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Patto stabilità, addio regola del debito: la proposta Ue



Il nuovo quadro regolatorio Ue in materia di conti pubblici archivierà la ‘debt rule‘, la regola del debito che prevede per gli Stati con un debito pubblico superiore al 60% del Pil la riduzione del debito stesso nella misura di un ventesimo annuo della quota eccedente il 60%. E’ una regola che non è mai stata applicata. La Commissione, nella comunicazione diffusa oggi (non è una proposta legislativa) in cui delinea i suoi orientamenti sulla riforma del patto di stabilità, prevede che la sorveglianza sui bilanci pubblici si focalizzi su un singolo indicatore, il percorso concordato per lo Stato membro di riduzione della spesa netta (al netto, per esempio, della spesa per interessi).

Questo indicatore servirà come base per condurre la vigilanza fiscale sul piano a medio termine dello Stato membro. Verranno archiviati il parametro della riduzione del debito, il parametro per la riduzione del saldo strutturale, la procedura per deviazione significativa e la matrice dei requisiti. La ratio della riforma è la semplificazione del quadro, anche per renderlo meglio comunicabile al pubblico: “Un politico – spiega un alto funzionario Ue – chiede di sapere di quanto deve ridurre la spesa per rispettare le regole”.

Con il quadro regolatorio attualmente in vigore, “purtroppo non c’è una risposta semplice a questa domanda”, perché giocano “troppe variabili”. Questo è un problema per la comunicazione politica, che il nuovo quadro regolatorio dovrebbe risolvere. L’ex commissario all’Economia Pierre Moscovici una volta ammise in sala stampa di provare “imbarazzo” a dover comunicare decisioni basate su regole incomprensibili se non agli specialisti di finanza pubblica.

Nel nuovo quadro regolatorio Ue in materia di conti pubblici, gli Stati con problemi “sostanziali” sotto il profilo del debito dovranno fissare un percorso di riduzione della spesa netta (è esclusa, tra l’altro, la spesa per interessi) tale da assicurare che entro l’orizzonte del piano, cioè quattro anni estendibili a sette a fronte di investimenti e riforme, la traiettoria del debito a dieci anni, a politiche invariate, sia su un percorso plausibile di riduzione continua e che il deficit rimanga al di sotto del 3% del Pil, sempre per un periodo di dieci anni secondo quanto prevede la comunicazione sulla riforma delle regole Ue in materia di conti pubblici presentata oggi dalla Commissione Europea a Bruxelles.

Il nuovo quadro regolatorio Ue, se diventerà da un lato più comprensibile e prevedrà un percorso di riduzione del debito più flessibile per gli Stati membri, dall’altro renderà più efficaci le sanzioni. Rimane la procedura per deficit eccessivo, che scatta in caso di superamento del deficit al 3% del Pil, ma viene rafforzata la procedura per debito (procedura per deficit eccessivo basata sul debito), finora mai applicata nella pratica perché equivale ad una “bomba atomica”, come spiega un alto funzionario Ue.

La condizionalità macroeconomica per i fondi strutturali Ue e per quelli della Recovery and Resilience Facility verrà applicata in modo simile: i finanziamenti possono essere sospesi quando uno Stato membro non agisce in modo efficace per correggere il deficit eccessivo. E’ previsto anche un nuovo strumento per assicurare il completamento delle riforme e degli impegni di investimento: chi non rispetta gli impegni presi in materia di riforme ed investimenti avrà un percorso di aggiustamento più rigido e saranno previste sanzioni finanziarie, per gli Stati membri dell’Eurozona.

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