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Aggiornamento – 27 luglio – Secondo quanto riferito dall’Agenzia AdnKronos, i presunti assassini del carabiniere  Mario Rega Cerciello, sarebbero due cittadini americani, Christian Gabriel Natale Hjorth ed Elder Finnegan Lee. I due giovani, che hanno rispettivamente 19 e 20 anni, sarebbero, secondo il decreto di fermo firmato dal pubblico ministero Maria Sabina Calabretta e dal procuratore aggiunto Nunzia D’Elia, i responsabili della morte del vicebrigadiere 35enne, ucciso con numerose coltellate a Roma, nella notte tra il 25 e il 26 luglio. I due sono accusati di concorso in omicidio aggravato e tentata estorsione e sono sotto interrogatorio da diverse ore.

La notizia della prima ora – Era intervenuto con un collega in via Pietro Cossa, nel centro di Roma ed avevano bloccato due nordafricani che, dopo aver rubato una borsa, stavano chiedendo al legittimo proprietario di pagare 100 euro per riaverla indietro. Alla richiesta dell’alt da parte del vice brigadiere dei carabinieri in servizio nella stazione CC di Piazza Farnese, Mario Rega Cerciello, uno dei due ha estratto un punteruolo o un coltello, colpendo l’agente dell’Arma con otto colpi, uno dei quali è risultato mortale, perché diretto al cuore. Sono da poco trascorse le 3 della notte appena passata e il collega ha allertato immediatamente i sanitari che sono accorsi sul posto: trasportato d’urgenza al Santo Spirito, dopo vari tentativi di rianimarlo, è deceduto intorno alle 4. Immediatamente è scattata la caccia ai due e poco prima di mezzogiorno due persone sospette dell’omicidio, sono state fermate dai militari dell’arma e sono stati portati in caserma per essere interrogati. La Procura di Roma indaga per omicidio.

Durante le ricerche nella zona, gli investigatori hanno trovato conficcato in una grata un oggetto appuntito, verosimilmente un punteruolo e hanno ritrovato anche un coltello da cucina all’interno di un’altra grata, questa volta sul lato opposto del palazzo di via Giuseppe Gioiacchino Belli, una strada che fa angolo con via Pietro Cossa. Sarà la perizia a stabilire se i due oggetti o anche solo uno dei due, è compatibile con le ferite mortali inferte al giovane 35enne vice brigadiere, che poco più di 40 giorni addietro era convolato a nozze.

Molte le persone arrivate sul posto, comuni cittadini che hanno manifestato la loro rabbia per la morte del carabiniere e per una situazione, quella degli immigrati nella Capitale, che è ormai fuori controllo, inveendo contro tutti coloro che continuano a favorire l’immigrazione clandestina nel nostro paese.

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