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Ogni anno, 7,7 milioni di persone muoiono a causa di infezioni batteriche, con quasi 5 milioni di decessi legati ai superbatteri. Una nuova analisi su ‘The Lancet’ sottolinea la necessità di un’azione globale immediata

Ogni anno, circa 7,7 milioni di persone nel mondo muoiono a causa di infezioni batteriche, rappresentando 1 su 8 di tutti i decessi globali. Di questi decessi, quasi 5 milioni (4,95 milioni) sono associati a superbug, batteri che hanno sviluppato resistenza agli antibiotici. Migliorare i metodi esistenti per prevenire le infezioni potrebbe prevenire oltre 750.000 decessi legati alla resistenza antimicrobica ogni anno nei Paesi a medio e basso reddito (Lmic). Questo è quanto emerge da una nuova analisi pubblicata su ‘The Lancet’.

Gli autori della serie di articoli pubblicati avvertono che, senza un’azione prioritaria contro la resistenza antimicrobica, il bilancio globale delle vittime aumenterà, colpendo particolarmente neonati, anziani e persone con malattie croniche o che necessitano di procedure chirurgiche ad alto rischio. Il sostegno a un accesso sostenibile agli antibiotici dovrebbe essere centrale negli obiettivi per combattere la resistenza antimicrobica, come discusso nella prossima riunione di alto livello dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel settembre 2024.

Questo appello per un’azione globale urgente contro i super batteri è stato lanciato dagli autori della serie durante l’Assemblea mondiale della sanità (World Health Assembly). Fra le azioni indicate come prioritarie vi sono l’intensificazione degli sforzi per promuovere la vaccinazione, il controllo delle infezioni ospedaliere e misure per ridurre la necessità di utilizzo degli antibiotici, proteggendone l’efficacia. Inoltre, si richiede di ampliare l’accesso agli antibiotici esistenti e nuovi, che potrebbero salvare molte vite, e aumentare gli investimenti in nuovi antibiotici, vaccini e strumenti diagnostici progettati per essere accessibili globalmente.

“La resistenza antimicrobica rappresenta un’enorme minaccia per la sopravvivenza dei neonati in tutto il mondo”, evidenziano gli esperti. Un terzo dei decessi neonatali globali è causato da infezioni, e metà di questi dalla sepsi, una risposta sistemica potenzialmente letale alle infezioni. Sempre più spesso, i batteri o i funghi responsabili non rispondono più agli antibiotici maggiormente disponibili. In uno studio condotto in 11 Paesi tra il 2018 e il 2020, il 18% dei bambini affetti da sepsi non è sopravvissuto nonostante gli fosse stato somministrato antibiotico.

Iruka Okeke, coautrice della serie e professore all’Università di Ibadan in Nigeria, avverte: “La resistenza antimicrobica è in aumento, accelerata dall’uso inappropriato di antibiotici durante la pandemia di Covid-19. Sta minacciando la spina dorsale della medicina moderna e portando già a morti e malattie che un tempo sarebbero state prevenute”.

Nour Shamas, membro della Task Force dell’OMS sulla resistenza antimicrobica, racconta un’esperienza personale: “Come farmacista clinico specializzato in malattie infettive, conoscevo già l’enorme problema della resistenza antimicrobica. Tuttavia, è diventato personale quando mia madre ha sviluppato un’infezione da batterio resistente ai farmaci dopo un intervento. In Libano, il nostro sistema sanitario è impreparato a proteggere i pazienti dalla resistenza antimicrobica: ci sono lacune”.

Il co-autore Ramanan Laxminarayan, presidente di ‘One Health Trust and Senior Research Scholar’ alla Princeton University, conclude: “La finestra di opportunità per garantire la nostra capacità di trattare le infezioni batteriche si sta restringendo. Abbiamo bisogno di un’azione immediata e gli strumenti per farlo sono ampiamente disponibili. Speriamo che l’incontro di alto livello delle Nazioni Unite di settembre garantisca la volontà globale di agire”.

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