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Prezzi alimentari in aumento: la situazione in Italia secondo Coldiretti e Istat
A differenza dell’andamento generale, i prezzi dei beni alimentari stanno subendo un’accelerazione significativa, con un aumento medio del 12,9%. In particolare, il prezzo dello zucchero, di cui l’Italia è fortemente carente, ha raggiunto punte massime del 55%, mentre quello dell’olio di semi, soprattutto di girasole, è salito del 44%, influenzato dalla guerra in Ucraina, uno dei principali produttori di questo tipo di olio. Questi dati emergono dall’analisi della Coldiretti sui dati Istat sull’inflazione, che mostra un calo medio al 9,1% a febbraio.
Secondo la Coldiretti, i prezzi dei prodotti alimentari non elaborati (+8,7%) e, soprattutto, quelli lavorati (+15,5%), che riflettono l’aumento dei costi di produzione legati alla trasformazione e al confezionamento, stanno aumentando. Queste difficoltà si riflettono non solo sui consumatori, ma anche sulle imprese, che hanno registrato un aumento dei costi, dai materiali di imballaggio come il vetro e le etichette, ai mangimi e al gasolio.
Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, sostiene che la pandemia e la guerra hanno dimostrato che la globalizzazione spinta ha fallito e che sono necessari rimedi immediati e un rilancio degli strumenti europei e nazionali per garantire la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero e garantire un giusto prezzo degli alimenti per i produttori e i consumatori. Prandini sottolinea l’esigenza di raddoppiare le risorse destinate all’agroalimentare, passando da 5 a 10 miliardi di euro nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, spostando fondi da altri comparti per evitare di perdere i finanziamenti dell’Europa.
Prandini ha presentato più di 50 proposte di progetti di filiera nell’ambito del Pnrr, che coinvolgono migliaia di agricoltori, allevatori, imprese di trasformazione, università e centri di ricerca. L’obiettivo è combattere la speculazione sui prezzi attraverso una distribuzione più equa del valore lungo la filiera per tutelare i consumatori e il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali.
Istat
“A febbraio si consolida la fase di rapido rallentamento dell’inflazione (scesa a +9,1%). La flessione è frutto dell’attenuazione delle tensioni sui prezzi dei Beni Energetici, sia della componente regolamentata sia di quella non regolamentata. Tuttavia, si mantengono le spinte al rialzo dei prezzi nel comparto dei Beni alimentari, lavorati e non, dei Tabacchi e dei Servizi, quasi tutti in accelerazione tendenziale”. E’ il commento dell’Istat relativo ai dati sull’inflazione a febbraio diffusi oggi.
“Come conseguenza di tali andamenti, si accentua la crescita su base annua della componente di fondo (+6,3%) e quella del cosiddetto ‘carrello della spesa, che risale a +12,7%, dopo il rallentamento osservato a gennaio” aggiunge l’Istat.
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona registrano un’accelerazione in termini tendenziali (da +12,0% a +12,7%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto rimangono pressoché stabili (da +8,9% a +9,0%).
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(con fonte AdnKronos)
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