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Il presidente americano domani in Israele per incontrare Netanyahu e le famiglie degli ostaggi, poi in Egitto per firmare l’accordo su Gaza; ancora ignoti i tempi precisi del rilascio dei 20 ostaggi israeliani

Donald Trump farà domani una visita lampo in Israele prima di recarsi a Sharm el-Sheikh per la firma dell’accordo su Gaza, al vertice di pace con la mediazione di Egitto, Qatar e Turchia. La cerimonia vedrà la partecipazione di leader di oltre venti Paesi, tra cui l’Italia con la premier Giorgia Meloni, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna, Arabia Saudita, Emirati Arabi e Giordania, oltre al segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres.

La visita in Israele sarà molto breve: il presidente americano arriverà alle 9.20 e ripartirà alle 13. Durante queste ore, incontrerà il premier Benjamin Netanyahu, terrà un discorso alla Knesset e visiterà le famiglie degli ostaggi israeliani. Subito dopo, nel pomeriggio, Trump presenzierà a Sharm el-Sheikh alla firma dell’accordo su Gaza, senza la presenza di rappresentanti israeliani o di Hamas, basato su lettere di principio separate fornite dalle parti e dai mediatori.

Accordo su Gaza: rilascio ostaggi, nessuna conferma precisa sui tempi

Il vero nodo riguarda ancora il rilascio dei 20 ostaggi israeliani vivi ancora trattenuti nella Striscia di Gaza. Nonostante l’accordo preveda il loro rilascio entro lunedì mattina, Israele non ha conferma dei tempi precisi. L’incertezza dipende dai preparativi logistici di Hamas e dal coordinamento della Croce Rossa internazionale. Non è ancora chiaro se gli ostaggi saranno trasferiti tutti insieme da un unico punto o tramite più spostamenti simultanei dai diversi luoghi in cui sono detenuti.

Tra gli ostaggi ci sono Matan Angrest, Gali e Ziv Berman, Elkana Bohbot, Rom Braslavski, Nimrod Cohen, i fratelli David e Ariel Cunio, Evyatar David, Guy Gilboa Dalal, Maxim Herkin, Eitan Horn, Segev Kalfon, Bar Kuperstein e Omri Miran. Le famiglie seguono con ansia gli sviluppi, mentre Israele ha già avviato il trasferimento dei detenuti palestinesi che saranno liberati nell’ambito della prima fase dell’accordo, attraverso i valichi di Rafah e Ofer.

Il vertice di Sharm el-Sheikh, presieduto da Trump e dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, ha l’obiettivo di consolidare il cessate il fuoco nella Striscia, promuovere sicurezza e stabilità regionale e avviare la governance e la ricostruzione di Gaza. Gli Stati Uniti hanno sottolineato che il cessate il fuoco reggerà perché Israele e Hamas “sono stanchi di combattere”, ma resta cruciale il monitoraggio del rilascio degli ostaggi e del rispetto degli accordi.

Il coordinatore israeliano per gli ostaggi, Gal Hirsh, ha confermato alle famiglie che i preparativi per ricevere i prigionieri sono già stati completati, e che il team internazionale incaricato di localizzare eventuali corpi degli ostaggi deceduti inizierà il suo lavoro dopo le prime 72 ore.

Gli ultimi 20 ostaggi israeliani vivi:

Matan Angrest, 22 anni, sottufficiale catturato a bordo del suo carro armato a Nahal Oz.

Gali e Ziv Berman, 28 anni, gemelli rapiti nel kibbutz Kfar Aza, lavoravano in ambito musicale.

Elkana Bohbot, 36 anni, produttore del Nova Festival, padre di un figlio, cittadinanza colombiana dal 2023.

Rom Braslavski, 21 anni, originario di Gerusalemme, cittadino tedesco, addetto alla sicurezza del Nova Festival.

Nimrod Cohen, 21 anni, soldato, di Rehovot, catturato vicino al kibbutz Nahal Oz.

David e Ariel Cunio, 35 e 28 anni, fratelli israelo-argentini rapiti nel kibbutz Nir Oz, parte della famiglia più numerosa tra gli ostaggi.

Evyatar David, 24 anni, rapito al Nova Film Festival, residente a Kfar Saba.

Guy Gilboa Dalal, 24 anni, rapito al Nova Festival, visto più volte in video sotto costrizione.

Maxim Herkin, 37 anni, russo-israeliano, padre di una bambina, residente a Tirat Carmel.

Eitan Horn, 39 anni, rapito nel kibbutz Nir Oz, educatore, famiglia originaria dell’Argentina.

Segev Kalfon, 27 anni, residente a Dimona, rapito al Nova Festival mentre lavorava con il padre.

Bar Kuperstein, 23 anni, medico dell’esercito e membro dello staff del Nova Festival, di Holon.

Omri Miran, 48 anni, massaggiatore con nazionalità ungherese, rapito nel kibbutz Nahal Oz.

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(con fonte AdnKronos)

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