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E’ terminata con la delegazione di Forza Italia – Udc, la seconda giornata di consultazioni del presidente incaricato Mario Draghi. Domani sarà il turno della Lega (alle ore 11,00) e del Movimento 5 Stelle (alle 12,15), che concluderanno quello che si presume sia il primo giro di consultazioni dell’ex numero uno della Bce

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Ecco la timeline di tutti gli interventi e delle dichiarazioni che si susseguiranno nel corso della giornata di oggi 5 febbraio, aggiornate in tempo reale

 

Forza Italia

Abbiamo confermato al presidente incaricato il pieno appoggio già anticipato dal presidente Berlusconi nel corso di un lungo colloquio telefonico che si è svolto stamattina”. Sono le parole di Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia, dopo l’incontro con il premier incaricato Mario Draghi- “Forza Italia si aspetta un esecutivo di alto livello, capace di rappresentare al meglio l’unità del paese, coinvolgendo tutte le risorse migliori della politica, dell’economia e della cultura per affrontare insieme la più grave emergenza sanitaria ed economica della storia della Repubblica. Tutto ciò non implica la nascita di una nuova maggioranza politica ma un governo dei migliori al servizio dell’Italia e degli italiani”.

Partito Democratico

Abbiamo espresso a Draghi piena disponibilità a concorrere al tentativo per un governo del Paese“. Lo ha detto Nicola Zingaretti dopo le consultazioni con il premier incaricato. “Abbiamo espresso le nostre preoccupazioni e in parte le nostre proposte” a Draghi. “Le preoccupazioni sono forti, circa la crisi economica, produttiva, della crescita delle intollerabili diseguaglianze per donne e giovani”, ha spiegato il leader del Pd sollecitando: “Non dobbiamo cedere a tentazioni di disfattismo o egoismo. Occorre suscitare una risposta italiana, fiducia e speranza dell’Italia”. A Draghi il Pd ha spiegato che “la crisi è stata improvvisa e ingiustificata” e ha annunciato l’invio delle “nostre proposte per un programma di governo forte e di lunga durata”. “La sfida è grande, faremo di tutto per aiutare il Paese a vincerla”, ha detto Zingaretti. “Siamo convinti, come amava dire il presidente Ciampi, che l’Italia ce la farà”, ha aggiunto il segretario del Pd. Il governo dovrà avere un “forte ancoraggio all’Unione europea, alla sua politica di superamento dell’austerità, di spinta a investimenti con rischio comune, alla solidarietà” e un “ancoraggio importante alla nostra storica amicizia euro-atlantica, aiutata dall’elezione di Biden”. “Nei mesi passati l’Italia è stata protagonista della nuova Europa, è stato evitato il danno dalle derive nazionaliste e anti europee. Questo patrimonio andrà conservato e rilanciato. Ora è importante accelerare”.

Fratelli d’Italia

Abbiamo ribadito a Draghi che Fratelli d’Italia non voterà la fiducia al suo governo”. Lo ha detto Giorgia Meloni al termine delle consultazioni con Mario Draghi. “Fdi non andrà mai al governo con Pd, M5S e Matteo Renzi”, ha spiegato la leader. “Serve un governo autorevole e coeso con una maggioranza omogenea”, ma “questo è possibile solo con voto e con un altro Parlamento”. “Non so se Draghi intenda confermare il Recovery Plan di Conte, spero di no”, ha affermato, spiegando che ”con Draghi è stato un incontro franco, cordiale, spero costruttivo” e che con il premier incaricato ”ci sarà un secondo giro di consultazioni”.

Italia Viva

Italia Viva accoglie l’appello del Presidente della Repubblica e sosterrà il governo indipendentemente dal nome dei ministri, da quanti tecnici e politici” sarà composto, “siamo al fianco e a disposizione” di Draghi. “Auspichiamo che tutte le forze assumano lo stesso atteggiamento a sostegno” del governo Draghi, perché “l’appello del Presidente della Repubblica era rivolto a tutti. Chi oggi pone veti nei confronti di altri non solo commette un errore politico, ma sta rifiutando l’appello del Presidente della Repubblica, che ha escluso che il governo abbia una connotazione politica ma invitato tutte le forze a dare sostegno” all’esecutivo. Così il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, al termine delle consultazioni con il premier incaricato, Mario Draghi .”Ringrazio chi in questi giorni difficili – ha detto poi Renzi ringraziando le ex ministre Teresa Bellanova e Elena Bonetti e il sottosegretario Ivan Scalfarotto- ha avuto la forza di opporsi alla corrente mono direzionale che vedeva in Italia Viva la sola responsabile della crisi, grazie a chi ha sostenuto nuotando controcorrente la posizione di Italia Viva: questo valga in special modo per le giovani generazioni per i giovani amministratori e per chi crede nella res pubblica”.

“Sbagliati i veti di Salvini e di Leu? Italia Viva sostiene il premier per il governo incaricato dal capo dello Stato”, rimarca ancora Renzi, che aggiunge: “Io non giudico le decisioni degli altri, di Salvini e di Leu, ognuno risponde davanti a sé e al paese. Poi valuterà il premier incaricato”. “Noi – conclude – abbiamo detto di ascoltare l’appello del capo dello Stato”.

“C’è un presidente che deciderà cosa fare, lo sosterremo nel suo tentativo. Ci sono 209 miliardi che saranno spesi da Mario Draghi e non da altri. Ciascuno di noi, andando a casa, per questo si sentirà meglio. Noi oggi ci sentiamo meglio e auguriamo buon lavoro al presidente Draghi”, ha detto ancora il leader Iv. “Riforme da suggerire? Il premier ha una conoscenza approfondita dei dossier”.

Poi Renzi rivela i temi indicati nel colloquio: “Abbiamo evidenziato le questioni del lavoro con la Bellanova, le regole parlamentari con i dl e non i dpcm grazie a Boschi e il piano choc per le infrastrutture, di cui ha parlato Faraone”.

E ancora: con l’indicazione di Mario Draghi, il Colle ha “individuato l’interlocutore che ha portato un’immediata ventata di credibilità e fiducia nel paese, è una polizza assicurativa per i nostri figli e i nostri nipoti. Nessuno può negarlo e fare la considerazione che nel periodo storico in cui l’Italia avrà più soldi da spendere dal dopoguerra, più del piano Marshall, chi meglio di lui può gestire questo passaggio?”.

Leu

“E’ difficile tenere insieme forze che hanno difeso le scelte del governo con chi a settimane alterne era per chiudere o aprire e lisciava il pelo al negazionismo. Non firmeremo mai il programma di un governo in cui ci sia la flat tax”. Lo dice Federico Fornaro di Leu al termine delle consultazioni con il presidente incaricato Mario Draghi. “Le scelte programmatiche non sono variabili indipendenti. La base parlamentare deve essere coesa e deve avere un minimo di omogeneità”, ha continuato, aggiungendo: “Nel secondo giro ci aspettiamo” da parte del presidente Draghi “la definizione di un perimetro programmatico e conseguentemente un perimetro politico”.

“Credo che nessuna persona onesta non possa non riconoscere che meno male che in questa pandemia c’era il reddito di cittadinanza”, ha poi aggiunto Fornaro.

I punti di programma, indicati al presidente incaricato Mario Draghi, “sono degli spartiacque e questo ha immediate conseguenze sul perimetro politico”, aggiunge poi Loredana De Petris. “E uno spartiacque è anche l’alleanza Pd-M5S-Leu che è un’alleanza strategica e deve essere una base forte, è un’alleanza che si è consolidata nei programmi in questa esperienza di governo e non può essere dispersa”.

Autonomie

Noi siamo disponibili per un governo europeista, la formula Ursula sarebbe una formula ottima”. Lo ha detto la senatrice Julia Unterberger, presidente del Gruppo per le Autonomie (SVP-PATT, UV), dopo le consultazioni con Mario Draghi. Per il gruppo “l’auspicio è quello di formare un governo politico”. “Con i governi tecnici – ha aggiunto la senatrice – non abbiamo avuto buone esperienze per i nostri piccoli territori”. “Penso che come convinti europeisti non potremmo che dire sì a un governo Draghi”.

“In Germania Draghi – ha continuato – ha la fama di essere più tedesco dei tedeschi, con i sud tirolesi non può quindi che avere un feeling particolare”. Per Unterberger “è stato un primo incontro molto positivo”.

 


—— TIMELINE ——


Le dichiarazioni della Delegazione di Forza Italia e Udc dopo il colloquio con Draghi


18.19 – La “riforma del fisco” con un “rafforzamento della progressività, una semplificazione burocratica per le persone e le aziende” dovrà essere centrale. Lo ha detto Nicola Zingaretti al termine delle consultazioni con Draghi.

Il segretario del Pd ha parlato anche di “nuove politiche del lavoro” per contrastare la “crisi sociale, la disoccupazione, le sofferenze delle persone e delle famiglie” che rischiano di essere travolte. Per Zingaretti, inoltre, sarà “decisiva la riforma della giustizia”, una “più forte e efficace lotta contro le organizzazioni criminali” e le “politiche di genere”.

18.07 – “Esiste una soluzione in fondo al tunnel della crisi che può dare a Draghi il sostegno di tutte le forze parlamentari e presiedere un vero governo di unità nazionale per la gestione collegiale del Recovery Plan e del piano di vaccinazione per sconfiggere la pandemia ed è la stessa che vide protagonista un suo autorevolissimo predecessore: Carlo Azeglio Ciampi. Nel 1993 il governatore della Banca d’Italia fu chiamato dal presidente Scalfaro a traghettare la nazione in una fase drammatica, allora travolta da tangentopoli, alle elezioni anticipate che si svolsero nel 1994″. È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia.

17.59 – “Fdi non voterà la fiducia a Draghi anche se non nutriamo alcun pregiudizio nei suoi confronti. L’Italia merita una democrazia compiuta e gli italiani hanno il diritto di scegliere da chi farsi governare. In Parlamento serve una maggioranza coesa e un governo forte e di programma, di cui la nostra nazione ha assolutamente bisogno. Abbiamo invece molti dubbi che la maggioranza che il presidente Draghi si appresta a varare possa governare con efficacia perché metterà inevitabilmente insieme partiti che hanno governato male e che tra loro non condividono una visione politica; FdI non intende unirsi ad un governo insieme a Pd e M5S. Come abbiamo sempre fatto, non ci serve una poltrona per dare una mano all’Italia e in Parlamento faremo un’opposizione patriottica e responsabile e valuteremo nel merito i provvedimenti utili per l’Italia”. Lo dichiara Isabella Rauti, vice capogruppo vicario di Fratelli d’Italia in Senato.

17.53 – “Siamo stati chiari e leali con Draghi: Fratelli d’Italia non entrerà in governi senza il consenso degli elettori, anche perché sembra si stia ricomponendo una maggioranza con Pd, M5S e Renzi, che hanno portato l’Italia al collasso. Per la nostra Nazione, però, saremo sempre in Parlamento: ci saremo senza chiedere nulla in cambio, senza pretendere poltrone. Siamo pronti a sostenere provvedimenti che riteniamo utili per il paese e, invece, contrasteremo quello che consideriamo dannoso per gli italiani”. Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida.

