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“Come sempre quando un virus fa il salto di specie, l’organismo non ha una memoria immunologica di questo patogeno nuovo, non essendoci mai entrato in contatto. In questo momento si stanno affilando le armi da entrambe le parti. Lo stiamo combattendo e poi c’è la variabile rappresentata da noi medici che cerchiamo di trattare Covid-19”, la malattia provocata dal nuovo coronavirus. A spiegare all’AdnKronos Salute come si stanno curando in queste ore i pazienti italiani positivi al virus ricoverati negli ospedali lombardi è Raffaele Bruno, direttore dell’unità operativa complessa Malattie infettive del Policlinico San Matteo di Pavia.

“Partiamo dagli aspetti positivi: l’80% delle persone che si contagiano sta bene. Poi ci sono delle forme evolutive”, situazioni in cui i pazienti hanno un peggioramento che si è visto essere rapido. Per trattare queste forme di infezione più gravi “stiamo usando una terapia empirica ragionata – chiarisce Bruno -. In questo momento infatti non ci sono farmaci antivirali diretti, ma ci sono dati di alcuni antivirali saggiati in vitro che si sono visti efficaci. Poi c’è tutta la parte della terapia di supporto gestita dagli intensivisti e dai rianimatori, e poi si utilizza anche un supporto antibiotico per evitare che i pazienti possano andare incontro a sovrainfezioni batteriche” in una situazione delicata come la loro.”Si tratta – evidenzia l’infettivologo – di strategie frutto del ragionamento clinico e anche dell’esperienza di altri colleghi che si sono trovati a fronteggiare Covid-19 in giro per il mondo. In particolare colleghi della Cina e della Sud Corea e altri Paesi che hanno avuto casi sporadici nel mondo. C’è, fra gli altri, un farmaco che è stato usato per Ebola senza molti risultati e che si è visto invece essere attivo contro questa infezione. Lo avremo qui a disposizione fra qualche giorno”, conclude il primario.


29 febbraio – ore 9 – Altri 47 decessi per il nuovo coronavirus sono stati registrati in Cina, dove il bilancio delle vittime sale così a 2.835. Sono 427 i nuovi casi di contagio (di cui 423 a Hubeei) che salgono così in totale a 79.251, di cui più di 7.660 critici. Su tutto il territorio nazionale, 39.002 pazienti con il virus sono guariti.29

Oms, rischio diffusione globale molto alto (morti 2.791 in Cina)

28 febbraio ore 17:30 – L’Oms rivede le sue stime e innalza la valutazione del rischio di diffusione da alto a molto alto a livello globale. I morti in Cina sono 2791, mentre nel resto del mondo sono 67

“Seguiamo costantemente con i nostri epidemiologi lo sviluppo di questa epidemia e abbiamo ora modificato la nostra valutazione del rischio di diffusione e di impatto di Covid-19 da alto a molto alto a livello globale”. Lo ha affermato il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, in conferenza stampa a Ginevra. Finora il rischio era molto alto solo in Cina.

“Da ieri – ha spiegato il direttore generale dell’Oms – 5 Paesi hanno riportato i loro primi casi di Covid-19. Tutti questi casi hanno legami con l’Italia”. Quanto alla Cina, “nelle ultime 24 ore ha riportato 329 nuovi casi di Covid-19, il numero più basso in oltre un mese. Alle 6 di questa mattina, i casi riportati dalla Cina all’Oms sono 78.959, incluse 2.791 morti. Al di fuori dalla Cina, ci sono ora 4.351 casi in 49 Paesi e 67 morti”.

Tedros Adhanom Ghebreyesus ha avvertito che “non bisogna fare retorica, nessun Paese è responsabile di un’epidemia, nemmeno gli animali hanno colpa se diffondono un virus. Bisogna fare attenzione al linguaggio che usiamo in questo momento di difficoltà, perché lo stigma non sarebbe di alcun aiuto”.

Ma che vuol dire aver alzato il livello di rischio? “Il rischio si alza perché vediamo sempre più Paesi alle prese” con il coronavirus. “Questa decisione di fatto riflette quello che sta accadendo nel mondo: più Paesi coinvolti, alcuni in difficoltà nel riuscire a contrastarlo. Come ha detto il dottor Tedros c’è ancora una finestra di opportunità” per fermare Covid-19, ha evidenziato Mike Ryan, a capo del Programma di emergenze sanitarie dell’Organizzazione mondiale della sanità. “Siamo al livello più alto di allerta – ha aggiunto – ma questo non per allarmare o spaventare le persone, ma per far capire ai Paesi che” non c’è più molto tempo e che “occorre svegliarsi ed essere pronti”.  (AdnKronos)

ore 9 – In Cina calano i casi gravi: da 7.952 a 394. Le autorità confermano poi 327 nuovi contagi e 44 morti, di cui 41 nella provincia di Hubei.

Le autorità nigeriane hanno confermato il primo caso nel Paese africano: si tratta di un cittadino italiano che lavora in Nigeria e che è rientrato a Lagos da Milano il 25 febbraio. L’uomo si trova attualmente ricoverato in un ospedale di Yaba, non presenta sintomi gravi e le sue condizioni sono stabili.

