L’oro non è più il bene rifugio per eccellenza
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L’oro è da sempre considerato il bene rifugio per eccellenza, insieme al dollaro, allo yen, al franco svizzero o al Bund tedesco, ma oggi sta perdendo parte del suo grande valore. Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, l’oro è schizzato sopra i 2mila dollari l’oncia con una reazione tipica da scenario risk off, riavvicinando i suoi massimi storici toccati nel pieno della pandemia da Covid-19.
Nelle fasi di recessione economica e di forte instabilità dei prezzi la domanda di beni rifugio aumenta proprio per rispondere alle esigenze di protezione. Tra tutti i beni rifugio, l’oro è quello considerato più sicuro.
Ma, come spiega Money.it, nonostante il contesto che viviamo l’oro denominato in dollari è crollato di oltre il 20%. E negli ultimi mesi il ruolo dell’oro come bene rifugio è stato messo in discussione perché da un lato i titoli di stato americani sono più remunerativi e dall’altro perché l’oro è denominato in dollari e questo fa sì che il suo acquisto sia diventato sempre più costoso.
In particolare l’ultimo aumento di tre quarti di punto percentuale ha portato a una crescita del 16% del valore del dollaro Usa, influenzando il mercato: una valuta più forte rende più costoso l’acquisto per gli investitori stranieri, europei e asiatici, e di conseguenza può ridurre la domanda, spingendo al ribasso i prezzi.
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(AdnKronos)
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