttivo, vogliamo dare il nostro contributo in una situazione in cui l’epidemia sta calando un po’ ovunque”, afferma.

 

(AdnKronos)

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