17.50 – La delegazione di Fi-Udc è alla Camera per le consultazioni con il premier incaricato Mario Draghi. A guidare la ‘rappresentanza’ azzurra è Antonio Tajani (Silvio Berlusconi è rimasto in Provenza). Con il vicepresidente del partito ci sono i capigruppo Maria Stella Gelmini e Anna Maria Bernini. All’incontro per l’Udc c’è il presidente, il senatore Antonio De Poli.

17.44 – Il governo dovrà avere un “forte ancoraggio all’Unione europea, alla sua politica di superamento dell’austerità, di spinta a investimenti con rischio comune, alla solidarietà” e un “ancoraggio importante alla nostra storica amicizia euro-atlantica, aiutata dall’elezione di Biden”. Lo ha detto Nicola Zingaretti al termine delle consultazioni.

17.35 – Domani la delegazione della Lega alle consultazioni con il premier incaricato, Mario Draghi, sarà formata dal leader Matteo Salvini e dai capigruppo di Camera e Senato, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo.

17.29 – Il Pd ha presentato al premier incaricato Mario Draghi delle proposte “per un programma di governo forte e di lunga durata”. Lo ha detto Nicola Zingaretti dopo le consultazioni.

17.24 – A Draghi il Pd ha spiegato che “la crisi è stata improvvisa e ingiustificata”. Lo ha detto Nicola Zingaretti dopo le consultazioni confermando “fiducia” nel tentativo del premier incaricato.


17.16 – “Il deputato del Pd Orfini è affascinato dalla tassa patrimoniale, che colpirebbe la classe media, metterebbe l’edilizia – già da anni in difficoltà- in crisi gravissima, mortale per tantissime aziende del settore, farebbe danno anche ai redditi bassi perché molta ricchezza fuggirebbe all’estero. Si salverebbero i colossi internazionali e i cinesi che ci comprerebbero a prezzi da fallimento. Forza Italia si opporrebbe in tutti i modi, ma non sarà necessario perché Mario Draghi non potrebbe mai avallare una mossa così negativa per l’Italia”. Lo ha dichiarato Lucio Malan, vice presidente dei senatori di Forza Italia.

17.12 – “Abbiamo espresso le nostre preoccupazioni e in parte le nostre proposte” a Draghi. Lo ha spiegato Nicola Zingaretti dopo le consultazioni con il premier incaricato.

17.05 – “Abbiamo espresso a Draghi piena disponibilità a concorrere al tentativo per un governo del Paese”. Lo ha detto Nicola Zingaretti dopo le consultazioni con il presidente incaricato.

16.58 – ”Per dare una mano non abbiamo bisogno di chiedere ministri e sottosegretari. Se ci saranno provvedimenti utili, li sosterremo come abbiamo fatto in passato senza chiedere nulla in cambio…”. Lo ha detto Giorgia Meloni, leader di Fdi, al termine delle consultazioni con Mario Draghi.

16.49 – “Il centrodestra si è diviso altre volte a la coalizione per noi è un valore perchè prima o poi si andrà a votare e insieme possiamo dare una maggioranza a questo Paese. Non mi sento di giudicare” le altre posizioni su Draghi, ”posso non concordare, ma non giudico”. Lo ha detto Giorgia Meloni, al termine delle consultazioni con Draghi.

16.44 – “La proposta di tenere il centrodestra unito Fdi l’ha fatta… Vedremo come finirà, il centrodestra per noi resta un valore. Si è diviso altre volte in questi anni ma abbiamo sempre ricostruito. Mi piacerebbe che il centrodestra rimanesse compatto con le cose dette fino ad oggi, proprio perchè vorrei andare al governo con la Lega e Fi. Noi avevamo proposto al centrodestra di trovarci su una posizione intermedia di astensione, per ora niente è deciso fino alla fine, ma finora non è stata accolta”. Lo ha detto Giorgia Meloni, leader di Fdi, al termine delle consultazioni con Mario Draghi.

16.39 – “Abbiamo chiesto se Draghi pensasse a un mandato per mettere in sicurezza l’Italia e consentire poi al Paese di andare a voto. Mi pare che la scelta sia di un orizzonte più lungo, di legislatura e questo non ci può vedere favorevoli”. Lo ha detto Giorgia Meloni al termine delle consultazioni con Mario Draghi

16.35 – ”Lo ripeto, non votiamo la fiducia al governo Draghi, ma se sarà un voto contrario o un voto di astensione dipende da quello che vedremo. Io non ho niente, ora non so quanto dura questo governo, non so il programma, non so la squadra… Se mi dice qualcosa in più, vedremo. Non votando la fiducia anche le sfumature possono essere diverse e questo dipende dal tipo di governo che si configura…”. Lo ha detto Giorgia Meloni al termine delle consultazioni con Mario Draghi.

16.31 – “‘Guardi presidente Draghi, non possiamo entrare in questo governo perché la piattaforma Rousseau ha detto no’. Ma a voi pare una cosa seria, questa?”. Un deputato 5 Stelle se la ride nel cortile della Camera. Il ricorso al voto degli iscritti, invocato da Davide Casaleggio alla vigilia dell’incontro tra la delegazione M5S (che sarà guidata, salvo sorprese, da Beppe Grillo) e il premier incaricato Mario Draghi, per dare il via libera al nuovo esecutivo, divide i grillini. “Ho incontrato diversi parlamentari e ministri qui a Roma. Qualunque sarà lo scenario politico possibile c’è ampio consenso sul fatto che l’unico modo per avere una coesione del Movimento 5 Stelle sarà quello di chiedere agli iscritti su Rousseau”, le parole del fondatore della piattaforma. Diversi parlamentari però non sembrano essere dello stesso avviso. Soprattutto a Montecitorio.

16.30 – “La delegazione del Movimento 5 Stelle che domani alle ore 12.15 si recherà alle consultazioni con il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi sarà composta dal Garante, Beppe Grillo e dal Capo politico, Vito Crimi. Per il Senato saranno presenti il capogruppo Ettore Licheri e la vice presidente di Palazzo Madama, Paola Taverna, e per la Camera il capogruppo Davide Crippa e il vicecapogruppo Riccardo Ricciardi”. Così in una nota il Movimento 5 Stelle.

16.29 – “In occasione della questione Diciotti il MoVimento 5 Stelle fece votare su Rousseau i suoi iscritti per decidere che posizione prendere. In occasione del varo del Conte bis si fece la stessa scelta, con un tempismo surreale. In tante altre occasioni abbiamo dato a tutti gli iscritti aventi diritto di voto la possibilità di essere corresponsabili nella scelta da farsi. Questa è la democrazia partecipata o condivisa”. Lo scrive su Facebook il senatore e presidente della commissione Antimafia Nicola Morra, tornando a chiedere che l’eventuali appoggio a un esecutivo Draghi passi da Rousseau. “Ricordo ancora come sul caso Diciotti, avendo assunto una posizione che si è rivelata poi minoritaria, oltre che contraria da chi era al Governo, ho accettato il risultato ed il mio voto in aula è stato conforme alla volontà della maggioranza. Ora, posto che l’esecutivo Draghi dovrebbe innanzitutto accettare le nostre condizioni -e noi eravamo nati per fare una rivoluzione culturale prima ancora che politica, ponendo al centro dell’agenda politica il bene comune a tutela dei più fragili-, mi si fa capire perché non si indice un voto su Rousseau per autodeterminarci? Qualunque sia l’esito, si dovrà riconoscere che così noi onoreremmo il nostro impegno di attuare la democrazia della partecipazione, della condivisione. Altrimenti saremo suscettibili di essere accusati di promuovere la democrazia dell’esclusione!”, conclude Morra.

16.21 – “Chi sono io per dire tu no. Noi con Draghi non diremo non voglio tizio”. Così Matteo Salvini, ai microfoni di SkyTg24. “Certo, se i Cinque Stelle dicono che vogliono la patrimoniale, penso che anche Draghi sia d’accordo, servono meno tasse”.

16.11 -“Abbiamo ribadito a Draghi che Fdi non voterà la fiducia al suo governo”. Lo ha detto Giorgia Meloni al termine delle consultazioni con Mario Draghi. “Fdi non andrà mai al governo con Pd, M5S e Matteo Renzi. Serve un governo autorevole e coeso con una maggioranza omogenea”, ma “questo è possibile – ha affermato – solo con voto e con un altro Parlamento”.


15.57 – “Chi sono io per dire tu no. Noi con Draghi non diremo non voglio tizio”. Così Matteo Salvini, ai microfoni di SkyTg24. “Certo, se i Cinque Stelle dicono che vogliono la patrimoniale, penso che anche Draghi sia d’accordo, servono meno tasse”.

15.49 – “Fratelli d’Italia non dice no a Draghi ma a mettere insieme i propri ministri con quelli del Pd. Un governo composto da partiti con idee incompatibili crea solo confusione e non dà risposte agli italiani. Per arrivare ad un governo forte occorrono le elezioni perché solo gli italiani possono decidere chi sono i migliori”. Così Giovanni Donzelli, deputato di Fratelli d’Italia intervenendo alla trasmissione Ore 14 in onda su Rai 2.

15.41 – “Domani Beppe Grillo guiderà il MoVimento 5 Stelle alle consultazioni con Mario Draghi. Con la sua visione, Beppe ha fondato un progetto politico rivoluzionario e l’eventuale nuovo governo dovrà avere la nostra stessa capacità di rottura degli schemi. È chiaro il nostro no a un governo tecnico. Serve un governo politico. Ascolteremo e decideremo. Insieme”. Lo scrive in un post sulla sua pagina Facebook Giuseppe Brescia, presidente della commissione Affari Costituzionali e deputato del MoVimento 5 Stelle.

15.33 – “Ognuno dovrà rinunciare a qualche cosa di quello che è il suo Pantheon di proposte e anche di personalità, per fare un governo tutti insieme è ovvio che tutti debbano rinunciare a qualche cosa quindi immagino che Draghi sappia bene come i 5Stelle sappiano bene come pure la Lega, che un pezzo del programma politico dovrà essere lasciato indietro. Abbiamo delle emergenze da affrontare tutti insieme, concentriamoci su quelle”. Lo ha detto il presidente della Regione Liguria e leader di Cambiamo! Giovanni Toti intervenuto alla trasmissione Effetto Giorno di Radio 24.

15.26 – Padre Antonio Spadaro, riflettendo sulla crisi della politica italiana, twitta parole quanto mai attuali che papa Francesco rivolse si parlamentari italiani in occasione di una messa a loro dedicata il 27 marzo di ben sette anni fa.

15.22 – Sono riprese a Montecitorio le consultazioni per la formazione del governo del presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi. A colloquio la delegazione di Fdi capeggiata da Giorgia Meloni. A seguire, alle 16.15, toccherà al Pd, dunque, a chiusura della seconda giornata di consultazioni, la delegazione di Fi. I lavori si chiuderanno alle 18.30.

