Mistero sulla morte di Simona Cinà: troppi silenzi e domande senza risposta
La 21enne sportiva trovata senza vita in piscina a una festa a Bagheria. Aperto fascicolo per omicidio colposo
Cosa è successo a Simona Cinà? È la domanda che tormenta la famiglia della ragazza di 21 anni trovata morta in piscina durante una festa a Bagheria, alle porte di Palermo. Sportiva, pallavolista, attenta alla salute e “pesce in acqua”, come la descrive il padre Luciano, Simona partecipava a un party organizzato in una villa privata quando è avvenuta la tragedia.
La Procura di Termini Imerese ha aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti, ma per il momento restano solo interrogativi inquietanti e 50 minuti di buio tra l’ultimo messaggio inviato dalla ragazza alle 3:20 e la chiamata ai soccorsi alle 4:10.
Quando l’ambulanza è arrivata, insieme a una pattuglia dei carabinieri, Simona era già fuori dalla piscina, in bikini, senza segni visibili di violenza. Le manovre di rianimazione sono state inutili. Oggi sarà l’autopsia a tentare di chiarire cosa l’abbia uccisa.
Ma intorno alla dinamica della morte si allarga un giallo fatto di vuoti, sparizioni e silenzi. Nessuno degli oltre venti partecipanti alla festa avrebbe visto o sentito nulla. “Ci siamo accorti di lei solo mentre stavamo pulendo”, avrebbero detto agli inquirenti. Ma la piscina era piccola e la consolle per la musica si trovava a pochi metri dall’acqua: è credibile che nessuno abbia notato nulla?
Anche l’ambiente della festa solleva dubbi. Secondo i carabinieri non c’era traccia di alcolici, né bottiglie né bicchieri, solo bottigliette d’acqua raccolte nei sacchi della spazzatura. Tutto era già stato ripulito prima dell’arrivo delle forze dell’ordine, come se si volesse cancellare ogni traccia.
E che fine hanno fatto i vestiti di Simona? La sorella gemella, Roberta Cinà, ha riferito che è stato ritrovato solo un paio di scarpe. Il resto sembra sparito nel nulla. “Forse qualcuno poteva intervenire – ha detto – ma nessuno ha fatto nulla. E ora non parlano”.
C’è poi il sospetto, terribile, che la giovane possa essere stata drogata a sua insaputa. “Magari qualcuno le ha messo qualcosa in un bicchiere”, ha detto Gabriele, il fratello maggiore, sottolineando che Simona “era controllatissima, non prendeva nulla, faceva sport, era sana come un pesce”.
Nel frattempo, la famiglia chiede verità. Una verità che finora nessuno ha avuto il coraggio di raccontare. “Voglio sapere cosa è successo a mia figlia”, ha ribadito il padre Luciano. Il corpo della ragazza è ora al Policlinico di Palermo, dove sarà sottoposto ad autopsia. Solo quell’esame potrà stabilire se Simona è morta per un malore, un incidente o per qualcosa di molto più grave.
Ma la domanda più angosciante resta: come può una ragazza morire annegata in mezzo a venti coetanei, senza che nessuno se ne accorga?
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(con fonte AdnKronos)
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