
Carla Zambelli: “Sono vittima persecuzione politica”. Arrestata a Roma, attende la decisione dei giudici
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La deputata brasiliana, vicina a Bolsonaro e condannata per hackeraggio, ha chiesto la scarcerazione. In aula presente anche il padre, che ha espresso preoccupazioni per le sue condizioni di salute
“Sono innocente, sono vittima di una persecuzione politica”. Così si è difesa davanti alla Corte di Appello di Roma Carla Zambelli, deputata brasiliana di origini italiane, arrestata il 29 luglio scorso nella Capitale. L’interrogatorio di garanzia si è tenuto nelle scorse ore. In aula, accanto a lei, anche il suo legale, l’avvocato Angelo Alessandro Sammarco, che ha presentato istanza di scarcerazione.
Secondo la difesa, la procedura d’accusa in Brasile sarebbe viziata da irregolarità. “Per noi non è conforme al diritto”, ha dichiarato il penalista al termine dell’udienza. La Corte si pronuncerà nei prossimi giorni sull’eventuale liberazione o sulla prosecuzione della custodia cautelare.
Zambelli è ricercata dall’Interpol in forza di un mandato internazionale emesso dalle autorità brasiliane. Deve scontare una condanna a dieci anni di carcere per il coinvolgimento in un caso di hackeraggio del sistema informatico del Consiglio nazionale di giustizia (CNJ), un episodio che ha avuto forte eco mediatica nel Paese sudamericano.
Deputata federale e esponente di spicco del partito dell’ex presidente Jair Bolsonaro, Zambelli è in possesso della doppia cittadinanza, fattore che potrebbe complicare la procedura di estradizione. Secondo quanto riferito dal padre, presente fuori dall’aula, la parlamentare si trovava nell’appartamento romano del quartiere Aurelio da alcuni giorni.
“Sono molto preoccupato per mia figlia, ha gravi problemi di salute. È stata operata alla testa e prende nove pasticche al giorno”, ha dichiarato il genitore, 77 anni. Sarebbe stato proprio lui ad assistere all’irruzione della polizia italiana che ha portato all’arresto della figlia.
Secondo quanto riferito dalla famiglia, Zambelli avrebbe lasciato il Brasile proprio per sottrarsi a quella che ritiene una repressione politica, acuitasi con il cambio di governo. Ora toccherà alla magistratura italiana valutare se sussistano i presupposti per l’estradizione.
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(con fonte AdnKronos)
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