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Finlandia e forse Svezia si preparano a formalizzare la richiesta di adesione alla Nato nel giro di settimane mentre il primo ministro della Lituania, Ingrida Simonyte ha osservato che il Cremlino ha già schierato le testate nucleari a 100 chilometri dal confine. “Post scriptum: Helsinky e Stoccolma devono avere parecchia paura per fare un gesto simile, rinunciando alla neutralità. Ma la paura lituana è un timore storico”, che facilmente deborda in un “a lupo al lupo”. Così all’Adnkronos Alessandro Minuto Rizzo, già segretario ad interim della Nato che commenta: “fa sorridere che all’inizio della crisi si parlava per l’Ucraina di una finlandizzazione. E Vilnius dovrebbe ridimensionare le continue visite a Kiev”, benzina sul fuoco russo.

Secondo il diplomatico, l’ingresso di Svezia e Finlandia nella Alleanza atlantica sarebbe “un cambiamento di scenario politico che dal punto di vista militare non aggiunge molto, poiché non stravolge gli equilibri di forza”. Un punto però è interessante: “entrambe sono membri del partenariato per la pace. Mi è capitato di ricevere i loro parlamentari che venivano a Bruxelles e tastavano il terreno in passato più volte – ricorda – perché dal punto di vista del diritto, né Helsinki né Stoccolma hanno obblighi costituzionali di neutralità, come la Svizzera, l’Austria o l’Irlanda”. Dunque un eventuale ingresso nella Nato renderebbe il gesto meno grave agli occhi della Russia? “Mosca può essere arrabbiata, ma non può pretendere di attaccare i finlandesi per violazione di impegni internazionali o presupposti costituzionali. L’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato sarà solo una scelta politica storica di questi paesi”.

E la Lituania? “I paesi baltici sono particolarmente sensibili ai rapporti con la Russia, ancora 10 anni fa temevano l’invasione. Dunque oggi qualunque segnale sembri concretizzare quel pericolo, li porta a gridare al lupo al lupo. Ed anche a manifestare continuamente la loro diversità da Mosca e la loro opposizione. Basta osservare adesso le continue visite a Kiev – osserva il diplomatico- Fossi in loro ridimensionerei queste continue manifestazioni di opposizioni alla Russia, che sono un gettare benzina sul fuoco, perché conoscendo i russi, saranno furibondi. E se si vuole alleggerire la situazione generale, convincendo Putin ad una pace, io dico che il buon senso ci aiuterebbe”.

“Invece – conclude l’ex segretario Nato – assistiamo a polacchi e baltici a giorni alterni in Ucraina. E ad esternazioni del presidente Zelensky che si rifiuta di ricevere il capo di Stato tedesco Frank-Walter Steinmeier”. Fatto grave e controproducente secondo Minuto Rizzo: “Offendere un paese come la Germania non è un segno di grande diplomazia. Zelensky è eccezionale sul fronte mediatico, ma mi domando se tutta questa solidarietà non lo abbia portato a sentirsi un po troppo sicuro di sé. Adesso tutti fanno finta di niente, ma certo se a lungo termine questi atti venissero ripetuti, si creerebbero paesi amici ed altri meno, il che non conviene neanche all’Ucraina”, conclude.

(di Roberta Lanzara – AdnKronos)

 

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