
Terremoto Turchia: oltre 49mila morti, situazione critica per i rifugiati siriani e nuove scosse
Il terremoto del 6 febbraio in Turchia ha causato danni senza precedenti in undici province e ha colpito direttamente oltre 14 milioni di cittadini, causando la morte di più di 49.000 persone e il ferimento di più di 115.000. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che il governo turco sta lavorando per sanare le ferite causate dal terremoto il prima possibile e ha promesso di costruire un totale di 610.000 case per i legittimi proprietari.
Nel frattempo, le notizie che arrivano dalle tendopoli dei rifugiati sono preoccupanti a causa dei violenti nubifragi che hanno colpito le aree devastate dal sisma. Le condizioni precarie in cui vivono i rifugiati si sono aggravate ulteriormente quando il governo turco ha disposto lo spostamento dei rifugiati siriani dallo stadio di Kahramanmaras a zone periferiche senza acqua e cibo adeguati, lontani dai negozi in cui acquistare cibo e con un solo bagno per migliaia di persone. Questa decisione ha causato la protesta di diverse organizzazioni non governative, che hanno denunciato una discriminazione nella tragedia e la necessità di aiutare queste persone in difficoltà.
L’Associazione Don Bosco 2000 sta cercando di alleviare le sofferenze dei rifugiati siriani, che si trovano in una situazione estremamente precaria. Mohamed Marfoq e Marco Canzonieri, che hanno prestato servizio volontario per conto dell’associazione nelle aree colpite dal sisma, hanno descritto le condizioni in cui vivono i rifugiati come disperate. Molti vivono in tende allagate, intere famiglie e bambini non hanno più un luogo in cui ripararsi e la situazione è diventata insostenibile.
Per non lasciare sole queste persone, l’Associazione Don Bosco 2000 ha attivato una raccolta fondi sul sito www.acasaloro.it/emergenza-terremoto-in-turchia-e-siria/. L’associazione fa appello a tutti affinché le sofferenze di queste persone possano essere alleviate, e le organizzazioni non governative stanno lavorando per cercare di migliorare le condizioni di vita dei rifugiati. Tuttavia, la situazione rimane difficile e richiede l’attenzione e il sostegno della comunità internazionale.
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(con fonte AdnKronos)
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