Economia
Tassi di interesse in aumento: effetti su rate dei mutui
Una delle principali preoccupazioni per coloro che hanno un mutuo o stanno pensando di ottenerne uno, magari per l’acquisto della loro prima casa, è rappresentata dall’aumento dei tassi di interesse nel 2023. Le rate dei mutui stanno registrando un costante aumento mese dopo mese, creando preoccupazione soprattutto per quelli a tasso variabile rispetto a quelli a tasso fisso.
A novembre 2022, l’inflazione ha raggiunto il 5,1%, il livello più alto dal 1996. Questo ha spinto la Banca Centrale Europea a intraprendere una politica monetaria restrittiva, aumentando i tassi di interesse, ovvero il costo del denaro che presta alle banche. Ciò comporta un aumento dei costi per i prestiti e i mutui per famiglie e imprese. Secondo le previsioni degli esperti, le rate dei mutui continueranno ad aumentare almeno fino alla metà del 2024. Tuttavia, cerchiamo di capire quando gli effetti di questa politica monetaria si rifletteranno sulle rate dei mutui.
Secondo un’analisi della Bce, l’andamento dei tassi di interesse dei mutui non si abbasserà prima del secondo trimestre del 2024 a causa dell’elevata inflazione e delle misure restrittive adottate dalla banca centrale. Questa politica monetaria mira a ridurre l’inflazione e sostenere il PIL, ma avrà anche effetti negativi sullo spread e sul costo del denaro. Allo stesso tempo, i tassi dei mutui dovranno aspettare più a lungo per beneficiare delle riduzioni auspicate dalla politica monetaria.
Attualmente, il costo del denaro ha superato già il 4% e potrebbe arrivare al 5% entro l’estate del 2023. Ciò comporterà un aumento delle rate per i mutuatari, soprattutto per coloro con mutui a tasso variabile. Secondo le simulazioni degli esperti riportate da Money.it, la situazione non migliorerà prima di maggio o giugno del 2024, mentre gli effetti sull’inflazione e sul PIL inizieranno a manifestarsi già nel 2023.
La differenza di tempistica è dovuta alla persistente inflazione di fondo, che sembra non voler scendere e si manterrà sopra il 2% per un periodo prolungato. La discesa è prevista solo nel 2024, precisamente nel secondo trimestre dell’anno prossimo.
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(con fonte AdnKronos)
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