
Morte carabiniere a Francavilla Fontana, uno degli autori ucciso in un conflitto a fuoco. 2 agenti indagati
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Il 59enne, già pregiudicato, era ricercato per l’omicidio del brigadiere Carlo Legrottaglie. Indagati per eccesso colposo i due agenti che lo hanno colpito a morte dopo un nuovo conflitto a fuoco
Sono indagati per eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi i due agenti che giovedì hanno rintracciato e ucciso, in un secondo conflitto a fuoco avvenuto nelle campagne di Grottaglie (Taranto), Michele Mastropietro, il pregiudicato di 59 anni che poche ore prima aveva ucciso il brigadiere dei carabinieri Carlo Legrottaglie a Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi.
Martedì 17 giugno il pubblico ministero Francesco Ciardo conferirà l’incarico per l’autopsia sul corpo di Mastropietro. L’esame sarà fondamentale per ricostruire la dinamica dello scontro, tra cui i fori di entrata e di uscita dei proiettili. “Si tratta di un atto dovuto”, ha spiegato all’Adnkronos l’avvocato Antonio Maria La Scala, legale di uno dei due agenti coinvolti.
Mastropietro, con precedenti per rapina, è accusato di aver sparato al brigadiere Legrottaglie durante un primo scontro a fuoco a Francavilla. Il suo presunto complice, Camillo Giannattasio, 57enne incensurato, è stato fermato e poi arrestato per detenzione di un arsenale di armi. Durante l’udienza di convalida del fermo, tenutasi nel carcere di Taranto, Giannattasio si è avvalso della facoltà di non rispondere e ha chiesto l’esame dello stub.
Secondo le prime ricostruzioni, al momento della cattura i due erano insieme e stavano fuggendo a piedi. Mastropietro era già ferito dalla prima sparatoria – probabilmente proprio da un colpo del brigadiere Legrottaglie – ma avrebbe comunque aperto nuovamente il fuoco. Sul posto sarebbero stati trovati i bossoli di tre armi diverse. È stato colpito e ucciso, mentre il complice è stato bloccato e ammanettato.
Oltre all’autopsia, sarà effettuata una perizia balistica per determinare con precisione le responsabilità nello scontro a fuoco finale. Il caso potrebbe rientrare per la prima volta nell’applicazione del recente decreto sicurezza, che prevede un sostegno economico per le spese legali di forze dell’ordine, vigili del fuoco e militari indagati o imputati per fatti di servizio.
La Lega ha definito “sconcertante e dolorosa” l’iscrizione nel registro degli indagati dei due agenti. “Grazie al decreto sicurezza voluto fortemente dalla Lega è stata garantita la tutela legale per le forze dell’ordine – si legge in una nota – ma ora serve anche una tutela processuale, per evitare che scattino automaticamente procedimenti penali a carico di chi agisce per proteggere la sicurezza dei cittadini”.
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(con fonte AdnKronos)
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