Primo caso anche in Lituania: si tratta di una donna di 39 anni rientrata da qualche giorno a Kaunas da Verona. Lo ha reso noto il governo di Vilnius, spiegando che la donna presenta sintomi lievi. Le autorità sanitarie lituane hanno messo sotto osservazione tre dei suoi familiari. (fonte Adnkronos)

27 febbraio – Le autorità cinesi hanno comunicato che il numero dei decessi sta diminuendo in maniera cospicua con il passare del tempo, nelle ultime 24 ore sono stati 29 i decessi, mai così basso il numero delle vittime fino a oggi, dal giorno in cui è iniziata l’epidemia. Sono così in totale 2750 le persone decedute e 78.500 i casi registrati.

Intanto si segnala un primo contagio in Israele: la persona risultata positiva ai test è un uomo che era rientrato in patria quattro giorni fa, dopo essere stato in Italia. Le autorità sanitarie hanno disposto il ricovero presso lo Sheba Medical Center a Ramat Gan, una località a circa 10 km dal centro di Tel Aviv. I controlli saranno estesi a tutte le persone che sono entrate in contatto con l’uomo dopo il suo rientro in terra israeliana. Oggi, con buona probabilità, le autorità dello Stato con la Stella di David, proibiranno l’ingresso nel paese a tutti gli italiani. Primo caso anche per Estonia, Romania e Danimarca

26 febbraio – Il direttore dell’Oms Europa Hans Kluge, durante la conferenza stampa che si è tenuta alla fine del vertice al ministero della Salute nella capitale italiana, ha dichiarato che “E’ importante tenere in considerazione il principio della proporzionalità. Facendo una valutazione seria e obiettiva, non possiamo prendere sotto gamba una situazione d’emergenza qual è quella che stiamo vivendo a causa del Coronavirus Covid-19, ma è anche vero ricordare che 4 casi infetti su 5 presentano sintomi lievi e questi pazienti guariscono abbastanza in fretta.

25 Febbraio – Il capo missione in Cina dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Bruce Aylward, ha dichiarato che il “Remdesivir” della Gilead Sciences, un farmaco antivirale sperimentale per il trattamento del coronavirus, potrebbe essere una buona soluzione contro il Covid-19. Il farmaco era stato sviluppato per combattere l’Ebola, ma in molti casi di Coronavirus si sta usando su pazienti in Cina. E’ ancora presto per valutarne l’efficacia, ma l’Oms è ottimista e prevede che i dati del test siano disponibili entro i primi 15 giorni di marzo. Anche in Italia si sta utilizzando in combinazione di altri due farmaci antivirali.

Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte chiuse scuole e cancellati eventi

CHIUSURA DELLE SCUOLE – Alla fine è arrivata la decisione del Sindaco Sala, di chiudere le scuole per una settimana. Scelta che il virologo Roberto Burioni approva e che aveva già caldeggiato si mettesse in atto. Aggiornamento – Scuole chiuse in tutta la Lombardia. Cancellati e vietati eventi e manifestazioni culturali, ludiche, sportive e religiose. Anche il Veneto, il Piemonte e l’Emilia Romagna prendono questa direzione. Armani e Biagiotti annullano le sfilate

Scuole chiuse a Milano. Una scelta condivisibile e volta a prevenire altri contagi, quella del sindaco di Milano Giuseppe Sala, che ha deciso di far interrompere le lezioni scolastiche per una settimana. Non si tratta di psicosi, come alcuni possono pensare, ma di una misura cautelativa corretta.

Burioni: “E’ una scelta corretta e di buon senso”

Il virologo Roberto Burioni, aveva auspicato che tale provvedimento fosse preso e infatti non appena è arrivata la notizia della chiusura voluta dal sindaco Sala delle attività scolastiche per una settimana, ha immediatamente approvato il gesto del primo cittadino di Milano:
“Giusto così. C’è un altro passo che doveva essere compiuto. Drastico, ma che ci impedirà di ripetere gli errori già commessi nella prima fase. Era necessario chiudere le scuole, non solo quelle delle aree più colpite. È appena arrivata la notizia che questo sarà fatto a Milano e, probabilmente, il resto della Lombardia e il Veneto andranno nella stessa direzione. Non tanto e non solo per la sicurezza dei nostri bimbi che, dagli studi che ci arrivano dalla Cina, sembrano non andare incontro alle forme più gravi dell’infezione. Lo si doveva fare soprattutto nell’ottica del contenimento della trasmissione del virus.”

SCUOLE CHIUSE IN TUTTA LA LOMBARDIA

Lo hanno deciso il governatore della Lombardia Fontana e il ministro della salute Speranza: tutte le scuole di ordine e grado rimarranno chiuse fino a nuovo provvedimento. Inoltre l’ordinanza che si sta predisponendo prevede anche la sospensione di ogni manifestazione o iniziativa di qualsiasi natura e sotto ogni forma di riunione, che siano svolte in luogo pubblico o privato. Si evita così ogni tipo di assembramento che può aumentare il rischio di contagio qualora vi siano persone infette ma che non presentano ancora i sintomi della malattia. E’ prevista anche la sospensione dei servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura.

ANCHE IN VENETO CHIUSURA FINO A DOMENICA PROSSIMA 1° MARZO

Il governatore del Veneto Luca Zaia ha deciso che rimarranno chiuse le scuole di ogni ordine e grado e saranno cancellati tutti gli eventi e le manifestazioni di qualsiasi natura esse siano.

ANCHE IL PIEMONTE ORDINA CHIUSURA SCUOLE COSI’ COME L’EMILIA ROMAGNA

Anche le regioni Piemonte ed Emilia Romagna, come Lombardia e Veneto hanno a proclamato la chiusura delle scuole e di ogni evento o manifestazione.

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