15.17 – “Giuseppe Conte ha fatto un discorso breve ma ricco, sintetico ma significativo, con il quale si è auto attribuito la funzione di Mitterrand italiano, cioè di federatore delle forze progressiste. E’ un compito arduo, ovviamente. Gli anni futuri ci diranno se questo obiettivo è un cavallo per la sua coscia”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, nel corso di una diretta Facebook. “Battute a parte – ha aggiunto – se riuscirà a essere il federatore del mondo progressista in Italia avrà fatto un lavoro importante per la solidità della democrazia italiana”.

15.08 – “Nel suo breve discorso che ha tenuto Conte, era contenuta anche un’affermazione impegnativa: io ci sono e ci sarò. Ci ha minacciato chiaramente”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, nel corso di una diretta Facebook. “Ci ha minacciato, avrebbe detto Peppino a Totò nel ristorante di Milano”, ha aggiunto.

15.04 – “Io direi di non suonare ancora le campane a festa. Draghi credo che dovrà fare un percorso di guerra”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, nel corso di una diretta Facebook. “Già quando presenterà la lista dei ministri – ha aggiunto De Luca – avrà un primo bombardamento, ma intanto prendiamo atto che l’Italia ha individuato una personalità che per la sua sola storia dà prestigio all’Italia e ci dà credibilità in Europa e nei mercati finanziari”.

15.01 – “Nessun paletto nei confronti di nessuno”. Nemmeno su Conte o Bonafede? “Nessuno su nessuno”. Lo dice Ettore Rosato a Un Giorno da Pecora su Radio Rai Uno quando gli viene chiesto delle possibile composizione del governo Draghi. “Noi abbiamo fiducia che il governo Draghi sarà capace di affrontare le emergenze e con discontinuità sulle cose che non hanno funzionato”.

14.54 – “Non vedo ipotesi strampalate, governi tecnici o appoggi esterni. O ci sei o non ci sei, l’ho dimostrato da ministro dell’Interno. Se parteciperemo lo faremo da primo partito italiano”. Lo scrive il leader della Lega Matteo Salvini su Twitter.

“Con il professor Draghi – annuncia – parleremo domani della nostra idea di Italia, non possiamo dire ‘sì’ o ‘no’ a prescindere, in un momento in cui l’interesse del Paese deve venire prima di quello dei partiti. Di certo diremo di no all’aumento delle tasse e Imu, no alla patrimoniale evocata da Grillo, no all’azzeramento di quota 100. Gli italiani chiedono coraggio e serietà”.

14.43 – “Comunque vada Renzi offre sostegno a prescindere, fideisticamente. Il M5S farà decidere i suoi iscritti. Queste sono differenze sostanziali”. E’ il post pubblicato su Facebook dal senatore 5 Stelle Nicola Morra, presidente della Commissione Antimafia.

14.37 – “Draghi l’ho trovato molto attento ad ascoltare i suggerimenti di tutti, questo direi che è un buon inizio. L’ho trovato molto conscio delle difficoltà del Paese, delle emergenze che anche il presidente Mattarella ha sottolineato nel consegnargli l’incarico di primo ministro incaricato, quindi l’emergenza sanitaria, quella economica e sociale”. Lo ha detto il presidente della Regione Liguria e leader di Cambiamo! Giovanni Toti in un’intervista alla trasmissione Effetto Giorno di Radio 24.

14.26 – “Credo che la riservatezza di Draghi” sulle sue ‘preferenze’ in politica “gli consentirà di avere una maggioranza parlamentare che non abbiamo mai visto. Sono convinto che dalla Lega a Leu saranno dentro tranne Fdi per una sua scelta di posizionamento politico”. Lo dice Ettore Rosato di Iv a Un Giorno da Pecora.

14.18 – La delegazione del Partito Democratico che incontrerà oggi pomeriggio alle 16.15 il Presidente incaricato Mario Draghi è composta dal segretario nazionale, Nicola Zingaretti, dal vice segretario Andrea Orlando, dai capigruppo di Camera e Senato, Graziano Delrio e Andrea Marcucci, dalla presidente del partito Valentina Cuppi.

14.09 – “Una parte della sinistra fa banchetti e sui social augura un nuovo avvento delle Brigate rosse contro Matteo Salvini. Questa è il democratico confronto di chi attacca la Lega e si professa pacifista e pluralista. E’ vergognoso che a sinistra ci siano virgulti di un passato storico che ha sparso sangue e terrore”. Lo afferma Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera.

14.02 – Giorgia Meloni è attesa alle 15 per le consultazioni alla Camera con il premier incaricato Mario Draghi. Con la presidente di Fdi, ci saranno i due capigruppo del Parlamento: Luca Ciriani, presidente del senatori e Francesco Lollobrigida, presidente dei deputati di Fratelli d’Italia. Il colloquio durerà fino alle 16.


Le dichiarazioni di Italia Viva


13.57 – “Iv esprime una deferente riconoscenza e gratitudine al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per autorevole e alto magistero, per la grande capacità di risoluzione della crisi, per essere stato in questi 6 anni e per essere un arbitro rispettoso delle regole, come si definì lui stesso” nel discorso a Montecitorio per il suo insediamento, e di esserlo stato “soprattuto adesso. Grazie”. Così il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, al termine delle consultazioni con il premier incaricato, Mario Draghi.

13.50 – Matteo Renzi si abbassa per un attimo la mascherina e sfoggia un sorriso smagliante. “Scusate, ma è solo per farvi vedere come sto…”, dice ai cronisti al termine del colloquio con il presidente Mario Draghi accompagnato da Teresa Bellanova, Davide Faraone e Maria Elena Boschi, elegantissima in un tubino nero senza maniche.

Il leader di Iv svicola le domande. “Governo più tecnico o più politico? Chiedetelo a Draghi. C’è un presidente incaricato. Ieri non aveva i numeri, oggi ne ha pure troppi…”. E il Recovery? “Chiedete a Draghi”. Preoccupato che in un governo così largo Italia Viva possa essere irrilevante? “Preoccupato? Io sono rilassato. Ci vediamo nel 2023…”.Matteo Renzi si abbassa per un attimo al mascherina e sfoggia un sorriso smagliante. “Scusate, ma è solo per farvi vedere come sto…”, dice ai cronisti al termine del colloquio con il presidente Mario Draghi accompagnato da Teresa Bellanova, Davide Faraone e Maria Elena Boschi, elegantissima in un tubino nero senza maniche.

Il leader di Iv svicola le domande. “Governo più tecnico o più politico? Chiedetelo a Draghi. C’è un presidente incaricato. Ieri non aveva i numeri, oggi ne ha pure troppi…”. E il Recovery? “Chiedete a Draghi”. Preoccupato che in un governo così largo Italia Viva possa essere irrilevante? “Preoccupato? Io sono rilassato. Ci vediamo nel 2023…”.

13.46 – “C’è un presidente che deciderà cosa fare, lo sosterremo nel suo tentativo, ci sono 209 miliardi che saranno spesi da Mario Draghi e non da altri, ciascuno di noi, andando a casa, per questo, si sentirà meglio. Noi oggi ci sentiamo meglio e auguriamo buon lavoro al presidente Draghi”. Così Matteo Renzi, al termine della consultazione del premier incaricato con Italia Viva.

“Riforme da suggerire? Il premier ha conoscenza dossier approfondita, battaglia storiche, a esempio Iv da recovery su investimenti e non su bonus sono già sul tavolo. Mandremo tutto il nostro materiale”, risponde ancora Renzi.

Poi rivela i temi indicati nel colloquio: noi “abbiamo evidenziato le questioni del lavoro, con la Bellanova, le regole parlamentari, con i dl e non i dpcm, grazie a Boschi, il piano choc per le infrastrutture, di cui ha parlato Faraone”.

13.44 – “Matteo Salvini è finito nuovamente nel mirino. Questa volta a dedicargli un post choc ci ha pensato Federico Pinelli, un militante genovese de ‘La Sinistra’ che sul suo profilo Facebook ha postato una foto che ritrae il leader della Lega imbavagliato e con la bandiera delle Brigate Rosse alle spalle col commento ‘Non succede… ma se succede…’, seguito dal pugno chiuso”. A scriverlo in un post sul suo profilo Facebook è il deputato ligure della Lega Edoardo Rixi, responsabile nazionale Infrastrutture e commissario della Lega in Liguria.

“Un atteggiamento che richiama subito alla memoria il rapimento del presidente Aldo Moro – si legge ancora – Il post è comparso sul profilo del militante genovese intorno alle 23 e nel corso della notte è stato cancellato. Scorrendo sul profilo La Sinistra – Liguria, è evidente la militanza di Pinelli con tanto di foto del maggio 2019 a un banchetto del partito durante una campagna elettorale, affiancato anche da Davide Ghiglione, oggi capogruppo della sinistra al V Municipio di Genova. Un post che inneggia e promuove la finalità del terrorismo degli anni di piombo nei confronti di un leader democraticamente eletto e che oggi rappresenta il primo partito in Italia”.

“Un’azione – commenta ancora Rixi – che nulla ha a che vedere col confronto politico usato per fomentare l’odio e cavalcare l’ignoranza. Ora ci attendiamo da stampa Digos e magistratura di Genova la stessa attenzione riservata ad altri fatti dei giorni scorsi con indagini sull’autore del gesto e una forte presa di posizione contro il terrorismo rosso, senza fare pesi e misure diversi. Inoltre auspichiamo un serio dibattito sull’odio e l’istigazione alla violenza che trovano spazio sui social, con indagini vere e approfondite sull’autore di questo gravissimo gesto”.

13.42 – “Iv accoglie l’appello del Presidente della Repubblica e sosterrà il governo indipendentemente dal nome dei ministri, da quanti tecnici e politici” sarà composto, “siamo al fianco e a disposizione” di Draghi. “Auspichiamo che tutte le forze assumano lo stesso atteggiamento a sostegno” del governo Draghi, perché “l’appello del Presidente della Repubblica era rivolto a tutti. Chi oggi pone veti nei confronti di altri non solo commette un errore politico, ma sta rifiutando l’appello del Presidente della Repubblica, che ha escluso che il governo abbia una connotazione politica ma invitato tutte le forze a dare sostegno” all’esecutivo. Così il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, al termine delle consultazioni con il premier incaricato, Mario Draghi.

13.34 – “Sbagliati i veti di Salvini e di Leu? Italia viva sostiene il premier per il governo incaricato dal capo dello Stato”. Lo dice Matteo Renzi, rispondendo ai cronisti al termine delle consultazioni tra Draghi e Italia Viva.

“Io – sottolinea – non giudico le decisioni degli altri, di Salvini e di Leu, ognuno risponde davanti a sè e al paese. Poi valuterà il premier incaricato”. “Noi – conclude – abbiamo detto di ascoltare l’appello del capo dello Stato”.

