
Trump ultimatum Hamas: decidano entro il 5 ottobre, “poi sarà l’inferno”
– Il presidente Usa fissa la scadenza per la risposta al piano in 20 punti; ultima chance entro le 18 locali (mezzanotte in Italia) –
Trump ultimatum Hamas, 3 ott. 2025 – Il presidente degli Stati Uniti, ha imposto una scadenza perentoria per accettare l’accordo di pace: «Hamas ha tempo fino alle 18 di domenica 5 ottobre per accettarlo. Poi sarà l’inferno». Con questa formula netta, Trump ha ribadito che il piano in 20 punti per porre fine alla crisi di Gaza richiede una risposta rapida da parte del movimento islamista.
Trump ultimatum Hamas su Truth
Nel post su Truth il presidente ha sostenuto che «ogni altro Paese ha accettato» l’impianto dell’accordo e ha minacciato una reazione militare estremamente dura in caso di rifiuto. Trump ha inoltre affermato che, a suo avviso, la maggior parte dei combattenti di Hamas è già stata neutralizzata e che solo una sua autorizzazione sarebbe necessaria per completare l’opera, mentre in caso di consegna degli ostaggi e delle salme l’accordo risparmierebbe la vita dei combattenti rimasti.
Trump ultimatum Hamas: contenuti e termini del piano in 20 punti
Il piano presentato dalla Casa Bianca prevede, tra gli altri punti, lo stop immediato alle ostilità con il rilascio degli ostaggi entro 72 ore dall’accordo, la smilitarizzazione della Striscia di Gaza, amnistie condizionate per chi deposita le armi e la creazione di un organismo internazionale per la gestione transitoria e la ricostruzione. Trump ha più volte definito la proposta come «l’ultima opportunità» per evitare un’escalation militare di ampia portata.
Reazioni e stato delle consultazioni
Al momento della dichiarazione del presidente, Hamas non aveva ancora preso una posizione definitiva: fonti interne al movimento hanno comunicato che il piano è ancora oggetto di valutazioni interne e di consultazioni con le altre fazioni palestinesi. Nelle ore precedenti, diversi Paesi arabi e partner internazionali si sono detti disponibili a sostenere il testo, pur avanzando riserve su alcuni aspetti sensibili.
Le mediations diplomatiche — con il coinvolgimento di Qatar ed Egitto e colloqui condotti a varie latitudini — proseguono, ma la scadenza fissata da Trump intensifica la pressione su tutte le parti coinvolte.
Trump ultimatum Hamas: cosa prevede la deadline e quali sono gli scenari possibili
Con il suo ultimatum ad Hamas per il 5 ottobre il quadro temporale è netto: se i miliziani islamici non daranno una risposta positiva entro la mezzanotte italiana di domenica, secondo quanto affermato dal presidente Usa scatterebbe «una risposta di proporzioni mai viste». Gli scenari possibili vanno da un’accettazione condizionata (con negoziati sull’implementazione) a un rifiuto che potrebbe preludere a un’operazione militare su larga scala o ad azioni militari mirate, con conseguenze regionali imprevedibili.
Impatto diplomatico e umanitario
La posta in gioco è alta sia sul piano diplomatico sia su quello umanitario. Un accordo eviterebbe ulteriori bombardamenti e accelererebbe l’invio di aiuti umanitari su larga scala, mentre un’azione militare intensificata potrebbe aggravare la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza e complicare le relazioni tra Israele, Paesi arabi e attori internazionali.
Lo stato delle trattative: prossime ore decisive
Le prossime ore risultano decisive: mediatori e partner internazionali sono al lavoro per cercare di ottenere una risposta positiva o quantomeno di guadagnare tempo per una mediazione più ampia. La deadline imposta da Trump concentra ora tutte le attenzioni su Gaza, su Tel Aviv e sui canali diplomatici regionali.
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(con fonte AdnKronos) trump ultimatum hamas
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