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Nell’ultimo triennio, l’impegno del comparto surgelati ha garantito una riduzione di CO2 pari a quella emessa da oltre 350mila auto che percorrono la tratta Milano-Roma; un risparmio di acqua equivalente a 3 milioni di docce da 5 minuti e un risparmio di energia (elettrica e termica) pari al fabbisogno annuo di più di 8.500 famiglie di una o due persone. E’ quanto emerge dal primo Report Ambientale realizzato in Italia sul settore degli alimenti surgelati da Iias – Istituto Italiano Alimenti Surgelati insieme a Perfect Food (società di consulenza specializzata nell’ambito della sostenibilità, con competenze focalizzate sui temi del food), ora dss+. Una fotografia che racconta gli sforzi compiuti negli anni dal settore per ridurre i consumi di energia, le relative emissioni di CO2 e l’utilizzo di acqua.

L’analisi tiene conto dell’ultimo triennio, 2019-2021, e mostra un settore che è riuscito a ridurre del 10% la CO2 emessa (per un valore di 31.400 tonnellate), del 4% l’uso di acqua (per un valore di 284.000 m3) e del 2% l’utilizzo di energia elettrica e termica (per un valore di 19.000 MWh).

“Gli alimenti surgelati riscuotono da sempre successo per la loro capacità di rispondere al meglio alle esigenze dei consumatori, accompagnando (e a volte anticipando) i mutamenti economici, sociali, culturali, che ci toccano come persone, famiglie, cittadini e, soprattutto, come ‘abitanti del Pianeta’. Un Pianeta che necessita di scelte e comportamenti sostenibili per essere salvaguardato, anche a partire dalla tavola – spiega Giorgio Donegani, presidente Iias – Il comparto dei surgelati ha sposato pienamente questa filosofia, raggiungendo negli anni risultati decisamente virtuosi in tema di sostenibilità ambientale, con una riduzione notevole dei consumi idrici ed energetici per tonnellata di prodotto. Ed è importante sottolineare che tutto questo è avvenuto anche a fronte di una produzione in significativo aumento per la crescita dei consumi di questi prodotti, aumentati di oltre il 10% negli ultimi 3 anni”, conclude Donegani.

Lo studio Iias-dss+ è stato realizzato attraverso la somministrazione di un questionario e interviste aperte alle aziende associate a Iias per la raccolta di dati riguardanti gli aspetti ambientali dei processi industriali relativi al triennio 2019-2021. Sono stati raccolti i dati di 13 stabilimenti che rappresentano circa l’80% del consumo annuo di surgelati in Italia, e che hanno permesso di raffigurare indicativamente gli impatti per almeno un prodotto delle 5 categorie merceologiche maggiormente consumate in Italia: Vegetali (piselli e minestrone), Prodotti ittici, Pizza, Patate fritte, Piatti pronti.

La sostenibilità, poi, passa anche attraverso la natura intrinseca dei frozen food, prodotti ‘anti-spreco’ per eccellenza: di cibo (grazie alla lunga durata di conservazione e al controllo delle porzioni); di tempo (per la rapidità di preparazione); di risorse (i prodotti sono già lavati, puliti e pronti per essere consumati); di nutrienti (mantengono inalterate le proprietà delle materie prime).

“In Italia, soltanto il 2,5% dei quasi 1,8 milioni di tonnellate di cibo sprecati ogni anno proviene dai surgelati – spiega Donegani – La riduzione degli sprechi impatta anche su altri due aspetti rilevanti. Il primo è economico: di fronte all’inflazione, ridurre drasticamente lo spreco alimentare consente di combattere efficacemente l’aumento del costo della spesa, provocato dal boom dei prezzi dell’energia e delle materie prime. Il secondo aspetto, di natura nutrizionale, riguarda la salute: i surgelati evitano la dispersione delle sostanze nutritive del cibo e non a caso, nel mondo anglosassone, sono definiti ‘long fresh’, perché grazie ai moderni processi di surgelazione, conservano intatte, per un tempo lunghissimo, le qualità nutrizionali e organolettiche del miglior fresco, dimostrandosi dunque preziosi alleati contro gli sprechi a tavola e in cucina”.

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(AdnKronos)

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