13.30 – Silvio Berlusconi non sarà oggi alle consultazioni con il premier incaricato Mario Draghi ”per motivi precauzionali legati allo stato di salute”. Lo riferiscono fonti azzurre. Le stesse fonti assicurano che il Cav ”sta benissimo” ma, su suggerimento dei medici, in particolare del professor Alberto Zangrillo, sarebbe rimasto in Provenza e non è escluso che possa venire a Roma per il secondo giro di consultazioni di Draghi.

13.23 – Nella seconda giornata di consultazioni, sul tavolo del premier incaricato, le ‘figurine’ dei parlamentari – il facciario degli eletti – il calendario delle consultazioni, una bottiglia d’acqua, con bicchiere in vetro. E il telefonino con l’auricolare innestato. Sono questi gli strumenti di lavoro dell’ex presidente della Bce, impegnato a formare il nuovo governo.

Mario Draghi si confronta così, nella sala della Biblioteca del Presidente, al primo piano di Montecitorio, con le delegazioni dei gruppi parlamentari, con cui si incontra per la prima volta. A portata di mano l’igienizzante per le mani. Resta invece – aperto ma distante – il notebook.

13.16 – “Mi domando: ma un governo Draghi con i ministri Brunetta, Calenda, Boschi (e/o simili) e un tecnico all’Economia potrà attuare riforme essenziali come l’acqua pubblica, la banca pubblica, il conflitto di interessi, le preferenze, la riforma della Rai e della giustizia, la regolamentazione del lobbying e l’editoria pura? O anche solo parte di esse? Mi domando ancora: un governo siffatto completerà la cacciata dei Benetton dalle autostrade e impegnerà al meglio per tutti noi italiani i soldi del Recovery? Voi ci credete per davvero? Ci credete per davvero che mantenere un paio di ministeri in forza al MoVimento ci garantisca questo? Io ovviamente no”. Così su Facebook il senatore M5S Danilo Toninelli.

13.08 – Il movimento ‘Draghi Presidente’ “non si ferma e da nord a sud tutti i ‘draghetti’ si sono organizzati per un flashmob”. Lo annunciano il presidente del Movimento spontaneo cittadini Draghi Presidente, Stefano Cautero e la portavoce nazionale Daria Cascarano. “Il presidente Mario Draghi unisce gli italiani che sono pronti ad affrontare le sfide che si presenteranno per ripartire. Adesso -proseguono i promotori dell’iniziativa- ci aspettiamo che facciano lo stesso i nostri rappresentanti in Parlamento. Con la chiamata di Mario Draghi il presidente Mattarella gli sta dando l’opportunità di fare la cosa giusta e riscattare la loro immagine agli occhi del Paese. Speriamo che sappiano cogliere questa occasione e non ci deludano ancora”.

13.03 – I punti di programma, indicati al presidente incaricato Mario Draghi, “sono degli spartiacque e questo ha immediate conseguenze sul perimetro politico”. Lo dice Loredana De Petris al termine delle consultazioni di Leu con il presidente Draghi.

“E uno spartiacque è anche l’alleanza Pd-M5S-Leu che è un’alleanza strategica e deve essere una base forte, è un’alleanza che si è consolidata nei programmi in questa esperienza di governo e non può essere dispersa”.

“Il disegno programmatico è un disegno che da anche un disegno politico e di incompatibilità. Noi abbiamo appena fatto i decreti Lamorgese e lì è evidente che ci sono confini che rendono incompatibili i nostri temi con la presenza di forze come la Lega. E sul tema europeo è nei fatti che è assolutamente impossibile condividere con le forze sovraniste e di destra. Su questo siamo stati molto chiari e credo che al nostra chiarezza è stata apprezzata”.

12.54 – “Credo che nessuna persona onesta non possa non riconoscere che meno male che in questa pandemia c’era il reddito di cittadinanza”. Lo dice Federico Fornaro di Leu al termine delle consultazioni con il presidente incaricato Mario Draghi.

12.46 – “E’ difficile tenere insieme forze che hanno difeso le scelte del governo con chi a settimane alterne era per chiudere o aprire e lisciava il pelo al negazionismo. Non firmeremo mai il programma di un governo in cui ci sia la flat tax”. Lo dice Federico Fornaro di Leu al termine delle consultazioni con il presidente incaricato Mario Draghi.


12.14 – “Il Governo Draghi per salvare e far ripartire l’Italia deve essere l’unione delle migliori forze sociali e politiche di questo Paese. Spero che il centrodestra unito non perda l’occasione di partecipare a questo progetto con le sue proposte e le sue sensibilità”. Lo scrive il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti sulla sua pagina Facebook.

12.12 – “Il tentativo del presidente Draghi va nella direzione di quel ‘governo dei migliori’ che il presidente Berlusconi auspicava fin dal principio. E’ un governo che nasce per l’incapacità della ex maggioranza di tenere per mano il Paese. Noi questa mano l’abbiamo offerta dall’inizio della pandemia, Silvio Berlusconi disse nel marzo di un anno fa che in guerra bisogna stringersi intorno a chi ha la responsabilità di governare: non siamo stati ascoltati e purtroppo i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ora comincia una fase nuova e deve iniziare esattamente da dove il governo Conte ha fallito: dare risposte immediate sul piano vaccini, sul Recovery Plan, sull’emergenza sociale ed economica. Su questi temi Forza Italia ha idee chiare e contenuti concreti che oggi il presidente Berlusconi presenterà al presidente Draghi per confrontarsi su ogni dossier”. Lo dichiara Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato, intervenendo a Unomattina.

12.08 – “Il nuovo governo nascerà con una forte vocazione europeista che è scritta nella storia e nella biografia di Mario Draghi. E questa ispirazione deve essere il perno intorno al quale deve nascere il nuovo governo. Il Pd ha assunto l’iniziativa di riunirsi con M5S e Leu, le forze che hanno condiviso il governo del paese per 15 mesi in una condizione difficilissima. Disperdere questa esperienza sarebbe un grave errore”. Così questa mattina a Radio Immagina, la web-radio del Pd, il senatore Antonio Misiani.

11.57 – “Ieri Giuseppe Conte ha confermato la sua leadership alla guida del Movimento 5 Stelle e tracciato la strada per l’alleanza giallorossa: transizione energetica, transizione digitale e inclusione sociale”. È quanto dichiara all’Adnkronos il deputato M5S Giuseppe d’Ippolito.

“Si apre quindi – prosegue il parlamentare pentastellato – un dialogo con Draghi. Se il prossimo esecutivo avrà una chiara connotazione politica; se non rinnegherà le conquiste del Movimento 5 Stelle in parlamento, dal Reddito di cittadinanza alla tenuta Stato sociale; se saprà contenere Italia Viva e Forza Italia; se darà garanzie su vaccini e riforma della giustizia; se completerà il Recovery Plan, specie a vantaggio dell’ambiente; se investirà sul Sud e sulla sanità pubblica, potrò votarlo nell’interesse degli italiani”. “Diversamente – prospetta d’Ippolito – siederò tra i banchi dell’opposizione, convinto che il lavoro del governo Conte vada proseguito e non possa essere cancellato”.

11.54 – “Non si faccia un’operazione di mero maquillage, dobbiamo evitare di dare visibilità e rilievo a chi ha causato questo disastro politico. Chi è stato protagonista della crisi di governo, non può oggi essere un elemento determinante tanto più che i suoi numeri in Parlamento sono sempre meno determinanti”. Lo dichiara Davide Crippa, capogruppo del MoVimento 5 Stelle alla Camera, a “Agorà” su Raitre.

“Siamo convinti che un governo tecnico non possa adottare le scelte che riguardano il futuro dei cittadini. Serve una visione politica, e non tecnica, per rilanciare il Paese. Andremo da Mario Draghi per comprendere le sue linee progettuali, ribadendogli che siamo la prima forza parlamentare ed insistendo su alcuni temi per noi fondamentali. Poi si vedrà”, conclude Crippa.

11.52 – E’ iniziato a Montecitorio l’incontro tra il presidente incaricato Mario Draghi e la delegazione di Liberi e Uguali, composta dai capigruppo di Camera e Senato, Federico Fornaro e Loredana De Petris.

11.45 – In Germania Draghi ha la fama di essere più tedesco dei tedeschi, con i sud tirolesi non può quindi che avere un feeling particolare”. Così la senatrice Julia Unterberger, presidente del Gruppo per le Autonomie (SVP-PATT, UV), dopo le consultazioni con Mario Draghi, dopo aver detto che quello con il presidente incaricato “è stato un primo incontro molto positivo”.


11.42 – In questi 18 mesi di Governo come Pd abbiamo contribuito a “convertire” all’europeismo molti euroscettici. Non è stato un miracolo ma quasi. Il vero miracolo lo farebbe ora Mario Draghi qualora riuscisse a far sostenere il suo governo europeista anche ai no euro alla Salvini. Ho molta fiducia nelle capacità di Draghi ma permettetemi, su questo fronte, di essere scettico”. Così su Facebook il senatore Alessandro Alfieri, capogruppo Pd in commissione Esteri e Palazzo Madama e coordinatore nazionale di Base Riformista.

11.37 – “Noi siamo disponibili per un governo europeista, la formula Ursula sarebbe una formula ottima”. Lo ha detto la senatrice Julia Unterberger, presidente del Gruppo per le Autonomie (SVP-PATT, UV), dopo le consultazioni con Mario Draghi. Per il gruppo “l’auspicio è quello di formare un governo politico”. “Con i governi tecnici – ha aggiunto la senatrice – non abbiamo avuto buone esperienze per i nostri piccoli territori”. “Penso che come convinti europeisti non potremmo che dire sì a un governo Draghi”.

11.36 – Potere al Popolo annuncia un “presidio di opposizione alla scelta di affidare il nuovo esecutivo alla guida di Mario Draghi”. Il presidio si terrà in piazza San Silvestro a Roma domani, sabato 6 febbraio, alle ore 11. “Facciamo appello a tutte e tutti – dichiarano gli attivisti di Potere al Popolo – per portare in piazza gli interessi popolari e dare forma insieme, sin da subito, a un’opposizione determinata, forte, creativa e intelligente al futuro governo di banche, finanza e Confindustria. In queste ore assistiamo al triste epilogo della crisi di governo solo in apparenza pilotata da Matteo Renzi. Si va, come ampiamente previsto, verso le larghe intese, questa volta l’ammucchiata definita governo tecnico sarà guidata da Mario Draghi. Presentato come salvatore della patria, è chiaramente espressione di specifici interessi. L’ex direttore di Bankitalia è infatti tra i protagonisti dell’ultimo decennio di politica europea: tristemente noto per la ‘letterina’ da Bruxelles all’Italia, che nel 2011 ha aperto le strade al governo Monti, ed a un periodo di austerity che non è mai terminato, alla guida della Bce è stato tra i più strenui difensori dell’attuale sistema monetario”.

