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Lancio di razzi dalla striscia di Gaza contro il sud di Israele. Due razzi fermati da Iron Dome e due finiti in spazi lontani dalla popolazione. L’IAF risponde con dei raid distruggendo obiettivi di Hamas a Gaza City e dintorni

Non si è fatta attendere la risposta israeliana al lancio di 4 razzi all’imbrunire da Gaza e un pallone incendiario nel sud di Israele. L’Idf (le forze di difesa israeliane) ha organizzato la risposta a seguito del lancio di oggi pomeriggio a Nahal Oz, Sa’ad e Kfar Azza, che grazie al sistema Iron Dome di difesa dell’esercito con la Stella di David, due sono state neutralizzate mentre altre due sono finite in zone disabitate; oltre ai razzi anche un ordigno esplosivo è stato lanciato con un pallone nella zona di Sderot, esplodendo ma senza provocare danni o vittime.

Ok dal comando per i raid di ritorsione

A quel punto i jet di Gerusalemme hanno iniziato la missione di ritorsione bombardando obiettivi delle milizie di Hamas, il braccio armato delle brigate Ezzedin al-Qassam. I droni della IAF (l’aviazione israeliana) hanno colpito e distrutto una posizione di Hamas all’interno di Gaza City e una in periferia, mentre con un altro raid hanno dapprima avvisato gli occupanti con quello che in gergo viene chiamato “bussare sul tetto” (un piccolo ordigno sparato sul tetto per far capire che sta per essere colpito e distrutto l’edificio) che in questo caso era il palazzo dell’amministrazione civile nel nord di Gaza.

Operazioni concluse con obiettivi prefissati eliminati

Secondo il comunicato affidato a un portavoce dell’Idf, le operazioni si sono concluse dopo aver distrutto anche un impianto di produzione di armi e un complesso dove gli israeliani sono certi fosse una sede dei terroristi di Hamas.

Ora sembra regnare una calma relativa ma l’allerta rimane altissima

Non ci sono stati fino a questo momento nuovi lanci dalla striscia di Gaza e l’aviazione con la Stella di David è quindi rientrata nelle proprie basi, dove comunque l’allerta rimane sempre altissima, non soltanto per i continui lanci di Hamas ma anche per le minacce iraniane di colpire obiettivi dello Stato ebraico.


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