
Mosca trasforma le zone occupate in basi militari
Un’inchiesta satellitare rivela la riconversione di aeroporti, fabbriche e scuole a fini bellici. Trump spinge per negoziati basati su possibili scambi territoriali, ma Kiev avverte: “Donbass già trasformato in avamposto russo”
La guerra in Ucraina sembra entrare in una nuova fase. Secondo il quotidiano Kyiv Independent, la Russia sta riconvertendo le aree occupate in una gigantesca base militare, trasformando aeroporti, fabbriche e infrastrutture civili in caserme, depositi di munizioni e piattaforme di lancio per droni kamikaze.
Mentre il presidente Usa Donald Trump auspica un incontro diretto tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, rilanciando l’ipotesi di “scambi territoriali” come soluzione diplomatica, le immagini satellitari raccontano un’altra realtà: Mosca continua a rafforzare le proprie posizioni, con insediamenti sempre più vicini alle linee ucraine.
L’aeroporto di Donetsk, da rovina a base droni
Uno degli esempi più evidenti è l’ex aeroporto internazionale di Donetsk, ridotto in macerie dal 2014. Le immagini satellitari di Planet Labs mostrano come tra aprile e luglio 2025 la pista sia stata ripavimentata, con nuovi hangar e decine di rifugi bianchi. Secondo l’esperto ucraino Vadym Hlushko, fondatore del progetto open source Kiberboroshno, si tratta di piattaforme per i droni Shahed di fabbricazione russo-iraniana. “Oltre alle postazioni reali, ne creano anche di finte per depistare le ricognizioni”, spiega.
Infrastrutture civili riconvertite
Fabbriche, scuole e resort sono ormai strutture militari. Un’ex fabbrica di trattori a Berdiansk è diventata base logistica, un caseificio a Dovzhansk officina per veicoli militari, una scuola a Oleksandrivka rifugio per carri armati. Anche resort sul Mar d’Azov e in Crimea sono stati trasformati in caserme.
Secondo il consigliere comunale di Mariupol Petro Andriushenko, “gran parte del Donbass è già una base militare russa. Quello che noi vediamo delle nuove installazioni probabilmente rappresenta meno dell’1% di ciò che esiste realmente”.
L’allarme di Kiev e della Nato
L’Institute for the Study of War sottolinea che la militarizzazione dei territori occupati non è solo una minaccia per Kiev, ma anche per i Paesi Nato. Un attivista del gruppo partigiano Zla Mavka, residente a Donetsk, racconta: “Stanno militarizzando tutto ciò che trovano. Occupano officine vuote, trasformano edifici in caserme e impediscono l’accesso. Di notte i convogli entrano ed escono senza sosta”.
Lo scenario dei negoziati
Il nodo politico resta la proposta di Trump: cedere interamente Donetsk e Luhansk come parte di un accordo di pace. Ma Kiev ribatte che proprio quelle città — Pokrovsk, Kupiansk, Kostyantynivka e Kramatorsk — sono oggi fortificazioni cruciali per la difesa dell’est del Paese. “Concederle significherebbe offrire a Mosca le migliori difese dell’Ucraina”, avverte il Kyiv Independent.
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(con fonte AdnKronos)
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