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Il governo Netanyahu respinge la nuova proposta di cessate il fuoco. Pressioni delle famiglie degli ostaggi e appello a riaprire i negoziati
La conquista di Gaza City non basterebbe a determinare la resa di Hamas. Lo ha ammesso un rappresentante dell’Idf durante una riunione a porte chiuse della Commissione Affari Esteri e Difesa della Knesset, riportata dall’emittente pubblica israeliana Kan. Alla domanda del deputato del Likud Amit Halevi sul perché la presa della città dovrebbe indurre Hamas a cedere, l’ufficiale ha risposto: “Non ne sono affatto certo. Gaza City ha soprattutto un significato simbolico”.
Parallelamente, il governo israeliano ha respinto l’ultima proposta di Hamas per un cessate il fuoco globale e lo scambio di prigionieri. Il movimento islamico aveva annunciato la disponibilità a liberare tutti gli ostaggi in cambio di un numero concordato di detenuti palestinesi. L’offerta è arrivata dopo un post del presidente statunitense Donald Trump, che aveva esortato Hamas a “restituire immediatamente tutti i 20 ostaggi”.
L’ufficio del premier Benjamin Netanyahu ha ribadito le cinque condizioni non negoziabili per porre fine al conflitto: rilascio degli ostaggi, disarmo di Hamas, smilitarizzazione della Striscia di Gaza, controllo di sicurezza israeliano e creazione di un’amministrazione civile alternativa che non diffonda terrorismo né minacci Israele.
Le famiglie degli ostaggi: “Israele complica le trattative”
La posizione del governo ha suscitato nuove critiche in Israele. Liran Berman, fratello di due ostaggi, ha dichiarato a Ynet News: “Hamas sembra volere un accordo più del governo. Non mi fiderei mai di Hamas, ma al momento appare come se stessero facendo sforzi per restituire gli ostaggi, mentre Israele crea difficoltà”.
L’Hostages and Missing Families Forum ha chiesto a Netanyahu, agli Stati Uniti e ai mediatori internazionali di convocare subito i negoziatori “finché non si raggiunga un accordo”, citando la cosiddetta “proposta di Witkoff” come base per un’intesa che riporti a casa i 48 ostaggi e ponga fine alla guerra.
Herzog oggi in Vaticano
Sul piano diplomatico, il presidente israeliano Isaac Herzog sarà ricevuto questa mattina in Vaticano da Papa Francesco. In agenda i temi legati al rilascio degli ostaggi, alla lotta all’antisemitismo e alla tutela delle comunità cristiane in Medio Oriente. Successivamente Herzog incontrerà il cardinale Pietro Parolin e visiterà l’Archivio e la Biblioteca Vaticana, prima del rientro in Israele.
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(con fonte AdnKronos)
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