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Nuovo scandalo in Vaticano. Bergoglio ha ricevuto ieri in udienza “strettamente privata” il primo ministro uscente di Malta Joseph Muscat, coinvolto nell’omicidio della giornalista Daphne Carisma Galizia, fatta esplodere nella sua auto per farla tacere per sempre sulla sua denuncia del finanziamento illecito ad alcuni membri del suo gabinetto.

La stessa visita, con una decisione in questo caso illuminata dalla virtù teologale della prudenza, è stata tempestivamente annullata dal premier Giuseppe Conte “per sopraggiunti impegni”.

Il bello è che proprio Bergoglio, per la prima volta nella storia del papato, dato il clamore mediatico suscitato dalla notizia, per farsi réclame aveva preso l’iniziativa di mandare un telegramma di condoglianze ai familiari della vittima.

In un documento dei giorni scorsi, i vescovi maltesi avevano invitato a “lavorare insieme per promuovere la verità e la giustizia con carità e rispetto degli altri”.

Muscat si è visto costretto anche a disertare la riunione del Rome Med.

“Va dal Papa a farsi perdonare i peccati?”, aveva titolato nei giorni scorsi un quotidiano maltese, dando voce all’esasperazione degli abitanti dell’isola, inferociti contro il loro premier corrotto, che sono giunti perfino ad assediare nel suo palazzo.

Le proteste consegnate al Nunzio dunque non sono bastate a far annullare la visita, ma solo a declassarla da visita di Stato ad udienza privata.
Vaticano e La Valletta hanno un legame strettissimo suggellato da sempre dall’istituzione dell’associazione paramassonica dei Cavalieri di Malta, mentre sempre nelle stesse mani è la tenebrosa finanza della Chiesa cattolica.

“Insomma, Malta per il Vaticano costituisce un crocevia delicato – conclude l’Huffington Post -. E val bene se non una messa, almeno un incontro privato di Francesco con Muscat”.

Giancarlo De Palo

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