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“Ho visto la cucina dall’interno, so come funziona”. Lo dice in un’intervista a ‘Repubblica’ Igor Volobuev, ex manager di Gazprom, riferendosi alla macchina della propaganda del Cremlino. Volobuev, 50 anni, è a Kiev. È fuggito da Mosca all’inizio di marzo, lasciandosi alle spalle una vita per metà vissuta in Russia e una poltrona comoda. “Dentro Gazprom mi occupavo di insegnare la ‘politica dell’informazione'”, afferma Volobuev, spiegando che la loro attività era fare operazioni di propaganda “contro l’intera Ucraina, il Paese più importante per il transito del gas russo. Il centro di controllo è ed è sempre stato nell’ufficio del Presidente. Uno degli uomini che muoveva i fili era Aleksej Gromov (vice capo dello staff di Putin e addetto alla propaganda, ndr). Durante la guerra del gas del 2008-2009 l’obiettivo principale del servizio stampa di cui ero capo era dimostrare che gli impianti dell’Ucraina avevano un tasso altissimo di guasti, che Kiev non investiva nell’ammodernamento e che, dunque, era più conveniente bypassarli. Un modo per screditare l’Ucraina e toglierle lo status di principale Paese di transito”.

Gli ordini di diffondere queste fake news li dava “il ceo di Gazprom, Aleksej Miller. Lui li riceveva direttamente dal Cremlino. Davamo alle operazioni la veste del confronto economico, in realtà la guerra del gas era una conseguenza dei problemi che la leadership russa aveva con Kiev”. Che tipo di problemi? “La Rivoluzione arancione, Viktor Yushenko al potere, la volontà di aderire alla Nato”. E sull’attuale propaganda russa, Volobuev dice che “mentono in continuazione. Sostengono che siano le truppe ucraine a bombardare le città e il popolo russo ci crede. Non dimentichiamo mai la regola base: qualsiasi informazione che proviene da fonti ufficiali russe è di default una bugia fino a quando non sia provata”.

L’ex manager di Gazprom rivela: “Quando lavoravo là sapevo che milioni di dollari erano stati investiti per corrompere ‘agenti di intelligence’ perché diffondessero sui media una visione favorevole al governo. Apparentemente, lo stesso meccanismo è in vigore adesso”. E aggiunge: “In Gazoprom e in Gazprombank ci sono persone consapevoli che tutto questo porterà la Russia alla catastrofe. Più l’Europa è unita nel fare pressione, più velocemente abbandoneranno”. E gli oligarchi? “Putin li ha intimiditi, dopo l’arresto di Khondorkovsky hanno capito la lezione. Se però l’Ue impedisce loro di entrare nel territorio e continua con le sanzioni, presto cominceranno a fare qualcosa per rovesciarlo”.

(AdnKronos)

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