
Iran: presidenziali, Ebrahim Raisi è il nuovo presidente iraniano
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Aggiornamento – E’ ufficiale: Ebrahim Raisi è il nuovo presidente iraniano. L’ufficialità dell’esito del voto di ieri è stata data dal ministero degli Interni di Teheran. Raisi è stato eletto presidente con 17,926 milioni di voti.
L’affluenza alle urne in Iran al voto per le presidenziali di ieri è stata del 48,8%. Si tratta dell’affluenza più bassa nella storia della Repubblica islamica, dopo il 50,6% registrato nelle elezioni del 1993, quando Akbar Hashemi Rafsanjani aveva sconfitto il rivale conservatore Ahmed Tavakkoli.
Nato nel 1960 a Mashad, la seconda città più importante del Paese, Ebrahim Raisi è stato studente di teologia e giurisprudenza islamica della guida spirituale Ali Khamenei. Appena ventenne – sulla scia degli eventi della rivoluzione – venne nominato procuratore generale di Karaj, uno dei sobborghi di Teheran.
Procuratore capo della capitale dal 1989 al 1994, vice capo della magistratura dal 2004, poi procuratore generale, nel 2016 Raisi venne messo da Khamenei a capo della ‘Astan Quds Razavi’, una delle più grandi fondazioni religiose del Paese che sovrintende al santuario dell’Imam Reza di Mashad. Tre anni dopo divenne capo della magistratura. Fa parte dell’Assemblea degli Esperti, l’organo che elegge la Guida Suprema.
Sposato con Jamileh Alamolhoda, docente all’Università Shahid Beheshti di Teheran, e padre di due figlie, può vantare anche un legame di parentela (è il genero) con la guida della preghiera del venerdì a Mashad, l’influente ayatollah Ahmad Alamolhoda. Sanzionato dall’Amministrazione Trump per i suoi presunti abusi nel campo dei diritti umani, Raisi è nella lista ristretta dei possibili successori di Khamenei.
Per l’opposizione all’estero il suo nome è legato indissolubilmente alla cosiddetta ‘commissione della morte’, un tribunale speciale voluto dall’ayatollah Khomeini in persona che nel 1988 condannò al patibolo – secondo il Center for Human Rights in Iran – migliaia di prigionieri politici iraniani. Intervistato nel 2018 sulle purghe, Raisi ha negato qualsiasi coinvolgimento. Assai più intransigente si mostrò verso gli attivisti dell’Onda Verde che nel 2009 protestarono contro la rielezione di Ahmadinejad. “A coloro che parlano di ‘compassione islamica e perdono’, noi rispondiamo: continueremo ad affrontare i rivoltosi fino alla fine e sradicheremo questa sedizione”, disse.
La notizia della prima ora – Arrivano i primi risultati delle elezioni presidenziali di ieri in Iran. I dati iniziali del ministero degli Interni, riporta l’agenzia Mehr, vedono il capo della magistratura, Ebrahim Raisi, in testa con “17.800.000 voti”.
Seguono, riferisce l’agenzia, Mohsen Rezaei con “3.300.000 voti”, Abdolnaser Hemmati “con 2.400.000” e Ghazizadeh con “un milione” di preferenze. Secondo il ministero, si sono recati alle urne “28.600.000” elettori su oltre 59 milioni di aventi diritto.
(AdnKronos)
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