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Rimarrà fra le peggiori pagine della storia della Marina Militare e della Nazione il via libera alla vendita arrivato ieri sera, di due fregate Fremm all’Egitto, dopo una telefonata tra il premier Giuseppe Conte e il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi, ufficialmente dovuta al dossier libico e al caso Regeni che non ha avuto ancora giustizia, anche se il nome di Regeni non appare nemmeno nel comunicato della presidenza egiziana con cui è stata data notizia dell’incontro telefonico


La vendita coinvolge la FREMM Spartaco Schergat varata nel 2019 e la FREMM Emilio Bianchi varata nel 2020 per un valore stimato di circa 1,2 miliardi di euro. Le due fregate erano state commissionate dalla Marina Militare italiana a Fincantieri nell’ambito dell’accordo di cooperazione internazionale italo-francese, con il coordinamento di OCCAR, l’organizzazione congiunta per la cooperazione europea in materia di armamenti. Ora alla Marina rimangono solo promesse di “risarcimento” ma di fatto senza alcun impegno scritto a livello contrattuale da parte di Fincantieri


Rimane il fatto che queste due navi vengono sottratte alla Squadra Navale della Marina Militare Italiana senza un minimo di esitazione, sguarnendo un Paese bagnato per tre quarti dal mare da preziosi gioielli in uno scenario geopolitico tutt’altro che tranquillo, così come non è tranquilla l’atmosfera alla Difesa nostrana purtroppo. Conte ha voluto gestire la faccenda in piena autonomia con il suo consigliere militare l’ammiraglio Carlo Massagli, aspirante vice-direttore dell’AISE. Di Maio ha scelto di rimanerne fuori al contrario di Guerini che già da qualche giorno aveva dato il benestare alla cessione delle due Fregate.

 

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