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Aggiornamento 20 gennaio –  Si è conclusa ieri in Germania la conferenza di Berlino per la Libia. A piccolissimi passi, i 15 paesi che erano presenti alla conferenza, cercano di avviare una nuova stagione nel tormentato paese che una volta era sotto il potere e il controllo assoluto di Muhammar Gheddafi, prima che qualcuno oltralpe decidesse di eliminarlo per portare “la pace” che in parole povere significava voler avere il controllo sui pozzi petroliferi infischiandosene delle conseguenze, che oggi sono drammaticamente sotto gli occhi di tutti. La padrona di casa Angela Merkel, si è detta sufficientemente soddisfatta, visto che alla fine su almeno tre punti tutti hanno trovato convergenza: favorire il cessate il fuoco, porre in opera un serio embargo contro le armi e smetterla di continuare ad interferire da una parte e dell’altra delle barricate libiche. Ed ecco che però c’è da segnalare il totale rifiuto di incontrarsi tra i due principali contendenti per il potere, Fayez al Serraj, presidente del Governo di accordo nazionale a Tripoli e il generale Khalifa Haftar, uomo forte della Cirenaica, che non si sono sfiorati neppure con lo sguardo.

Questa è la cronaca di una giornata a Berlino, per cercare di “sminare”la bomba libica. Da oggi, vedremo sul campo gli effetti e quanto sia fattibile quel che è stato raggiunto.


aggiornamento – 14 gennaio – Khalifa Haftar, comandante dell’Esercito nazionale libico, si è rifiutato di firma a Mosca l’accordo per il cessate il fuoco, che ha invece sottoscritto nella giornata di ieri Fayez al-Serraj capo del governo di accordo nazionale di Tripoli. Haftar aveva chiesto tempo fino a questa mattina e oggi ha deciso di non appore la sua firma, perché a suo dire “La bozza di documento ignora molte delle richieste dell’Esercito nazionale libico”

Alcuni media arabi e russi, hanno riportata la notizia che il generale non avrebbe firmato perché nella bozza manca l’accettazione della richiesta di far entrare le truppe dell’Lna a Tripoli, per poi formare un governo di unità nazionale che ricevesse il voto di fiducia da parte del parlamento di Tobruk. Altra importante richiesta messa in campo dal generale è l’immediato ritiro delle truppe “mercenarie” arrivate da Turchia e Siria, oltre a diventare comandante supremo delle forze armate libiche.

Ora si attende di vedere gli sviluppi di tale situazione: la tregua al momento continua a rimanere in vigore, anche se continuano a segnale delle violazioni da una parte e dall’altra.


Libia: Serraj e Haftar ok tregua, ma si segnalano violazioni

Domenica 12 gennaio – Dalla mezzanotte appena trascorsa, in Libia dovrebbero cessare i combattimenti, visto che le due parti in conflitto hanno accettato la tregua proposta dalla mediazione turco-russa. Ma si segnalano già delle violazioni da entrambe le parti

Già nella giornata di ieri il Generale Khalifa Haftar aveva annunciato di accettare il cessate il fuoco chiesto da Russia e Turchia, anche il governo di accordo nazionale, per bocca del capo dell’esecutivo, Fayez-al Serraj, ha annunciato che a partire da questa notte alla mezzanotte, le armi dovranno tacere, salvo il diritto, ribadito da entrambi le parti, all’autodifesa in caso di attacco durante il periodo della tregua.

Accuse reciproche di violazione della tregua

Non mancano comunque già le segnalazioni di violazioni della tregua da entrambe le parti. La situazione in Libia permane esplosiva.

Tregua frutto di mediazione Russia-Turchia e Italia

Di sicuro l’accordo raggiunto è frutto della mediazione messa in campo da Putin e Erdogan, nella quale si è inserita, se pur in ritardo anche l’Italia.

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