Giustizia e referendum, Bonino: “Salvini, bene bene”
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Emma Bonino si compiace della “svolta sulla giustizia” annunciata ieri da Matteo Salvini, con il dichiarato proposito di sottoscrivere i referendum Radicali. “Bene bene – ha commentato la senatrice di +Europa in una dichiarazione all’Adnkronos – io non posso non rallegrarmi quando le persone e/o gli avversari, cambiando idea, si avvicinano alle posizioni che io sostengo da più di 30 anni. Sono felice per la decisione, non conosco evidentemente i quesiti che verranno proposti, ma se la Lega intende appoggiare la riforma della giustizia, nel senso che noi indichiamo da decenni, non posso che essere soddisfatta”.
“Poi, il motivo Salvini per il quale abbia deciso di farlo, non sta a me analizzarlo, né mi interessa troppo. Sono soddisfatta come quando Salvini è diventato europeista. L’intervento che ha fatto al Senato, davanti a Mario Draghi, in occasione della presentazione del Pnrr, aveva un afflato europeista che avrei potuto scriverlo io. Sono stata contenta, poi spetta a lui valutare e gestire le sue eventuali contraddizioni”.
“Non credo che Salvini voglia fare uno sgambetto alla ministra della Giustizia. Cartabia – continua la senatrice di +Europa – ritengo stia cercando di procedere in modo prudente ma deciso, perché chi meglio di lei può essere consapevole della necessità della riforma della giustizia. Ce lo dice la cronaca, ogni giorno c’è un problema nuovo che si assomma a quelli precedenti: dal caso Palamara al caso Amara, dal Csm alle migliaia di cittadini che ogni anno subiscono il carcere preventivo e poi vengono dichiarati innocenti….C’è tanto da fare”.
“Penso che questo possa essere uno stimolo e una sollecitazione alla volontà di riforma che mi pare la ministra Cartabia abbia espresso. Se parliamo poi delle priorità sulle quali i referendum potrebbero intervenire, gli argomenti – conclude Bonino – sono gli stessi da anni e anni: la separazione delle carriere, la responsabilità civile dei magistrati, l’abolizione dell’obbligatorietà dell’azione penale, la riforma del Csm, la prescrizione…Chi più ne ha più ne metta. I nodi sono sempre quelli. Nel frattempo, però, dopo 30 anni di immobilismo, i tanti problemi pregressi si sono aggiunti a quelli attuali”.
(AdnKronos)
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