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“Attenzione a considerare la Russia isolata dal mondo: basta guardare l’elenco dei paesi considerati ‘ostili’. Non c’è né il centro America, né il sud America, nessuna nazione africana, la Cina, India, Pakistan, Egitto mondo arabo, Turchia, Arabia Saudita, Israele, Mongolia, ex repubbliche sovietiche. Questo dovrebbe dirci qualcosa: facendo la somma, stiamo parlando di una popolazione che supera i 4 miliardi di persone, più del 60% del pianeta”. L’analisi all’Adnkronos è di Marc Innaro, capo dell’ufficio corrispondenza Rai a Mosca, che commenta così la definizione di ‘Russia isolata dal mondo’ che si legge in questi giorni su molte testate italiane.

“Non dimentichiamo che la Russia ha seimila chilometri di frontiera in comune con la Cina -aggiunge il corrispondente, che osserva: “Stiamo sempre parlando di gas e petrolio, ma attenzione, c’è il problema dei fertilizzanti, di cui la Russia è uno dei maggiori produttori al mondo -osserva Innaro- o quello dei cereali, se il prezzo dei cereali e del grano salta, ci sono paesi come l’Egitto che dipendono dal grano russo credo del 95%”. Ci sono dunque dei fattori di ordine globale, non soltanto militare, che non vengono sufficientemente raccontati ma visti da qua assumono una valenza fondamentale”.

Attenzione dunque “a parlare di isolamento della Russia, mi sembra francamente un po’ azzardato -scandisce Innaro – Chiudere Starbucks, Coca Cola, Pepsi, Twitter, Facebook, in Russia, non è così impattante. A parte che non sono stati chiusi tutti, molti sono rimasti aperti, ma il ‘facebook’ russo W-Kontakte, è molto più usato, Telegram sta avendo un escalation”. E così “l’uranio, che se viene bloccato è un enorme problema”. Per il giornalista, insomma, “i russi hanno preso decisioni epocali di cui stiamo solo cominciando ad immaginare le enormi conseguenze. Prima o poi, questo è un paese con il quale immancabilmente dovremmo avere a che fare, come europei. Ma più andiamo avanti, più stanno riorientando in senso autarchico e orientale il loro sguardo. E questo fa parte dell’antica tradizione di questo paese, che da sempre alterna lo sguardo da Est ad Ovest”.

Vantaggio russi è che sanno di noi più di quanto noi sappiamo di loro

“I russi conoscono molto di più di noi rispetto a ciò che noi conosciamo di loro. Vedono i canali europei, sono molto più informati, questo per loro è un grandissimo vantaggio, ed è per noi un grandissimo problema. Noi scontiamo un gravissimo deficit, culturale, storico, linguistico, nei loro confronti, così come lo scontiamo nei confronti dei cinesi. Pertanto, quand’anche fossero considerati dei nemici, vanno conosciuti, proprio perché se lo sono non puoi ignorarli”. Così in una conversazione con l’AdnKronos Marc Innaro, capo dell’ufficio di corrispondenza della Rai a Mosca, che analizza il conflitto tra Russia e Ucraina facendo alcune considerazioni sull’importanza dell’informazione nell’ambito del conflitto fra Russia e Ucraina.

In Occidente “sono stati chiusi una serie di canali russi, Russia Today, Sputnik, Russia 24, quindi se tu vuoi vedere quello che quantomeno vogliono farti vedere, non puoi più vederlo -dice Innaro- Qui invece vedi tutto quello che vuoi, i canali europei vengono visti, chiaramente nella lingua dei paesi che le mandano in onda”. La domanda che si pone il corrispondente italiano, è: “Se siamo tanto superiori, perché chiudiamo i canali russi? Se siamo così certi della nostra superiorità e democrazia, che problema c’è? Dovremmo essere immuni, dovremmo avere gli anticorpi”, dice Innaro.

Che analizza l’importanza del ruolo dei giornalisti in un conflitto caratterizzato dalla massiccia presenza di fake news: “Abbiamo un ruolo ancora più importante, perché dobbiamo reagire, con la nostra competenza a capire, interpretare, fare filtro, il pubblico ha difficoltà gigantesche ad orientarsi, e va a leggersi solo quello che coadiuva le sue idee”. Il problema, la grande sfida del servizio pubblico e di chi ci lavora, ce non solo italiana, è la responsabilità gigantesca che hanno i giornalisti, il cui ruolo assume ancora più importanza in un mondo in cui l’informazione è sempre più orizzontale. La nostra funzione è quella di controllare, mediare, perché siamo in grado di capire e avendo le conoscenze linguistiche, storiche, culturali, del posto in cui viviamo”.

“Io ‘filo-Putin’? Non ho avuto il tempo di pensarci, sto lavorando”

“Le polemiche sul mio essere ‘filo-Putin’? Francamente non ho avuto il tempo di pensarci, anche perché l’ufficio non ha mai chiuso e sono stato molto occupato a lavorare in questi giorni”. A dirlo all’Adnkronos è Marc Innaro, capo dell’ufficio di corrispondenza Rai da Mosca, che risponde così alle polemiche dei giorni scorsi quando era finito al centro di un dibattito, arrivato in commissione di Vigilanza tramite una interrogazione del gruppo del Pd, per la sua narrazione dei fatti del conflitto fra Russia e Ucraina.

“Sono stato impegnato dalla mattina alla sera con dirette televisive, radio, organizzazione dell’ufficio, gestione a distanza di inviati che arrivavano e partivano -dice Innaro- Quando per prudenza la Rai, dopo il varo della legge che è allo studio di avvocati e degli enti televisivi pubblici occidentali ha deciso di sospendere, non di chiudere, l’attività giornalistica della Rai nella federazione Russa, a quel punto mi sono preso due giorni di vacanza e poi ho ricominciato a far rifunzionare l’ufficio che non ha mai chiuso, ma che non può produrre in attesa di sviluppi che arriveranno nelle prossime ore”.

Sul territorio, “hanno già riaperto Bbc, televisione finlandese, slovena, le due francesi principali, tutte le agenzie internazionali hanno continuato ad operare normalmente sono presenti sul territorio due inviati italiani dei quotidiani fra i principali, uno del Corriere della Sera e uno di Repubblica”, fa presente il corrispondente.

(AdnKronos)

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