Secondo gli attivisti di Potere al Popolo, “che l’obiettivo dell’operazione di Italia Viva fosse rompere qualsiasi mediazione politica nella gestione della crisi economica in atto a vantaggio delle borghesie, italiana ed internazionale, appare chiarissimo. Al di là delle accattivanti formule mediatiche, però, non esistono governi tecnici: qualsiasi esecutivo ha bisogno del voto politico del Parlamento. Quello di Draghi, quindi – proseguono – sarà un governo appoggiato dallo stesso sistema di partiti che ha privatizzato e svenduto il Paese negli ultimi decenni, profondamente subordinato ai vincoli economici e finanziari che hanno già devastato il nostro tessuto sociale. In una crisi sanitaria, economica e sociale senza precedenti, noi non possiamo restare a guardare. Oggi serve un salto di qualità di tutte le realtà sociali e politiche alternative a chi vorrebbe imporci una nuova stagione di lacrime e sangue”, concludono gli attivisti di Potere al Popolo.

11.19 – Beppe Grillo domani sarà nella delegazione M5S che incontrerà il premier incaricato Mario Draghi. La conferma arriva all’Adnkronos da autorevoli fonti del Movimento e dall’entourage dello stesso garante dei 5 Stelle. Le delegazioni per gli incontri non sono state ancora comunicate ufficialmente, ma Grillo, salvo cambi di programma dell’ultimo minuto, farà parte della squadra.

Intanto il Fatto quotidiano ha rivelato una lunga telefonata intercorsa tra il fondatore del Movimento e Draghi, che avrebbe fatto cambiare idea a Grillo, sulle prime fermamente contrario a un governo guidato dall’ex numero uno della Bce. Domani il faccia a faccia tra i due.

11.12 – “Ho incontrato diversi parlamentari e ministri qui a Roma. Qualunque sarà lo scenario politico possibile c’è ampio consenso sul fatto che l’unico modo per avere una coesione del Movimento 5 stelle sarà quello di chiedere agli iscritti su Rousseau”. Così il presidente dell’Associazione Rousseau, Davide Casaleggio.

11.07 – “Il governo Draghi è un governo di iniziativa presidenziale, non identificabile con nessuna formula politica, come ha chiarito dall’origine il Presidente Mattarella. Potrà certo comprendere esponenti politici, ma non potrà essere un classico governo politico di coalizione. Il governo in questo caso procede dal Capo dello Stato e non da un’intesa tra i partiti, e quindi non da una limitazione a priori del perimetro di una maggioranza che nessuno può imporre all’incaricato: questa è la sua origine, che si riverserà nella struttura e nella composizione. Non è Draghi, che è stato incaricato e che sarà nominato da Mattarella, a dover rispondere ai partiti, sono questi secondi che devono decidere come rapportarsi a Draghi, sulla base dell’impostazione indicata dal Mattarella. Il problema non è di escludere a priori qualcuno, ma che rispondendo a Draghi ognuno dovrà chiarire bene la propria impostazione, a cominciare da come conciliare i voti e le collocazioni al Parlamento europeo con quelle relative al nuovo Governo”. Lo scrive Stefano Ceccanti (Pd) sul suo blog.

10.58 – “Sono molto felice che ci sia un coro pressoché unanime di apprezzamento per Mario Draghi e per quello che Draghi ha incarnato: le istituzioni europee, l’euro e la Banca Centrale europea. Mi auguro che più forze politiche decidano di sostenere Draghi e il suo governo. Non so quanto spazio ci possa essere per un negoziato di tipo tradizionale: oggi la politica non è chiamata a una rinuncia ma a un salto di qualità. Per questo non penso che mettere paletti a Draghi sia la via giusta. Credo che sia corretto dialogare sui contenuti ma poi, se questo è il governo invocato dal Presidente Mattarella, il programma lo fa Draghi”. Lo ha detto a Studio24 su Rainews il segretario di Più Europa, Benedetto Della Vedova. “Serve uno sforzo comune nell’interesse dell’Italia affidandoci all’ex governatore della Banca Centrale europea. Che per la sua biografia sappiamo già che non farà nulla di cattivo ma molto di positivo per il nostro Paese”, ha concluso Della Vedova.

10.50 – “‘Non succede… ma se succede’. Questo il post delirante di un militante della Sinistra genovese, uno di quelli ‘buoni’, bandiera della pace sempre in vista, che auspica io venga assassinato dalle Brigate Rosse”. Lo scrive su Facebook, Matteo Salvini, postando un fotomontaggio che lo ritrae imbavagliato e con la stella a 5 punte alle spalle, in un remake della prigionia di Aldo Moro.

“Sulla violenza politica e sulle ferite profonde della nostra storia nazionale non si scherza. Se pensano di spaventarmi con queste minacce, hanno trovato la persona sbagliata. Avanti a testa alta!”, conclude Salvini.

10.48 – “Il coinvolgimento di Giuseppe Conte nel M5s dipenderà da lui, le sue qualità sono apprezzate a livello nazionale ed internazionale, perciò questa sua disponibilità a lavorare per il M5S non può che renderci felici”. Lo ha detto il senatore del M5s Marco Pellegrini a “L’Italia s’è desta”, su Radio Cusano Campus.

10.36 – Il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi è già arrivato a Montecitorio, dove alle 11 partirà la seconda giornata di consultazioni per la formazione del nuovo governo. Il primo incontro è con il gruppo ‘Per le Autonomie (Svp – Patt, UV)’ del Senato.

10.27 – “Alle consultazioni porteremo le nostre proposte a Draghi, che non possono che contemplare la conferma dei provvedimenti approvati nei due governi Conte: reddito di cittadinanza, decreto di dignità, le norme anticorruzione, il blocco della prescrizione. Poi ci aspettiamo un programma che preveda il reddito universale, la riforma della giustizia, lo sviluppo sostenibile, la digitalizzazione, la legge sul conflitto d’interessi, una banca pubblica”. Lo ha affermato il senatore del M5s Marco Pellegrini alla trasmissione “L’Italia s’è desta”, su Radio Cusano Campus.

10.15 – “Discorso di Conte molto bello. Di responsabilità nazionale e da statista”. Così Goffredo Bettini, ospite di Radio24, dopo le parole del premier uscente in piazza Colonna. “Con delicatezza ha posto una mano sulla testa del Movimento, che sta vivendo una discussione molto seria e matura – spiega il dem – . Conte ha detto che ci sarà sia per il Pd che per il Leu. Conte sarà il padre nobile dell’alleanza, che insieme a lui si è costruita e ha progredito”.

10.14 – “Nel Pd ho sempre detto che lo slogan ‘o Conte o morte e o Conte o elezioni anticipate’ era sbagliato. Giusto difendere Conte con coerenza. come la maggioranza del Pd ha fatto, ma allo stesso tempo è necessario fare di tutto per evitare le elezioni anticipate: con questo obiettivo bisogna sostenere il Governo Draghi”. Lo ha detto il sindaco di Firenze, Dario Nardella, questa mattina ai microfoni di Lady Radio.

“Io ho sostenuto il Conte ter perché c’era il governo in carica, era quello guidato da Conte e come sindaco non posso che preferire la stabilità – ha spiegato Nardella – Ci sono tanti di quei problemi, di quelle emergenze, che le crisi politiche e i governi che cambiano non sono da auspicare. Poi una volta che l’evidenza ha dimostrato che era impossibile trovare una maggioranza stabile, è giusto che si sostenga un altro governo che sia credibile invece di andare a elezioni. E secondo me Draghi è una personalità forte e autorevole”.

10.11 – “La tempistica delle elezioni sarà un tema anche se si formerà il governo Draghi”. Ne è convinto il deputato della Lega, Claudio Durigon, intervistato da Radio Cusano Campus.

“C’è bisogno di riduzione delle tasse, flessibilità in entrata e in uscita nel mercato del lavoro, temi importanti che Draghi non potrà che condividere se vuole andare verso l’espansione anziché verso la repressione come fu per il governo Monti”, aggiunge il responsabile del dipartimento Lavoro della Lega.

9.53 – “Non posso credere che ci sia tra noi la convinzione che sedere allo stesso tavolo dell’operazione Verdini da Rebibbia possa rappresentare il bene per il Paese ancor più in questo drammatico momento. Il M5S le ha tentate tutte per dare agli italiani un governo che potesse occuparsi di loro ma esistono limiti che devono essere riconosciuti con coraggio e con la memoria alle azioni di questi personaggi che, come avvoltoi, hanno lavorato per far fuori quella persona perbene che è Conte per ritornare a spartirsi la torta come hanno sempre fatto e come la storia ci insegna. Un governo con Berlusconi, Calenda, Renzi, Bonino e Salvini, non è un governo politico ma un’attrazione fatale per il M5S ed una sciagura per gli italiani”. Lo scrive su Facebook Barbara Lezzi (M5S).

9.49 – “Il Presidente incaricato nel suo primo discorso ha affermato di volersi confrontare con tutte le parti sociali. È un buon inizio per costruire insieme il futuro del nostro Paese. I problemi sono tanti e anche le emergenze. A Draghi dico: incontriamoci subito. Insieme agli altri sindacati, vogliamo illustrare le nostre preoccupazioni, le nostre proposte e dare un contributo positivo alla crescita, allo sviluppo e all’occupazione”. È quanto sottolinea Annamaria Furlan, Segretaria generale della Cisl, in una intervista a “La Stampa”.

La leader Cisl rilancia il modello della concertazione dei Governi con Ciampi. “In questa fase serve un nuovo patto sociale. Con il Recovery ci giochiamo tutto – aggiunge -può essere una occasione straordinaria per ammodernare l’Italia, ma il rischio è che si trasformi in debito che graverà sulle spalle dei nostri nipoti. Ogni giorno leggiamo bollettini di guerra, dobbiamo guardare al futuro insieme”.

Per la Furlan “i dati economici sono molto negativi, la preoccupazione è che con la fine di marzo ci possiamo ritrovare centinaia di migliaia di uomini e donne espulsi dal mondo del lavoro. La riforma degli ammortizzatori è ferma, né abbiamo attivato le politiche attive”. Sul blocco dei licenziamenti selettivo proposto da Confindustria, Furlan è chiara: “Non condividiamo questa idea. Il problema non riguarda solo alcuni settori particolarmente toccati dalla pandemia. Abbiamo una parte del manifatturiero, soprattutto aziende piccole, che lavorano quasi esclusivamente per le imprese del terziario e sono altrettanto in crisi”.

9.44 – “Con Draghi si apre un’esperienza nuova, bisogna superare lo spirito di parte e aprirsi a una logica più ampia rispetto alla vecchia coalizione. Abbiamo tutti il dovere di collaborare per chiudere la stagione dei bonus e aprire quella delle riforme. Capisco l’esigenza di tutelare cultura e valori di ogni forza politica ma Draghi saprà fare sintesi”. Lo afferma Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia, in una intervista pubblicata oggi sul quotidiano ‘Il Mattino’. Così come per FI è “impensabile non garantire il proprio sostegno a una figura di altissimo profilo come Draghi”, allo stesso modo secondo Carfagna sarebbe “altrettanto impensabile che una forza come la Lega, che guida le Regioni del Nord e che dunque ha responsabilità di governo nell’area più produttiva del Paese, possa esimersi dal sostenere l’iniziativa di Draghi”.

