Cile al voto: Jara e Kast in corsa per la presidenza oggi 16 novembre
Elezioni presidenziali e parlamentari in Cile: sinistra contro destra, alta partecipazione prevista
Il Cile al voto per eleggere il nuovo presidente e rinnovare il Parlamento. Il presidente uscente Gabriel Boric, ex leader studentesco, lascia il mandato con un consenso del 30%, aprendo la sfida tra la sinistra di Jeannette Jara e la destra guidata da José Antonio Kast.
La corsa presidenziale: Jara e Kast
Jeannette Jara, 51enne esponente del Partito Comunista ed ex ministra del Lavoro, punta a consolidare i diritti dei lavoratori e promette riforme su salario minimo, sanità e scuole materne. Nata in un quartiere popolare di Santiago e attiva fin da giovane nel Partito Comunista durante il regime di Pinochet, Jara incarna la continuità della sinistra di Boric, ma con un focus sui settori più vulnerabili.
Sul fronte opposto, la destra cilena è frammentata in più candidati. A guidarla è José Antonio Kast, 59enne leader dell’ultradestra, con un programma incentrato su sicurezza, lotta alla criminalità e controllo dell’immigrazione, ispirato a Donald Trump. Seguono Johannes Kaiser, deputato libertario soprannominato “Milei cileno”, Evelyn Matthei della destra tradizionale e Franco Parisi, indipendente e già protagonista delle presidenziali 2021.
I sondaggi indicano un vantaggio iniziale per Jara con il 25-30% dei voti, ma la frammentazione della destra lascia aperta la possibilità di un ballottaggio il 14 dicembre, con forte chance di vittoria per il candidato conservatore che riuscirà a raccogliere i consensi dell’intero schieramento.
Elezioni parlamentari e scenari futuri
Oggi si rinnova anche l’intero Parlamento: 155 seggi della Camera Bassa e 23 dei 50 seggi del Senato. La sinistra di Boric è attualmente minoranza; una vittoria della destra potrebbe dare maggioranze qualificate capaci di modificare la Costituzione, scenario senza precedenti dalla fine della dittatura di Pinochet negli anni Novanta.
Partecipazione e legge sul voto obbligatorio
Per questa tornata elettorale entrerà in vigore la legge sul voto obbligatorio, con sanzioni pecuniarie per chi non si reca alle urne senza giustificazione, che dovrebbe aumentare significativamente l’affluenza rispetto al 53% registrato nel primo turno presidenziale del 2021.
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(con fonte AdnKronos)
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