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Si tratta di un episodio accaduto al Tribunale penale di Trieste (considerato tra i più efficienti d’Italia), dove il Pubblico Ministero per un procedimento in corso dal 2010 tra cavilli e malattie più o meno improvvise dell’imputato, cita i testimoni a presenziare con obbligo di comparizione e con avviso di indispensabilità, ossia se non ci si presenta la Polizia giudiziaria ha il compito di provvedere all’accompagnamento coatto con addebito delle spese e con ammenda. Non importa se lo stato economico dei testimoni non permetterebbe il viaggio, qualunque sia la distanza o la situazione ci si deve presentare a tutti i costi e poi la Cancelleria provvederà al rimborso delle spese comprovate.  Così per l’ennesima volta i nostri testimoni attraversano l’Italia affrontando spese consistenti e si recano puntualmente al processo. L’ultima comparizione dei testi presso il Tribunale penale di Trieste si è tenuta il giorno 11 febbraio 2020 e ad oggi ancora di rimborso spese non se ne parla.  Ovviamente più volte i testimoni hanno sollecitato il dovuto rimborso ma ottengono sempre e solo la medesima risposta, ossia “l’ufficio preposto deve ancora inoltrare i documenti”. A distanza di 9 mesi? Tra poco ci sarà il primo compleanno complice l’emergenza sanitaria che troppe volte risulta alquanto pretestuosa. Ma anche per i testimoni esiste il Covid 19 e in questo particolare momento il rimborso spese è quanto mai indispensabile se non addirittura vitale.  Tra una email e l’altra volano commenti, non voluti forse, e dall’ufficio “Spese di giustizia”  viene comunicato che è possibile avere la cifra per sostenere il viaggio in modo anticipato dal proprio Tribunale di pertinenza, cosa assolutamente non scritta nei documenti di citazione dei Testi che al contrario riporta inequivocabilmente “di consegnare le ricevute delle spese presso la Cancelleria al fine di ottenere il rimborso secondo quanto previsto”. Si il rimborso delle spese avviene secondo a delle tabelle e non per ciò che davvero è costato il viaggio infatti Il Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia (D.P.R. 30 maggio 2002, n. 115, pubblicato sulla G.U. n. 139 Suppl. Ord. del 15/06/2002), agli artt. 45-48, prevede:

  • Ai testimoni residenti nel Comune in cui si trova l’Ufficio giudiziario presso cui sono stati citati, ovvero residenti in un Comune che dista non oltre due chilometri e mezzo da quello presso il quale ha sede l’ufficio giudiziario, spetta l’indennità di euro 0,36 al giorno.
  • Ai testimoni non residenti spetta il rimborso delle spese di viaggio, per andata e ritorno, pari al prezzo del biglietto di seconda classe sui servizi di linea o al prezzo del biglietto aereo della classe economica, se autorizzato dall’autorità giudiziaria. Spetta, inoltre, l’indennità di euro 0,72 per ogni giornata impiegata per il viaggio, e l’indennità di euro 1,29 per ogni giornata di soggiorno nel luogo dell’esame. Quest’ultima è dovuta solo se i testimoni sono obbligati a rimanere fuori dalla propria residenza almeno un giorno intero, oltre a quello di partenza e di ritorno.
  • Ai dipendenti pubblici, chiamati come testimoni per fatti inerenti al servizio, spettano il rimborso spese e le indennità di cui agli articoli 45 e 46, salva l’integrazione, sino a concorrenza dell’ordinario trattamento di missione, corrisposta dall’amministrazione di appartenenza.

Quindi al lavoratore autonomo o professionista o imprenditore non residenti andrebbe un’indennità di euro 0,72 per ogni giornata impiegata per il viaggio e l’eventuale indennità di euro 1,29 per ogni giornata di soggiorno nel luogo dell’esame, oltre al rimborso del biglietto di viaggio, mentre ai dipendenti pubblici spetta il trattamento di missione oltre al rimborso spese del viaggio. Equo, non fa una piega.

Riassumendo, il teste presta il suo tempo, le sue energie e molte volte anche il suo coraggio in nome della Giustizia che tutti ci aspettiamo da un Paese civile ma gli viene sottaciuto che può avere in anticipo la cifra per sostenere le spese di viaggio se si trova in difficoltà economica, qualora sfidi le proprie difficoltà per mettersi a disposizione in un processo, le spese gli vengono riconosciute a babbo morto. Un “applauso” a chi frantuma ogni speranza di correttezza e sano spirito collaborativo, certamente è un invito a modificare il senso di onestà e di buon vivere di cui in primis le Istituzioni dovrebbero farsi garanti attraverso l’esempio

E. F.

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