“La politica – prosegue la presidente di ‘Voce libera’ – non può attardarsi in riti e veti sulla formazione del governo. Draghi nei suoi primi passaggi è stato molto rispettoso delle prerogative del Parlamento. Questo non è il momento di fare l’elenco di nomi, la prospettiva dovrà essere quella di individuare profili di qualità e competenza che sicuramente esistono anche all’interno di ogni partito”. Carfagna sostiene che “sarebbe irrispettoso nei confronti di Mattarella e di Draghi ipotizzare di mettere una scadenza come uno yogurt” alla durata dell’esecutivo e in un colloquio con ‘Il Foglio’ esprime un auspicio sulla composizione del prossimo esecutivo: “Mi auguro che entrino molte donne, in questo Paese ne abbiamo di eccellenti ed è ora di mettere la loro competenza al servizio dell’Italia”.

9.34 – “Era evidente che c’era bisogno di dare uno scossone a quel governo, non ci si è riusciti perché la parola chiave da parte degli ex alleati era continuità. La svolta è arrivata nella maniera migliore possibile. Se Draghi è un grande chef ed è in cucina, i clienti hanno già prenotato tutti i tavoli, basti vedere la reazione di mercati, che dimostra che con lui c’è maggiore fiducia nel nostro Paese”. Così Ettore Rosato, coordinatore nazionale di Italia Viva, su Radio Cusano Campus.

“Draghi – sottolinea – ascolterà tutti i partner di questo governo e io mi auguro che abbia una maggioranza larghissima. Bisognerà avere chiaro qual è il campo, noi ce l’abbiamo chiaro. Non si può avere ragione su tutto, noi non l’abbiamo mai preteso, abbiamo preteso che si discutesse sui problemi e si trovassero soluzioni”.

Poi a una domanda se si formerà un governo tecnico o politico, Rosato risponde: “Dobbiamo lasciare più spazio possibile a Mario Draghi per il nuovo governo, credo che lui troverà l’equilibrio tra tecnici e rappresentanze politiche”.

9.24 – “Conte padre nobile dell’alleanza? Giuseppe Conte non è leader del partito democratico, né intende esserlo, ieri ha rilanciato il suo rapporto con i Cinque Stelle, non vuole disperdere il patrimonio di quella esperienza”, dice Zingaretti, riferendosi all’alleanza tra Pd e M5S.

9.24 – Sul concetto di governo politico “mi riferisco al modello di Ciampi più che a quello di Monti”. Il dem Goffredo Bettini a Radio24, sottolinea il suo punto di vista sul tentativo di Mario Draghi. Poi sul possibile ingresso della Lega nell’esecutivo spiega: “Vedo una destra molto divisa, saranno loro a decidere, l’impostazione ultra-europeista di Draghi sarà però un problema”. “Non voglio porre veti a Draghi”, avverte Bettini.

9.23 – “Noi non arretreremo sull’ancoraggio europeista, sul fisco giusto, sul tema della giustizia”. Lo dice Nicola Zingaretti, segretario del Pd, ai microfoni di Radio anch’io, su Radio 1, rispondendo a una domanda su un eventuale governo Draghi che possa comprendere anche la Lega.

“Noi insieme alla Lega al governo? Lavoreremo a sostegno di governo su principi che sto indicando, Draghi dovrà fare la sintesi”, taglia corto il segretario dem.

9.12 – “Ci fidiamo di Draghi, dovrà fare sintesi su contenuti e programmi, e definire perimetro della maggioranza”. Lo dice Nicola Zingaretti, segretario del Pd, ai microfoni di Radio anch’io, di Radio 1. “Noi diremo la nostra, sono urgenti strette chiare, fermare pandemia, lotta alle disuguaglianze, fisco più equo, tema giustizia” “Noi – spiega – siamo per un programma per la riscossa italiana”. “Perimetro della maggioranza? Compito di Draghi, motivo per cui è stato incaricato, noi offriremo i contenuti”, dice ancora, aggiungendo: “La forza del Pd è cresciuta, ora rivinciamo quando ci sono le elezioni. Ma abbiamo, oggi, l’11% dei parlamentari. Oggi noi cresciamo – ribadisce -, il partito di Renzi è inchiodato all’1,5-2%”.

8.56 – “Ma voi ve la immaginare un’area europeista, liberale, moderata che dice no al nome più europeista, liberale, moderato indicato negli ultimi otto anni come possibile premier?”. Lo dice, intervistata da, Il Foglio, Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputato di FI che dell’apertura “senza ma” a Draghi è stata motore. “Ve la immaginate FI dire no – osserva – alla personalità che, già nel 2019, Silvio Berlusconi indicava come il solo capace di far fronte all’emergenza Italia? Io no, non lo posso neanche immaginare. Davo la decisione per scontata, e mi ha stupito che il sì di FI non sia arrivato immediatamente. Abbiamo una straordinaria opportunità. L’Italia non può perderla e una classe politica degna non può consentire di sottometterla a interessi elettorali e calcoli meschini. Chi ama questo Paese farà un passo avanti, ne sono certa”.

“I morti per Covid – ricorda Carfagna – sono oltre 90mila, hanno chiuso più di 240.000 aziende, un milione di italiani ha perso il lavoro, e soprattutto donne, e quando le donne non hanno reddito anche le famiglie e i bambini sono più poveri. Ci sono 209 miliardi di fondi europei da spendere, servono per disegnare il paese di domani, dove vivranno i nostri figli, i nostri nipoti. Nessuno più di Mario Draghi può assolvere a questo compito”. E in merito alla composizione dell’eventuale governo dichiara: “La composizione del governo compete al Presidente del Consiglio incaricato e sarebbe sciocco fare ipotesi prima ancora delle consultazioni, per di più con una personalità come Draghi che ovviamente chiederà carta bianca, o quasi. Un auspicio: che entrino molte donne, in questo paese ne abbiamo di eccellenti ed è ora di mettere la loro competenza al servizio dell’Italia”.

Su quella parte del centrodestra che dice invece “meglio il voto”, la vicepresidente della Camera afferma: “Un governo di salvezza nazionale, sostenuto da tutti, sarebbe una scelta alta e nobile. Ma non vivo sulle nuvole, so benissimo che nel centrodestra ci sono posizioni diverse. Credo però anche che la coalizione possa sopravvivere a scelte divergenti. E sopravvissuta quando Salvini ha fatto l’accordo col M5S, è sopravvissuta quando la Meloni ha votato contro Ursula von der Leyen rischiando di farla bocciare. Perché non dovremmo sopravvivere se FI sostiene un esecutivo di salvezza nazionale?”

8.51 – “Ogni ora che passa, per quanto mi riguarda, si aggiungono ragioni su ragioni per dire NO a Draghi. Si dice: “non sarà un governo tecnico ma un governo politico”. Benissimo. Allora ragioniamo di politica”. Così Alessandro Di Battista, in un lungo post notturno su Facebook, ribadisce il suo no al tentativo di Mario Draghi di formare un nuovo governo.

“C’è – ricorda il Cinque Stelle – chi si batte da 906 giorni, ovvero dal 14 agosto del 2018 (giorno della Strage di Genova), per revocare le concessioni autostradali ai Benetton. Davvero qualcuno crede che Draghi, colui che, da Direttore generale del Tesoro, assegnò le concessioni autostradali ai Benetton, possa revocarle? C’è chi combatte per l’istituzione di una banca pubblica di investimento”.

“Pensate davvero – si chiede ancora – che Draghi, uomo legato a doppio filo alla Goldman Sachs possa realizzarla? Io credo che sia indispensabile un durissimo provvedimento sul conflitto di interessi che proibisca, per legge, consulenze (o conferenze ben retribuite) a politici ed amici della politica. Si potrà mai approvare una legge del genere con Renzi al governo, per giunta rafforzato politicamente, che si sta arricchendo a dismisura grazie a conferenze estere strapagate? Pensate che sarà possibile portare avanti battaglie sulla legalità e sulla giustizia stando al governo con Berlusconi?”.

“E ancora. C’è chi crede nei beni pubblici, nella scuola pubblica, nella sanità pubblica. Secondo voi i Calenda e le Bonino, sponsor delle privatizzazioni, saranno d’accordo? – è un’altra domanda che pone Di Battista – . E chi sostiene interventi per le piccole medie imprese crede davvero che un governo che nasce con la benedizione di Confindustria li sosterrà? Governo politico è una parola che non ha alcun senso in questo scenario. Cosa c’è di Politico nel governare con PD, Leu, Forza Italia, Più Europa, Centro Democratico e, probabilmente, Lega Nord? Ci sarà qualche “politico” dentro. Un numero, tra l’altro, decisamente inferiore a quel che si immaginano molti sostenitori del sì a Draghi. Ma di politico non vi sarà nulla”.

“Draghi, nei primi mesi di luna di miele concessa da una pubblica opinione stremata da un anno di pandemia, si dedicherà al piano vaccinale e a mettere nero su bianco un Recovery gradito ai potentati che lo incensano. Nulla più. Poi, senza colpo ferire, si farà eleggere Presidente della Repubblica. D’altro canto non avrebbe mai accettato senza questa garanzia. A quel punto ci si renderà conto che il “governo dei migliori” come già viene definito, era solo l’inizio della restaurazione. Un film già visto”, conclude il pentastellato.

8.49 – “Nel tentativo del Conte ter c’era un appello alle forze europeiste e anti-sovraniste per una coalizione di tipo politico, qui stiamo parlando di un governo che non ha un perimetro politico perché questo è un governo del presidente della Repubblica. Che ha chiesto di rispondere alle emergenze del Paese: non disperdere i fondi del Next generation e rispondere all’emergenza sanitaria e vaccinale. Se la politica vuole fare un salto di qualità questo è il momento. Ognuno risponderà per sé senza porre veti o paletti. Però chiaramente il programma di Draghi dovrà scegliere fra politiche senz’altro diverse. E questo credo sarà lo spartiacque”. Così Graziano Delrio, sulla crisi di Governo, in un’intervista al Corriere della Sera.

“Io non ho mai detto ‘Conte o elezioni’ e nessun documento del partito lo dice – aggiunge il deputato democratico- Sapevo che il Paese non si poteva permettere le elezioni e che la decisione sulle elezioni era nelle mani del capo dello Stato. Comunque tutti quanti noi del Pd abbiamo lavorato con grande impegno per evitare la crisi e poi, una volta aperta, abbiamo lavorato per far fare un passo avanti alla coalizione. Sapevamo tutti che esaurito quel tentativo, la palla sarebbe tornata al capo dello Stato. Ed è quello che è successo. Adesso siamo pronti a rispondere senza se e senza ma allo sforzo che il presidente della Repubblica ci chiede”.

