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L’Idf parla di “centro di comando di Hamas”, ma con questa giustificazione a Gaza è stato raso al suolo quasi tutto: migliaia i civili uccisi

Un nuovo bombardamento israeliano ha colpito una scuola nel quartiere Al-Daraj di Gaza City, provocando almeno 20 morti, per la maggior parte bambini, e oltre 60 feriti. L’edificio, la scuola Fahmi Al-Jarjawi, ospitava centinaia di sfollati e si era trasformato in uno dei tanti rifugi di fortuna in una città ormai devastata.

Il portavoce della Difesa civile della Striscia, Mahmud Bassal, ha denunciato all’Afp “un orribile massacro dell’occupazione”, parlando di “almeno 20 martiri, per la maggior parte bambini” trasportati in ospedale e di decine di feriti.

Ancora una volta, le Forze di difesa israeliane (Idf) giustificano il raid con la presenza di “terroristi chiave” all’interno dell’edificio. Secondo l’esercito, la scuola veniva utilizzata da Hamas e dalla Jihad islamica come centro di comando e controllo per pianificare attacchi contro civili israeliani e truppe dell’Idf.

Una narrazione che si ripete da mesi: ogni edificio colpito – case, ospedali, moschee, scuole – viene descritto come base operativa del nemico. È con questa logica che, in nome della lotta contro Hamas, interi quartieri sono stati rasi al suolo e decine di migliaia di civili sono stati uccisi.

L’esercito israeliano afferma di aver impiegato munizioni di precisione e sistemi di sorveglianza per “mitigare” il rischio per i civili, ma il bilancio della popolazione di Gaza racconta un’altra realtà: quella di una catastrofe umanitaria senza precedenti, dove nessun luogo – nemmeno una scuola piena di bambini – è più al sicuro.

 

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