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“La Transnistria è già in guerra” ma “non c’è il rischio che la Moldavia verrà occupata da Mosca”. Non ha dubbi Nicolai Lilin, lo scrittore del bestseller ‘Educazione siberiana’, originario proprio della Transnistria, l’autoproclamata Repubblica filo-russa della Moldavia, dove ieri ci sono state esplosioni vicino all’edificio del ministero della Sicurezza e oggi un attacco a un centro di trasmissione radiofonica russo. “La Transnistria – dice Lilin all’AdnKronos – è già schierata contro l’Ucraina. Dalla Transnistria sono stati lanciati missili nella direzione di Mykolaiv e Odessa. Ciò significa che la regione è già coinvolta nel conflitto ed è schierata con Mosca”.

Da giorni si parla della Transnistria come possibile nuovo fronte. “E’ un protettorato russo e nessuno può nutrire la speranza che rimanga neutrale in questa fase della guerra – dice Lilin – ma Mosca non ha ambizioni verso la Moldavia se non quella di rafforzare lo stato della Transnistria, che ora non è riconosciuta a livello internazionale. Mosca potrà usare pressioni per far sì che il mondo ne riconosca l’indipendenza. Nei piani di Putin la Transnistria si dovrà ricollegare alla ‘Nuova Russia’ e diventare una delle sue regioni autonome”. Da Milano, dove vive, Lilin spiega di essere in contatto costante con un maggiore della Sicurezza nazionale della Transnistria, il quale, afferma lo scrittore, “fa parte di un comitato straordinario di indagini all’interno del quale ci sono rappresentanti dei servizi segreti militari russi e ‘tecnici’ di provenienza sia transnistriana sia russa”.

Il maggiore “è schierato con i russi – specifica Lilin – e come tutti i transnistriani si aspetta un peggioramento della situazione, con provocazioni da parte di ucraini e moldavi. Lui mi ha raccontato che la presenza militare sulle frontiere della Transnistria è stata rafforzata, con controlli a tappeto su chi transita da Ucraina e Moldavia. Il timore è che gli ucraini abbiano fatto passare in Moldavia armi da far arrivare in Transnistria per commettere attentati”. Lilin non esclude inoltre l’ipotesi che le esplosioni e gli attacchi in Transnistria possano essere una messinscena russa. “Anche il maggiore è perplesso – afferma – mi ha detto è chiaro che si tratta di atti di sabotaggio di obiettivi militari ma lanciagranate anticarro contro un palazzo sono di un’inutilità totale, è un atto dimostrativo. Conoscendo i precedenti nella storia russa a mio avviso può trattarsi anche di una provocazione”. Se le esplosioni di questi giorni sono state provocazioni “sono state fatte per convincere i transnistriani a mobilitarsi di più verso quello che sta avvenendo in Ucraina”.

La regione, precedentemente parte della Repubblica Socialista Sovietica Moldava, una delle ex repubbliche dell’Unione Sovietica, nel 1990 ha dichiarato unilateralmente la propria indipendenza come Repubblica Moldava di Pridnestrov’e e nel 1992 è stata interessata da una guerra, terminata con un cessate il fuoco garantito da una commissione congiunta tripartita tra Russia, Moldavia e Transnistria. “Da 30 anni – evidenzia Lilin – la Transnistria vive nella terribile paura del ritorno della guerra. Mio padre, che ha difeso la regione nel 1992, da un mese dorme con il kalashnikov e il giubbotto antiproiettile sotto al letto, aspettando il giorno in cui inizieranno le operazioni militari. E’ convinto che ci sarà la guerra. Per accendere persone come lui, con memorie traumatizzate della guerra, ci vuole davvero poco”. E poco, secondo Lilin, sarà anche il tempo che impiegheranno i russi a occupare zone strategiche come Odessa e Mykolaiv. “Odessa cadrà – rimarca Lilin -. Se non ora tra qualche anno. La guerra in Ucraina Putin l’ha progettata fino al 2035 e pezzo per pezzo prenderà tutto il territorio, prenderà totalmente il controllo del Mar Nero e la Transnistria sarà collegata a quel nuovo elemento politico che sarà la Nuova Russia”.

(AdnKronos)

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