“Conte è stato il punto di equilibrio – prosegue Delrio – e spero che continui ad aiutare il dialogo tra Pd e5Stelle. Lo ringrazio per aver svolto questa funzione e per aver dato la disponibilità a continuare a svolgerla ma io sono convinto che questa alternativa alla destra nazionalista e anti-europeista possa rappresentare in futuro, al di là delle persone, un percorso importante per il Paese. Questa riedizione del centrosinistra, o come si voglia chiamare, alleanza giallorossa, può promuovere quell’economia integrale di cui parla Papa Francesco, ambientale, sociale ed economica, insomma un nuovo modello di sviluppo”.

“La rappresentazione di Draghi come uomo delle banche è fasulla – prosegue – La Bce ha salvato l’economia italiana, quindi ha salvato anche i ceti poveri, perché i ceti ricchi non hanno bisogno di essere protetti, i soldi li portano all’estero, e anche gli evasori. Il Parlamento rappresenta la volontà popolare e a me ha fatto molto piacere che il presidente Draghi abbia detto queste parole esatte nel suo primo discorso. Le forze politiche devono mettere al centro il bene comune, come è successo nel dopoguerra quando De Gasperi e Togliatti si parlarono per costruire un governo. Anche se le distanze erano enormi: il senso di responsabilità e di generosità prevalse su tutto. Poi è chiaro che se il presidente desidera, e io credo sarebbe opportuno che lo facesse ma questa è una sua scelta, le forze politiche possono mettere a disposizione persone, competenze e idee per aiutare il governo a viaggiare”.

“Questa non è quindi la sconfitta della politica – conclude – ma piuttosto una chiamata alla politica a fare un salto di qualità, come i costituenti nell’immediato dopoguerra. Certamente tutti quanti abbiamo commesso errori e avremmo potuto fare di più e di meglio. La crisi però non è dipesa da noi. In questa coalizione, che vogliamo rinsaldare per non disperdere il grande lavoro fatto, abbiamo sempre usato parole di verità. È stato il Pd per primo a chiedere un rilancio dell’azione di governo: lo abbiamo fatto con il nostro stile, senza alzare la voce, come fanno i riformisti, che cercano solo di risolvere i problemi per il bene della gente”.

8.37 – “Draghi è davvero il drago, rispetto agli altri, uno di un altro pianeta, ma il punto è capire cosa ha in mente, perché se torniamo a un governo sulla falsariga del precedente, magari con Zingaretti e Boccia dentro, e Di Maio, allora al posto di Salvini sarei in grande imbarazzo, sarebbe difficile dire sì”. L’ex ministro leghista della Giustizia, Roberto Castelli, non nasconde la preoccupazione per quello che potrebbe essere l’esecutivo a guida Draghi. “Sono preoccupato – spiega – pensavo che Draghi facesse un po’ come ai tempi dei romani, che nei momenti di crisi nominavano uno con pieni poteri, e facesse il dittatore a tempo”.

“Mi immaginavo un Draghi che, senza chiedere niente a nulla e nessuno, portasse il suo governo in Aula e chiedesse la fiducia, mente mi pare che qui c’è già il totoministri, con dentro i vecchi nomi della politica”. E allora, secondo il vecchio leghista “come potrebbe Salvini dire sì a chi porta al governo i nemici dell’autonomia, chi ha fatto una campagna contro la Lombardia, ad esempio, chi va contro le nostre battaglie?”.

“Se invece si parla di una squadra tecnica, di un altra cosa, rispetto al semplice cambio di allenatore, allora sono d’accordo con Giorgetti, che spinge per entrare”, conclude Castelli.

8.29 – “Il vero obiettivo di Renzi, attraverso l’attacco a Conte, era l’alleanza da noi siglata con Leu e Cinquestelle. Quell’alleanza ha tolto ossigeno e spazio al suo progetto politico: doveva fare qualcosa. Ha fatto la cosa peggiore: ha mandato tutto all’aria. Lo afferma Nicola Zingaretti in un’intervista alla Stampa, aggiungendo che “abbiamo difeso Conte perché l’attacco contro di lui era ingiusto ed era anche contro di noi. Non permetterò che si liquidi un patrimonio di risultati acquisiti, primo fra tutti la ricollocazione dell’Italia in Europa. È un patrimonio che non dobbiamo disperdere ma anzi allargare a sensibilità moderate, liberali e socialiste. Questa è la scommessa di queste ore. E per questo l’alleanza che ha sostenuto Conte non deve aver paura di sostenere il tentativo del professor Draghi”.

Quanto agli attacchi a Goffredo Bettini di queste ore “sono indecenti – dice il segretario dem – E ne conosco il motivo. Goffredo è una persona libera e autonoma, e questo dà fastidio. Dà fastidio l’autorevolezza della sua storia. Negli attacchi vedo un vizio antico della cattiva politica: quando ci si trova di fronte a idee e progetti forti non si discutono più le proposte ma si attaccano le persone che le esprimono”.

“Conte e quest alleanza sono forti in Parlamento e nel Paese – conclude – Noi non possiamo tornare alla solitudine del 2018, che portò alla più grave sconfitta elettorale della nostra storia. Dobbiamo andare convintamente avanti. E le tre forze che compongono la nostra alleanza, anzi, devono aprirsi ulteriormente e allargare la propria influenza, facendo argine al sovranismo, sempre aggressivo e pericoloso. Il resto è tornare competitivi elettoralmente. Ma proporremo altri punti di programma: realizzare una riforma del fisco all’insegna della semplificazione e della progressività, portare avanti la riforma della giustizia che l’Italia attende da troppo tempo, nuove politiche per il lavoro, soprattutto per l’occupazione di giovani e donne, la riforma della legge elettorale e altre riforme istituzionali”.

8.13 – “Si è aperta una fase del tutto nuova” con Mario Draghi. E Nicola Zingaretti dice alla Direzione che il Pd, riunitasi ieri in via telematica, che poi all’unanimità ha espresso voto favorevole sull’ordine del giorno presentato e sulla relazione del segretario, può “entrare anche in questa fase, di nuovo, con una linea chiara e una proposta di governo credibile per l’Italia”. Articolata intanto in tre punti. “Sostegno al tentativo in corso” del presidente Mario Draghi, “contributo per una maggioranza ampia e europeista” ed infine “messa in campo di contenuti per un’azione di governo per una riscossa e ripartenza dell’Italia”. Il segretario dem insiste sullo “stampo chiaramente europeista” della possibile nuova maggioranza. Nessun paletto. L’appello del presidente Mattarella è rivolto a tutte le forze politiche. Ma il richiamo alle forze europeiste, “liberali, moderate, socialiste, presenti in Parlamento” non è propriamente comprensivo della Lega di Matteo Salvini. Una cui eventuale disponibilità a votare la fiducia al governo e entrare in un esecutivo, magari anche con personalità politiche, potrebbe complicare le cose non poco. Vedi Laura Boldrini: “Mai con la destra sovranista”. E poi anche Andrea Marcucci che non vede “le condizioni per un appoggio al governo che sta nascendo” da parte “del campione in Europa della lotta sovranista contro il Recovery plan”, ovvero Salvini.

La posizione del Pd è quella per una maggioranza ampia a partire, innanzitutto, da quella giallorossa con M5S e Leu che si possa allargare alle forze europeiste. Oggi la giornata ha segnato dei passi avanti significativi. Intanto Luigi Di Maio. “Abbiamo il dovere di ascoltare Draghi” e M5S di “mostrarsi una forza politica matura”. Lo spiraglio per recuperare i grillini è nella formula ‘governo politico’. Riproposta nell’intervento arrivato oggi -finalmente- di Giuseppe Conte. Un contributo quello dell’ex-premier che va nella direzione auspicata dal Pd sia su Draghi che sul futuro del progetto politico, rimarcato dal premier uscente. Un passo atteso e su cui è arrivato il plauso di tutto lo stato maggiore dem. “Il suo impegno diretto rafforza la prospettiva di una alleanza politica nata con l’esperienza del suo governo”, dice tra gli altri Dario Franceschini. “La personalità di Draghi -ha detto Zingaretti in Direzione- è di assoluta forza e grande valore. Può essere la soluzione per portare l’Italia fuori dalla situazione caotica e dal rischio di paralisi determinato dalla crisi. Credo il Pd debba contribuire al successo di questo tentativo e offrire i propri contenuti e il proprio contributo”. Intanto per una maggioranza solida. E qui la sollecitazione anche oggi ai 5 Stelle.

“Abbiamo promosso una riunione delle forze politiche che avevano confermato la fiducia, un incontro utile e anche se con differenti opinioni ha visto prevalere uno spirito unitario e la volontà di salvaguardare un patrimonio di tutti e credo sia un fatto utile all’Italia. E’ fondamentale mantenere un clima di lealtà tra forze che hanno votato l’ultima fiducia al presidente Conte e a Conte stesso”. Un richiamo ribadito anche ieri. “Sarebbe molto importante che tutte le forze dell’alleanza”, ovvero Pd, M5s e Leu, “collaborassero con convinzione” alla maggioranza del governo Draghi, “aperte al contributo delle forze moderate, liberali, socialiste che sono in Parlamento. Aiuterebbe la stabilità del governo, gli darebbe forza e credibilità in Italia e nel mondo”. Un ‘perimetro’ ben chiaro, insomma, negli auspici dei dem. Intanto, però, il primo obiettivo da centrare è l’ok dei 5 Stelle a Draghi. Al momento la posizione ufficiale resta quella del no. Ma molto si sta muovendo. Beppe Grillo in testa che ha cambiato linea: ok a Draghi ma con una squadra politica. Quanto politica e con quale schema, però, è ancora da definire. Comprese le valutazioni che farà il premier incaricato Mario Draghi.

“Una alleanza larga dà credibilità e stabilità al governo, parlerebbe al mondo e alle persone. Gli italiani si aspettano un governo di alto livello che risolva problemi. Io sono fiducioso. Dipenderà dal professor Draghi. Noi ci siamo”, dice poi Zingaretti al Tg3. “Noi dobbiamo avere un grande rispetto per il dibattito in tutte le forze politiche. La cosa positiva che sta maturando la consapevolezza sull’importanza di rimanere uniti per incidere nel futuro dell’Italia. Pensare al lavoro, alla crescita, allo sviluppo, alla green economy. Un patrimonio di cose che hanno tenuto insieme da una maggioranza che ha governato fino ad ora”, dice. “Al traino di chi? Il Pd è finalmente una forza unita che sta creando le condizioni per garantire un buon governo, presente in tutto il territorio, che ha ripreso a vincere le elezioni e per molti la certezza di una forza politica seria. Non siamo subalterni a nessuno”, dice. Quanto all’alleanza con M5S e Leu, osserva: “Quello che sta accadendo è che si sta costruendo un campo competitivo e utile all’Italia”.

“Noi mettiamo sul campo punti di programma molto chiari, tra i quali una chiara vocazione europeista. Su questo, penso che noi e la Lega siamo forze alternative ma spetta al professor Draghi costruire il perimetro della maggioranza”, afferma poi ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7. “Il Pd dirà sì a questa sfida indicata dal presidente Mattarella in un momento drammatico, presenteremo degli obiettivi più che delle condizioni. Tra questi, un governo collocato in Europa, una riforma fiscale per una progressività del fisco, una riforma della giustizia per migliorare la competitività del paese, il piano del recovery fund per maggiori investimenti e lavoro. Si apre un percorso di confronto, non solo dicendo quello che pensiamo ma anche per dare una mano a costruire una maggioranza ampia che garantisca un governo stabile”, dice. “Un governo di questo tipo può portare credibilmente alla fine della legislatura. Noi chiederemo un governo politico, con ministri bravi, competenti e in grado di misurarsi con le sfide che abbiamo davanti. Ma ascolteremo il professor Draghi, che farà sintesi e noi ne prenderemo atto”, spiega.

“La fine del governo Conte poteva coincidere con la fine dell’alleanza con i 5 Stelle e Leu e invece così non è stato. Ricordo però che un anno e mezzo fa ho preso la guida di un partito che era piccolo, isolato e marginale. Oggi siamo in un’alleanza di centrosinistra che si sta rafforzando, mentre quella di centrodestra si sta rompendo. (…) Il mio obiettivo in questo anno e mezzo è stato quello di ricostruire il bipolarismo”, sottolinea. “Renzi può rivendicare solo il casino di aver aperto questa crisi al buio, ma senza la nostra presa di responsabilità in queste ore la situazione avrebbe rischiato di precipitare”, avverte. “Io non incisivo? In politica, a me interessano i risultati e nelle elezioni dirette io ho sempre vinto. Non so quanti leader di sinistra possano dire altrettanto. Gli obiettivi li abbiamo raggiunti, abbiamo preso un paese stremato e lo abbiamo ricollocato in Europa”, rivendica. “Io ministro? Ne parleremo con il presidente Draghi e con il mio partito ma faccio il presidente di Regione e faccio già grande fatica così”, aggiunge, “Sono molto ottimista che si faccia presto un governo per questo paese. Da zero a dieci, direi che c’è una probabilità di 8 o anche 9”, conclude.

8.08 – “Sono sicuro che Matteo Salvini saprà muoversi con senso di responsabilità nei confronti del paese, e anche responsabilità nei confronti della nostra identità”. Lo dice, intervistato dal Corriere della Sera, Luca Zaia, governatore del Veneto. “Nel senso che – precisa – Salvini affronterà il colloquio con Draghi mettendosi al tavolo ascoltando senza pregiudizi i progetti di governo del presidente incaricato. E il famoso tema dei punti fondamentali: si va al tavolo per verificare se sia possibile lavorare”. E su Mario Draghi afferma: “E un personaggio di indiscusso standing internazionale. È innegabile e saremmo poco onesti intellettualmente se non lo dicessimo: è l’uomo che ha riscattato l’immagine dell’Italia attraverso tutta la sua carriera in particolare nei suoi otto anni di presidenza della Bce. E nemmeno è soltanto questione di curriculum”.

Per Zaia inoltre il campo di gioco di Mario Draghi, “non è esattamente il suo. Stiamo parlando – spiega – di un’attività di governo con rapporti sanciti dalla Costituzione. E’ un’azienda con un consiglio di amministrazione e anche un’assemblea dei soci”. ”Noi amministratori – aggiunge – viviamo tre fasi. La presa in carico, la luna di miele e la fine della luna di miele. Come diceva il Rousseau vero, il popolo ti dà la delega a rappresentarlo e quando non lo rappresenti più te la toglie”. In merito all’ipotesi del coinvolgimento della Lega nel Governo dichiara: “Matteo Salvini ha il pieno mandato di tutti noi, rappresenta un movimento che oggi è la forza più significativa del paese e dunque tutto dipenderà dal significato che vorrà dare Draghi all’interlocuzione con la Lega. Quali priorità vorrà condividere e se tutto ciò si potrà trasformare in un percorso comune”.

E conclude: “Questo paese deve uscire dal medioevo e conoscere un nuovo Rinascimento. Il vero impegno che tutti dobbiamo metterci è nel porre fine a questa stagione basata sull’odio sociale e pensare che la sfida debba essere una equa distribuzione del benessere e non del malessere”.

8.07 – “Sei anni fa a una manifestazione di Pitti moda ho fatto un sondaggio tra i partecipanti per chiedere chi avrebbe voluto Mario Draghi alla presidenza della Repubblica, ebbene fu un vero plebiscito, con tanto di applauso finale”. Lo afferma al ‘Messaggero’ Brunello Cucinelli che, con la sua azienda di moda è tra i grandi nomi del made in Italy nel mondo. “Ne parlai anche con lui che, come tutti ora sanno, vive qui a Città della Pieve” (in Umbria n.d.r.), “non lontano dalla mia azienda, per vedere la reazione. Saresti un ottimo presidente, dissi, e lui, schivo, si schermì, mentre la moglie Serenella sorrise: ci vogliamo solo un po’ riposare, ci sono i nipoti a cui badare, altre cose da fare”.

Vi siete sentiti ultimamente? “No, ma Draghi sa quanto lo stimo e sono davvero contento che abbia assunto questa grande responsabilità. E’ una persona riservata, seria, con una qualità umana rara e con un garbo, voglio sottolinearlo, che è tutto italiano. Rappresenta la cultura di questo Paese, la sua tradizione, i valori più alti, come testimonia del resto tutta la sua attività”.

E’ legato a Città della Pieve? “Certamente, qui si vive bene, senza tensioni, in maniera semplice. Si lavora, si crea, si produce, senza far rumore” risponde Cucinelli. “Mario è la persona giusta, mi auguro solo che lo facciano lavorare per mettere in piedi un governo serio, preparato, in grado di riportare l’Italia dove merita. Certo l’incarico assegnato a Draghi capita in un momento davvero difficile, ma saprà affrontare la situazione con forza e grande coraggio. Il suo carattere è così” conclude.

8.06 – A quanto apprende l’Adnkronos, anche Davide Casaleggio è a Roma, e non è escluso che nelle prossime ore veda Beppe Grillo, il garante del Movimento arrivato nella capitale nella serata di ieri. Il presidente dell’associazione Rousseau é arrivato a Roma martedi scorso per una serie di incontri anche con esponenti del M5S.

7.57 – “E’ il momento di rompere gli schemi: con Mario Draghi si dialoghi. E sui temi!”. Lo afferma la sindaca di Roma, Virginia Raggi, in un’intervista al quotidiano ‘Il Foglio’ sottolineando che “il teatrino delle poltrone al quale abbiamo assistito è imbarazzante e, soprattutto, non è stato in grado di raggiungere alcun risultato. I cittadini sono stanchi”.

“Io mi concentrerei sui temi. Non vedo un parallelo con l’esperienza Monti. Il prossimo governo, infatti, avrà il compito di gestire risorse e rilanciare lavoro ed economia nella fase post Covid – continua Raggi – inoltre, rispetto al governo dei tecnici, credo che la partecipazione politica sarà sicuramente maggiore. Diffido di un governo formato esclusivamente da tecnici. Ma, lo ripeto il tema deve essere il programma”. “Da sindaca della città più grande e significativa del Paese, mi auguro che ci sia un deciso intervento per dare strumenti ai sindaci italiani per snellire la burocrazia, ricevere la distribuzione delle risorse sul territorio evitando che ci sia il ‘bizantino’ passaggio di fondi dallo Stato alle Regioni prima che arrivino ai Comuni e quindi ai cittadini”.

Per quanto riguarda il Recovery plan, Raggi afferma che “va fatto un lavoro importante che può permettere di ammodernare il Paese in senso più equo e con attenzione alla sostenibilità ambientale; di migliorare la distribuzione della ricchezza; di superare una volta per tutte la questione meridionale e dotare finalmente l’Italia di infrastrutture adeguate a sorreggere lo sviluppo”.

7.56 – “Si tratta di un affare italiano. E come sapete abbiamo una regola d’oro: non commentiamo mai le questioni politiche interne. Posso solo dire che Draghi alla Bce ha svolto un ruolo straordinario e di questo ne sono tutti consapevoli. Non solo in Italia”. Si è espressa così Ursula von der Leyen in un’intervista con La Stampa e altri media europei, in cui sottolinea che bisogna “lavorare senza sosta” al Recovery Plan italiano.

“Da settimane, per non dire mesi, lavoriamo con le autorità italiane e con le parti interessate per sviluppare i dettagli della bozza. E il lavoro è ancora in corso – afferma la presidente della Commissione europea – Dobbiamo andare in profondità nei dettagli, definendo obiettivi e tabella di marcia. Per questo siamo pronti e impegnati con l’amministrazione italiana per lavorare senza sosta e andare avanti perché il tempo è prezioso e non vediamo l’ora di vedere come sarà formato il nuovo governo”.

7.54 – Draghi presidente del Consiglio? “Mi aspetto che porti il suo stile e la sua personalità per gestire una crisi complessa come quella italiana. Se c’è una persona in grado di farlo è lui, che in passato ha preso alcune fondamentali decisioni, perché ha la grande dote di riuscire a trovare una sintesi in situazioni complesse. Non so se la sua nomina influirà sul sistema bancario, ma il sistema bancario con la sua solidità e la sua capacità di mobilitare risorse farà tutto il possibile per aiutare un governo Draghi”. Lo afferma il presidente designato di Unicredit, Pier Carlo Padoan in una intervista a ‘la Repubblica’

7.00 – Questo il calendario della giornata di consultazioni del premier incaricato Mario Draghi: si comincia alle ore 11-11.30 con Gruppo Per le autonomie (Svp – Patt, UV) del Senato. Alle 1.45-12.30 Gruppo Liberi e Uguali della Camera e componente Liberi e Uguali del Gruppo Misto del Senato. Alle 12.45-13.45 Gruppi Italia Viva della Camera e Italia Viva-PSI del Senato. Alle 15-16 Gruppi Fratelli d’Italia della Camera e del Senato. Alle 16.15-17.15 Gruppi Partito Democratico della Camera e del Senato. Si chiude alle 17.30-18.30 con i Gruppi Forza Italia – Berlusconi Presidente della Camera e Forza Italia- Berlusconi Presidente – Udc del Senato.

6.55 – Il premier incaricato Mario Draghi disegna il governo che dovrebbe nascere nei prossimi giorni, tra oggi e sabato ha altri due giorni per sondare le forze politiche e capire come comporre la squadra. Che tuttavia, dovrebbe avere al suo interno non solo tecnici ma anche ministri con la casacca di partito, “uno per ogni forza politica, al massimo due per i partiti maggiori”, riferiscono fonti beninformate all’Adnkronos. Mentre il rebus delle forze politiche che lo sosterranno non è ancora sciolto.

(AdnKronos)

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